Lucio Veturio Crasso Cicurino
Lucio Veturio Crasso Cicurino | |
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Tribuno consolare della Repubblica romana | |
Nome originale | L. Veturius Crassus Cicurinus |
Gens | Veturia |
Tribunato consolare | 368 a.C., 367 a.C. |
Lucio Veturio Crasso Cicurino | |
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Dati militari | |
Paese servito | Repubblica romana |
Forza armata | Esercito romano |
Grado | Tribuno consolare e Duce |
Comandanti | Marco Furio Camillo |
Guerre | Conflitto degli ordini, Guerre romano-celtiche |
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Lucio Veturio Crasso Cicurino (fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano.
Primo tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 368 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Sulpicio Pretestato, Lucio Papirio Crasso, Servio Cornelio Maluginense, Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Spurio Servilio Strutto[1].
Quando i tribuni della plebe Gaio Licinio Calvo Stolone e Lucio Sestio Laterano portarono le tribù a votare sulle proprie proposte di legge a favore dei plebei, nonostante il veto espresso dagli altri tribuni della plebe, controllati dai patrizi, il Senato nominò Marco Furio Camillo dittatore per la quarta volta, allo scopo di impedire la votazione delle leggi proposte da Licinio e Sestio[1].
«E dato che le tribù erano giù state chiamate a votare e il veto dei colleghi non ostacolava più i promotori delle leggi, i patrizi allarmati ricorsero ai due estremi rimedi: la più alta delle cariche e il cittadino al di sopra di ogni altro. Decisero di nominare un dittatore. La scelta cadde su Marco Furio Camillo, che scelse Lucio Emilio come maestro di cavalleria»
Secondo tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 367 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Geganio Macerino, Aulo Cornelio Cosso, Marco Cornelio Maluginense, Publio Manlio Capitolino e Publio Valerio Potito Publicola[2].
Alla notizia dell'avvicinarsi dei Galli, Marco Furio Camillo fu nominato dittatore per la quinta volta.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Ad Urbe Condita, su thelatinlibrary.com.