Maria Eleonora del Brandeburgo

Maria Eleonora del Brandeburgo
Michiel van Mierevelt, Ritratto di Maria Eleonora del Brandeburgo (1619); olio su tela, 121×95 cm, Castello di Gripsholm, Mariefred.
Regina consorte di Svezia
In carica25 novembre 1620 –
6 novembre 1632
Incoronazione28 novembre 1620
PredecessoreCristina di Holstein-Gottorp
SuccessoreEdvige Eleonora di Holstein-Gottorp
Altri titoliPrincipessa di Brandeburgo Gran Principessa di Finlandia
NascitaKönigsberg, 11 novembre 1599
MorteStoccolma, 28 marzo 1655 (55 anni)
Luogo di sepolturaChiesa di Riddarholmen, Stoccolma
Casa realeCasato di Hohenzollern
PadreGiovanni Sigismondo di Brandeburgo
MadreAnna di Prussia
ConsorteGustavo II Adolfo di Svezia
FigliCristina Augusta
ReligioneProtestantesimo

Maria Eleonora del Brandeburgo (Königsberg, 11 novembre 1599Stoccolma, 28 marzo 1655) fu regina consorte di Svezia, come moglie di re Gustavo II Adolfo. È anche nota come madre della regina Cristina.

Principato di Brandeburgo
Hohenzollern

Federico I
Nipoti
Federico II
Alberto III
Giovanni I
Gioacchino I
Gioacchino II
Giovanni Giorgio
Figli
Gioacchino Federico
Figli
Giovanni Sigismondo
Giorgio Guglielmo
Federico I Guglielmo
Federico III
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Era figlia di Giovanni Sigismondo di Brandeburgo, principe elettore del Brandeburgo, e di Anna di Prussia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Gustavo Adolfo re di Svezia e marito di Maria Eleonora

Nel 1620 il re Gustavo II Adolfo di Svezia pensò di cercare un'alleanza con il Brandeburgo per creare un blocco di Paesi protestanti contro gli Asburgo cattolici. Le nozze tra il re e la giovane ebbero luogo nel dicembre dello stesso anno e tre giorni dopo Maria Eleonora venne incoronata nella cattedrale di Stoccolma come regina di Svezia.

Per tutta la durata del matrimonio la coppia reale visse per la maggior parte del tempo lontana, in quanto Gustavo Adolfo era spesso via perché in guerra con la Danimarca.

Nell'estate del 1621 la regina partorì prematuramente. Il feto di sesso femminile era già morto prima del parto. Due anni dopo partorì un'altra bambina a cui venne dato il nome di Cristina Augusta, che tuttavia morì prima di avere compiuto un anno. Subì poi un ulteriore parto prematuro; stavolta si trattava di un maschio. Dato che il fratello minore del re era morto tre anni prima in battaglia la dinastia Vasa si trovava, cinque anni dopo il matrimonio di Gustavo Augusto, senza un erede e quindi in pericolo. Questa situazione creò le speranze per suo cugino Sigismondo III di Polonia, nemico della Svezia[1].

Cristina di Svezia, figlia di Maria Eleonora

Il 18 dicembre 1626 la regina riuscì tuttavia a dare alla luce una bambina a cui venne dato lo stesso nome della sorellina morta, Cristina Augusta. La piccola fu destinata a succedere al padre a sei anni dopo, quando nel novembre 1632 giunse la notizia della morte in battaglia del re.

Vedovanza[modifica | modifica wikitesto]

Il lutto fu alquanto doloroso per Maria Eleonora[1], già affetta da isteria e comportamenti ritenuti dalla corte non consoni a una regina, che era attaccatissima al marito[1]. Le sue condizioni mentali peggiorarono sensibilmente: ordinò infatti che il cuore del re le fosse portato per tenerselo sempre accanto[1]. Rifiutò inoltre che il marito fosse sepolto, passando le intere giornate accanto alla salma[1]. Il 15 giugno 1634 avvenne infine il funerale di Stato. La regina, privata del marito, rivolse le proprie attenzioni alla figlia che costrinse a starle sempre accanto, finché i cinque consiglieri reggenti della nuova regina non provvidero, nel 1636, a toglierla da quell'affetto morboso[1]. Maria Eleonora fu così allontanata e tenuta sotto controllo nel castello di Grisholm a Mariefred.

