Lupercale
Lupercale | |
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Raffigurazione del Lupercale su un altare a Silvano | |
Civiltà | romana |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Mappa di localizzazione | |
Il lupercale era una grotta, poi divenuta santuario, dove i Romani veneravano il dio Luperco (Faunus lupercus), ai piedi del Palatino.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]In origine il Lupercale era una semplice grotta che si trovava ai piedi del Palatino. Dionigi la descrive grande, pietrosa, ricoperta di querce, con una fonte d'acqua sul fondo.[1] Tradizionalmente, il Lupercale è il luogo dove Romolo e Remo furono trovati dal pastore Faustolo, dopo essere stati abbandonati all'interno di una cesta.[2] Qui furono allattati dalla lupa.
Sito archeologico
[modifica | modifica wikitesto]Il 26 gennaio 2007 l'archeologa italiana Irene Iacopi annunciò che, probabilmente, era stata ritrovata la leggendaria grotta sotto le rovine della Casa di Augusto sul Palatino.[3] Gli archeologi hanno rinvenuto questa cavità ad una profondità di 15 metri durante i lavori di restauro del palazzo.[4]
Il 20 novembre 2007 è stato distribuito un primo gruppo di foto che mostra la volta della grotta, adornata di mosaici colorati e di conchiglie. Il centro della volta è decorato con un'aquila bianca, che è il simbolo del principato di Augusto. Gli archeologi sono ancora alla ricerca dell'entrata della grotta[5][6][7] sotto il Palatino, nei pressi del palazzo di Augusto.
La grotta, situata presso le mura del palazzo di Aurelio, tra il Tempio di Apollo Palatino e la Basilica di Sant'Anastasia al Palatino, all'altezza del Circo Massimo, si trova a 16 metri di profondità, e finora è stata solo esplorata da una telecamera sonda, la quale ha mostrato una struttura di 9 metri di altezza per 7,5 di diametro, con le pareti decorate a mosaici e al centro l'aquila augustea.[8]
Alcuni archeologi hanno condiviso l'identificazione di questa grotta con il Lupercale,[9] altri invece hanno espresso parere diverso,[10] identificando il sito come una fontana o un ninfeo.[11]
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Sia Ovidio che Plutarco offrono due possibili spiegazioni del termine "Lupercale", che deriva:[12][13]
- dalla lupa che allattò Romolo e Remo, la quale fornisce il nome prima alla grotta e poi al rito dei Lupercali,
- dal culto dei Lupercali, i quali sarebbero il corrispettivo latino delle feste greche chiamate Licee. Infatti entrambe contengono il termine "lupo" nell’etimologia.
Interpretazione
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista politico il Lupercale rappresenta il simbolo del nazionalismo romano, mentre ritualmente appare come il luogo di contatto tra l'elemento albano e l'elemento etrusco rappresentando due fasi di civiltà precedenti alla fondazione di Roma e le cui influenze dovevano confluire nel rito romano.[14][15]
Ricostruzioni e studi sulla localizzazione del sito
[modifica | modifica wikitesto]Il Lupercale viene collocato nei pressi del fico ruminale.[12] Già Velleio Patercolo riferisce del Lupercale, situato ai piedi del Palatino.[16]
Anche gli umanisti si occuparono della questione:
- Fulvio Biondo lo colloca lungo la strada che porta al circo Massimo e alla via Appia;[17]
- Andrea Fulvio indica una piazza ai piedi del Palatino, 'antro e spelonca della Lupa'.[18]
Più recentemente, Gioacchino De Angelis D'Ossat affrontò il problema geo-idrologico della zona del Palatino, studiando le acque sotterranee per affiancare la ricerca archeologica del luogo del Lupercale, tradizionalmente provvisto di una sorgente.[19] Questa ricerca ha dimostrato che originariamente il Palatino era soggetto all'erosione da parte delle risorse idriche sottostanti e l'azione umana contribuì all'estrazione di materiali rocciosi. Il Lupercale doveva essere scavato in un materiale resistente, quale:
- tufo litoide da costruzione
- tufo granulare
- ghiaia, adeguata alla presenza di una fonte.
La ricerca della grotta doveva quindi considerare l'insieme di questi fenomeni e secondo Gioacchino De Angelis D'Ossat il luogo più adatto si trovava nell'area nord-ovest del colle, in relazione a un banco ghiaioso.[20]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 32.4.
- ^ Treccani, Lupercali.
- ^ Oltre alla direttrice degli scavi, l'archeologa Irene Iacopi, hanno contribuito il sovrintendente delle Belle Arti Angelo Bottini, l'archeologo Andrea Carandini e il curatore del supporto scientifico Giorgio Croci.
- ^ Maria Cristina Valsecchi, Sacred Cave of Rome's Founders Discovered, Archaeologists Say, in National Geographic News, National Geographic Society, 26 gennaio 2007. URL consultato il 20 novembre 2007.
- ^ Ariel David, Sanctuary of Rome's 'founder' revealed, in Associated Press, Yahoo! News, 20 novembre 2007. URL consultato il 20 novembre 2007.
- ^ Victoria Jaggard, Photo in the News: Grotto of Rome's Founders Revealed, in National Geographic News, National Geographic, 20 novembre 2007. URL consultato il 21 novembre 2007.
- ^ Articolo Reuters sul ritrovamento (XML), su today.reuters.it. URL consultato il 21 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2007).
- ^ Articolo su La voce d'Italia (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2007).
- ^ Andrea Carandini, Lupercale dentro quel pendio una miniera di miti, La Repubblica, 21 novembre 2007. URL consultato il 22 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2007).
- ^ Adriano La Regina, Il Lupercale cercatelo altrove, La Repubblica, 22 novembre 2007. URL consultato il 22 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2007).
- ^ Umberto Vincenti, Il Palatino al centro, in Il Palatino e il segreto del potere, Rogas edizioni, ISBN 9788899700768.
- ^ a b Ovidio, II. 410-425, 1998.
- ^ Plutarco, Romolo, par. 21, 1992.
- ^ Marchetti Longhi, pp. 157-172, 1933.
- ^ Marchetti Longhi, pp. 365-379, 1933.
- ^ V. Patercolo, I. 15, 1997.
- ^ F. Biondo, p. 36, 1533.
- ^ A. Fulvio, p. 48, 1588.
- ^ Treccani, DeAngelis.
- ^ De Angelis D'Ossat, pp. 75-86, 1934.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- De Angelis D'Ossat, Gioacchino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- F. Biondo, Roma trionfante, Venezia, 1544.
- G. De Angelis D'Ossat, Per la ricerca del Lupercale, studio geoidrologico, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, 1934.
- A. Fulvio, L'antichità di Roma, a cura di Girolamo Ferrucci Romano, Venezia, 1588.
- P. Ovidio Nasone, I Fasti, a cura di Canali, Milano, Rizzoli, 1998.
- G. Marchetti Longhi, Il Lupercale e il suo significato politico, in Capitolium, 1933, pp. 157-172.
- G. Marchetti Longhi, Il Lupercale e il suo significato religioso e topografico, in Capitolium, 1933, pp. 365-372.
- Plutarco, Vite parallele, vita di Romolo, a cura di A. Traglia, Torino, UTET, 1992.
- Velleio Patercolo, Storia romana, Milano, BUR, 1997.