Mario Deluigi

Mosaico di Mario Deluigi nel giardino di Palazzo Querini Stampalia di Venezia. Foto di Paolo Monti, 1963.

Mario Deluigi, scritto a volte De Luigi (Treviso, 21 giugno 1901Dolo, 27 maggio 1978), è stato un pittore italiano, affiliato al movimento spazialista fondato da Lucio Fontana, di cui firma il manifesto nel 1951.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da Eugenio e da Alceste Pasti. Il padre era titolare di una ditta specializzata nelle decorazioni di interni[1].

Dopo aver conseguito privatamente la maturità artistica nel 1925, avrebbe voluto entrare in conservatorio ma, su pressione dei familiari, si iscrisse all'Accademia di Venezia dove studiò pittura con Ettore Tito e con Virgilio Guidi - senza tuttavia concludere gli esami[1].

Motivato dalla ricerca della rappresentazione della luce, citato da molti critici, quali Renato Barilli, come uno fra i migliori artisti del Novecento italiano, ha nella tecnica del "grattage" il suo tratto più conosciuto: i suoi quadri realizzati con tale tecnica presentano superfici colorate rigate da minuti graffi, che danno l'illusione di nuvole di scintille.

È stato un artista dalla personalità seria e schiva: la sua opera ha cominciato ad essere riscoperta dalla critica nei testi che, alla fine del ventesimo secolo, cominciarono a tirare le somme sulle maggiori figure del secolo.

I suoi "grattage" vengono considerati come pionieristici per tutta la ricerca spazialista e astratta della seconda parte del Novecento, in pratica un accenno a quello che poi diverrà il gesto risolutivo del "taglio" di Fontana.

Deluigi ha partecipato a otto Biennali di Venezia: 1930, 1932, 1948, 1950, 1952, 1954, 1962 (sala personale), 1968 (sala personale) e a due Quadriennali di Roma: 1959, 1972. La Biennale di Venezia gli ha dedicato nel 1980 un'importante retrospettiva.

Opere di Deluigi sono presenti in numerosi musei e raccolte pubbliche.

Una sua importante opera è esposta nella collezione permanente del Museo Revoltella di Trieste.

Collaborò con la Scuola dei Mosaicisti del Friuli, eseguendo, per conto della SADE, i cartoni per i panelli musivi per le seguenti centrali : termoelettrica Marghera “Giuseppe Volpi” (1951), idrica Soverzene “Achille Gaggia”(1952), idrica Malga Ciapela (1956), idrica Somplago (1957), idrica Sospirolo – Mis (1957), termica Porto Corsini (1959), idrica Pontesei (1960). [2]

Disegnò anche il grande mosaico della Stazione di Venezia Santa Lucia.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Maria Vittoria Marini Clarelli, DE LUIGI, Mario, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. URL consultato il 22 agosto 2019.
  2. ^ http://www.ipac.regione.fvg.it/aspx/_commonControls/ViewImage.aspx?TSK=D&id=1485&img=b2efdb0c-5681-4418-8c74-6b75c866d375&jpg=1

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Storia dell'arte contemporanea in Italia, Renato Barilli, Bollati Boringhieri, Torino, 2007
  • Peripezie del dopoguerra nell'arte Italiana, Adachiara Zevi, Einaudi, 2005

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