Macellum Liviae

Il Macellum Liviae nella Forma Urbis Romae di Rodolfo Lanciani 1893

Il Macellum Liviae (mercato di Livia) era un complesso commerciale dell'antica Roma, edificato sull'Esquilino da Augusto e dedicato a sua moglie Livia.

Testimonianze letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Il macellum va probabilmente identificato con "τὸ τεμένισμα τὸ Λίουιον ὠνομασμένον", che Tiberio dedicò al principio del 7 a.C.[1]. Su un'iscrizione si ricorda un restauro effettuato tra il 364 e il 378 da Valentiniano I, Valente e Graziano[2]; inoltre, questo macellum, o il Macellum Magnum, è raffigurato sul frammento 4 della Forma Urbis Severiana[3].

Nella Cronaca (Chronicon) di Benedetto del Soratte, all'anno 921[4] si menziona la aecclesia Sancti Eusebii iuxta macellum parvum (chiesa di Sant'Eusebio vicino al piccolo mercato)[5]. Nel Liber Pontificalis, la chiesa di Santa Maria Maggiore è descritta come iuxta macellum Libiae (a fianco del mercato di Libia)[6], mentre quella di San Vito è detta in Macello[7]. Il percorso processionale descritto dal canone benedettino del Laterano, l'Ordo Benedicti del 1143, annota intrans sub arcum[8] ubi dicitur macellum Livianum ("entrando sotto l'arco [di Gallieno] nel luogo detto mercato liviano")[9].

Archeologia[modifica | modifica wikitesto]

Rimanenze corrispondenti alle indicazioni letterarie succitate sono state identificate appena fuori dalla porta Esquilina, a nord della strada: questi resti potrebbero ben corrispondere a quelli del macellum Liviae. Si è rinvenuto, infatti, un cortile aperto, che misura 80 per 25 metri, realizzato in opus reticulatum, disposto parallelamente alle mura serviane. Il cortile era circondato da un portico con botteghe per i vari tipi di generi. Sembra che, dal principio del III secolo d.C., la parte meridionale di quest'area fosse invasa dalla costruzione di edifici privati[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cassio Dione, LV.8
  2. ^ CIL VI, 1178
  3. ^ Atti del Congresso storico, 1907, I.121
  4. ^ Ad anno 921, MGS iii.715
  5. ^ HCh 251
  6. ^ Forse sostituendo la B per la V in LP, xxxvii.8; xlvi.3; HCh 342
  7. ^ Arm. 811; HCh 499
  8. ^ Si fa riferimento all'arco di Gallieno.
  9. ^ Henri Jordan, ed. Ordo Benedicti, in Topographie der Stadt Rom im Alterthum, 1871‑1885: II.665.
  10. ^ BC 1874, 36, 212‑219; 1914, 363; Mon L. I.531; HJ 344; LS III.167

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Macellum Liviae, in: Platner and Ashby, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, pp. 322-323.