Luigi Mallé

Luigi Mallé (Torino, 13 maggio 19208 gennaio 1979) è stato uno storico dell'arte italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio unico, Luigi Mallé nacque nel 1920 da Mario Mallé e Maria Giordano, entrambi originari di Dronero.[1][2][3] Si laureò in giurisprudenza nel 1943 e poi in scienze politiche. Mentre studiava lettere, venne internato in vari campi di concentramento tedeschi e ciò gli lasciò segni indelebili nella salute e nel corpo.[1] Al termine della seconda guerra mondiale, si iscrisse alla facoltà di storia dell'arte, diplomandosi ancora una volta nel 1946.[1] Nel 1947 Mallé divenne impiegato giornaliero presso il Museo civico d'arte antica di Palazzo Madama a Torino, per il quale iniziò a stendere i nuovi inventari delle opere.[4] Tra la seconda metà degli anni quaranta e gli inizi del decennio seguente prese ulteriori lezioni da Anna Maria Brizio, Lionello Venturi e Mario Salmi.[1][2] La prima pubblicazione di Mallé risale al 1950: si tratta della sua tesi di laurea del 1946 dedicata al De pictura di Leon Battista Alberti.

Nel 1963 Mallé divenne vicedirettore del Museo civico d'arte antica e pubblicò il primo catalogo dei dipinti del Museo d'arte antica.[1] Realizzò altri cataloghi per il museo torinese, l'ultimo dei quali, risalente al 1970, è dedicato alla collezione dei vetri.[3] Nel dicembre 1965 (secondo altre fonti nel gennaio 1966)[4] succedette a Vittorio Viale in qualità di direttore dei musei civici torinesi.[1] Oltre a scrivere una serie di opere dedicate all'arte, promosse e curò ventidue mostre di importanti artisti come Hans Hartung, Robert Motherwell, Julio González e Lucio Fontana.[2][4]

Si ritirò a vita privata nel 1973 e morì sei anni più tardi.[2] Nel 1995 venne inaugurato, per volere testamentario dello storico piemontese, il Museo civico Luigi Mallé di Dronero, che ha sede presso la casa paterna.[5]

Opere (elenco parziale)[modifica | modifica wikitesto]

  • La visione pittorica di un umanista, 1945-1946
  • Le arti figurative in Piemonte, 1960
  • Artisti d'oggi per il barocco piemontese, 1963
  • Il Sacro Monte di Orta, 1963
  • Maestri fiamminghi, 1964
  • Pittori piemontesi dell'800, 1967
  • Stupinigi : un capolavoro del Settecento europeo tra barocchetto e classicismo: architettura, pittura, scultura, arredamento, 1968
  • Maioliche italiane dalle origini al Settecento, 1973[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Luigi Mallé a Torino e a Dronero (PDF), su palazzomadamatorino.it. URL consultato il 4 luglio 2022.
  2. ^ a b c d Luigi Mallé, su museomalle.org. URL consultato il 4 luglio 2022.
  3. ^ a b Mallé a Dronero: un'antica casa e le sue collezioni, su museomalle.org. URL consultato il 4 luglio 2022.
  4. ^ a b c Luigi Mallé, il “doganiere” al confine delle arti, su c. URL consultato il 4 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2013).
  5. ^ Museo civico «Luigi Mallé», su touringclub.it. URL consultato il 4 luglio 2022.
  6. ^ La data di pubblicazione è incerta.
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