Lex Gellia Cornelia

Con la Lex Gellia Cornelia[1], nota solo grazie ad un riferimento presente nella Pro Balbo[2] di Cicerone, si attribuiva nel 72 a.C. a Pompeo Magno la facoltà straordinaria di concedere, de consilii sententia, la cittadinanza romana a singoli individui come ricompensa ai loro meriti militari. Fu proposta dai consoli Gellio Publicola e Cornelio Clodiano. La proposta di legge si inserisce nella legislazione sulla cittadinanza, avviata da Mario, il quale la concesse pro merito alle coorti di Umbri nella guerra contro i Cimbri (104 a.C.-101 a.C.)[3].

La Lex Gellia Cornelia si colloca nell'anno in cui Pompeo era impegnato nella guerra contro Sertorio, governatore della Spagna Citeriore, a cui si erano uniti i sostenitori dell'ormai defunto Marco Emilio Lepido, antisillano alleato dei rivoltosi in Etruria, che aveva marciato su Roma. Nel 74 a.C. il Senato concesse a Pompeo l'imperium sulla Spagna Citeriore: questo portò a diversi scontri fra i due eserciti, fino a che Sertorio fu ucciso dai suoi soldati nel 72 a.C.[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rotondi G., Leges Publicae populi Romani, Olms, Hildesheim, 1962, p. 367
  2. ^ Cicerone, Pro Balbo, 8, 19; 14, 32-33; 17, 38.
  3. ^ Pani M. e Todisco E., Storia romana dalle origini alla tardo antichità, Carocci, Roma, 2009, p. 167.
  4. ^ Pani M. e Todisco E., Società e istituzioni di Roma antica, Carocci, Roma, 2009, p. 22.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pani Mario e Todisco Elisabetta, Società e istituzioni di Roma antica, Carocci, Roma, 2009
  • Pani Mario e Todisco Elisabetta, Storia romana dalle origini alla tarda antichità, Carocci, Roma, 2008
  • Rotondi Giovanni, Leges Publicae populi Romani, Olms, Hildesheim, 1962