Trattative matrimoniali[modifica | modifica wikitesto]

La regina madre non smise di preoccuparsi per Cristina. Dopo che essa fu indicata come erede di Gustavo Adolfo il consiglio reggente si occupò di trovarle un degno consorte. E così fece anche Maria Eleonora che avviò trattative matrimoniali con la Danimarca, vecchio nemico della Svezia[1]. Axel Oxenstierna, consigliere principale, consigliò prudenza alla regina. Il consiglio infatti era orientato a cercare un nobile svedese più facilmente controllabile da parte del senato. Le trattative matrimoniali non arrivarono tuttavia mai a una conclusione, anche a causa della ferma decisione di Cristina di rimanere nubile per il resto della vita.

La fuga[modifica | modifica wikitesto]

Relegata nel castello di Gripsholm, che si trovava su un'isoletta in mezzo a un lago, la regina madre non vide quasi mai la figlia che, da quanto risulta dai suoi diari, non nutriva grande affetto per lei[1]. La solitudine e la rabbia provata nei confronti degli Oxenstierna e del consiglio spinsero Maria Eleonora a tenere una regolare corrispondenza con il re Cristiano di Danimarca. Grazie alla complicità del suo guardiano, il maresciallo Nilsson, riuscì a imbarcarsi a bordo di un veliero danese diretto a Elsinore.

Cristiano, tuttavia, infastidito dalle voci che lo volevano suo amante[1], cercò di sistemare altrove l'ospite e chiese aiuto a Federico Guglielmo I di Brandeburgo il quale tenne la zia paterna presso di sé per quattro anni, dopo di che ella fece ritorno a Stoccolma.

Ritorno a Stoccolma[modifica | modifica wikitesto]

Maria Eleonora stette via in tutto sei anni, di cui i primi due passati in Danimarca. Al suo ritorno il consiglio le restituì i beni e le rendite che le erano stati rispettivamente confiscati e congelati subito dopo la fuga. Cristina non perdonò mai la madre e i loro rapporti si fecero sempre più formali[1]. In occasione dell'incoronazione della figlia, ormai maggiorenne, le donò tuttavia la propria corona in modo che fosse impreziosita e posta sulla sua testa durante la celebrazione[1].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

In seguito all'abdicazione e alla partenza di Cristina per l'Italia Maria Eleonora rimase molto addolorata e morì dopo alcuni mesi.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Giorgio di Brandeburgo Gioacchino II di Brandeburgo  
 
Maddalena di Sassonia  
Gioacchino Federico di Brandeburgo  
Sofia di Legnica Federico II di Legnica  
 
Sofia di Brandeburgo-Ansbach  
Giovanni Sigismondo di Brandeburgo  
Giovanni di Brandeburgo-Küstrin Gioacchino I di Brandeburgo  
 
Elisabetta di Danimarca  
Caterina di Brandeburgo-Küstrin  
Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel Enrico V di Brunswick-Lüneburg  
 
Maria di Württemberg  
Maria Eleonora di Brandeburgo  
Alberto I di Prussia Federico I di Brandeburgo-Ansbach  
 
Sofia di Polonia  
Alberto Federico di Prussia  
Anna Maria di Brunswick-Lüneburg Eric I di Brunswick-Lüneburg  
 
Elisabetta di Brandeburgo  
Anna di Prussia  
Guglielmo di Jülich-Kleve-Berg Giovanni III di Kleve  
 
Maria di Jülich-Berg  
Maria Eleonora di Jülich-Kleve-Berg  
Maria d'Austria Ferdinando I d'Asburgo  
 
Anna Jagellone  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Veronica Buckley. Cristina regina di Svezia. Milano, Mondadori, 2006. ISBN 978-88-04-56943-5

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Veronica Buckley. Cristina regina di Svezia. Milano, Mondadori, 2006. ISBN 978-88-04-56943-5

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Regina consorte di Svezia e Finlandia Successore
Cristina di Holstein-Gottorp 25 novembre 1620 – 6 novembre 1632 Edvige Eleonora di Holstein-Gottorp
Controllo di autoritàVIAF (EN65093349 · ISNI (EN0000 0000 8251 1330 · CERL cnp00622383 · LCCN (ENn2010051678 · GND (DE129693774 · WorldCat Identities (ENlccn-n2010051678