Mario Zagari
Mario Zagari | |
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Ministro di grazia e giustizia | |
Durata mandato | 7 luglio 1973 – 23 novembre 1974 |
Presidente | Mariano Rumor |
Predecessore | Guido Gonella |
Successore | Oronzo Reale |
Sottosegretario di Stato del Ministero degli affari esteri | |
Durata mandato | 13 dicembre 1968 – 6 agosto 1969 |
Presidente | Mariano Rumor |
Predecessore | Franco Maria Malfatti, Giorgio Oliva |
Successore | Dionigi Coppo, Mario Pedini |
Durata mandato | 23 luglio 1964 – 25 giugno 1968 |
Presidente | Aldo Moro |
Predecessore | Arialdo Banfi, Giuseppe Lupis, Ferdinando Storchi |
Successore | Franco Maria Malfatti, Giorgio Oliva |
Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Gruppo parlamentare | Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Lavoratori Italiani |
Collegio | Roma |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislatura | I, IV, V, VI, VII |
Gruppo parlamentare | Unità Socialista, Partito Socialista Unitario, Partito Socialista (SIIS), Partito Socialista Democratico Italiano (I legislatura), Partito Socialista Italiano (IV legislatura), Partito Socialista Italiano-Partito Socialista Democratico Italiano unificati(IV-V legislatura), Partito Socialista Italiano (V, VI e VII legislatura) |
Collegio | Roma |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Europarlamentare | |
Legislatura | I II |
Gruppo parlamentare | Gruppo Socialista |
Incarichi parlamentari | |
Vicepresidente
Questore
Membro
Commissione politica dal 21 gennaio 1987 al 24 luglio 1989
Membro sostituto
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Partito Socialista Italiano |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Milano |
Professione | giornalista |
Mario Zagari (Milano, 14 settembre 1913 – Roma, 29 febbraio 1996) è stato un giornalista, politico e partigiano italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Mandati parlamentari
[modifica | modifica wikitesto]Laureato in legge, giornalista, combatté nella Seconda guerra mondiale come ufficiale degli alpini.
Membro del CLN, entrò nella clandestinità e nell'ottobre 1943 subì un arresto. Dopo essere evaso, riprese la lotta partigiana.
Deputato all'Assemblea costituente, fu rieletto alla Camera alle elezioni del 1963, 1968, 1972 e 1976.
Europeista convinto fin dagli anni della clandestinità, nel 1979 si presentò alle prime elezioni per il Parlamento europeo e venne eletto; si contrappose come candidato dei socialisti a Simone Veil per l'elezione alla presidenza del Parlamento europeo, conseguendo 112 voti contro i 410 che al primo turno fecero eleggere la contendente[1].
Al Parlamento europeo fu rieletto nel 1984, ma non nel 1989; per il decennio successivo presiedette il Consiglio Italiano del Movimento Europeo.
Le peregrinazioni all'interno dell'area socialista
[modifica | modifica wikitesto]Socialista, in occasione della scissione di palazzo Barberini del 1947 aderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (Psli) fondato da Giuseppe Saragat, dal quale uscirà nel 1949 per entrare nel Partito Socialista Unitario (PSU), una formazione socialista moderata di cui diventò segretario.
Nel 1952 il PSU si fuse con il PSLI e nacque il Partito Socialista Democratico Italiano.
Nel 1958 Zagari uscì dal partito per fondare il Movimento Unitario di Iniziativa Socialista (MUIS), che nel 1959 confluì nel Partito Socialista Italiano.
Incarichi di governo
[modifica | modifica wikitesto]Sottosegretario agli Affari Esteri del secondo e terzo governo Moro e nel I Governo Rumor (1964-1969), fu tra i primi[2] ad evidenziare la tematica della cooperazione allo sviluppo con il Terzo mondo[3]; partecipò che alla conferenza sulla smilitarizzazione degli oceani[4].
Fu poi ministro del Commercio con l'estero nel terzo governo Rumor e nel governo Colombo (1970-1972).
Dall'8 luglio 1973 al 23 novembre 1974 fu Ministro di grazia e giustizia nel quarto e quinto governo Rumor. Durante la sua permanenza al ministero di via Arenula, e nonostante il breve tempo a disposizione, riuscì a varare una serie di provvedimenti che costituirono una svolta epocale nell'ambito di una legislazione che, nel suo complesso, era rimasta ferma agli anni Cinquanta. In questo fu coadiuvato dal suo capo di gabinetto, il magistrato Adolfo Beria d'Argentine, futuro procuratore generale di Milano, e dal capo dell'Ufficio legislativo del ministero. Accelerò il cammino parlamentare di tre disegni di legge che giacevano fermi da anni: quello della riforma del processo del lavoro (approvato nel 1973), quello relativo alla riforma del diritto di famiglia (approvato nel 1975) e quello relativo alla riforma penitenziaria (approvato nel 1975). Fece approvare dal consiglio dei ministri i decreti-legge che diedero luogo alla riforma della società per azioni (1974) e a quella della responsabilità penale (1974).
Nel 1974 fece approvare dal Parlamento una legge-delega per la riforma del codice di procedura penale, che nel 1978 sarà seguita da un progetto di codice che tuttavia rimase sulla carta. In ogni modo la legge-delega del 1974 fornirà la base di quella del 1987, da cui avrà origine il codice di procedura penale del 1989 attualmente in vigore (sia pure largamente modificato). Nel 1973 costituì anche una commissione, suddivisa in due sottocommissioni, la prima presieduta da Enrico Tullio Liebman e la seconda da Virgilio Andrioli, finalizzata ad avanzare delle proposte di riforma del codice di procedura civile. I lavori di questa commissione fornirono il punto di partenza alle successive iniziative di riforma: il disegno di legge-delega del 1981, rimasto sulla carta, e la legge 26 novembre 1990, n. 353 "provvedimenti urgenti per il processo civile".
A livello europeo affrontò la questione dello status dei lavoratori migranti[5].
Fu testimone nelle vicende successive all'opposizione del segreto politico-militare sull'appartenenza al SID di Guido Giannettini, attestando l'esistenza di una consultazione a livello politico-governativo[6]: tali dichiarazioni diedero lo spunto per ricostruire l'esistenza di connivenze istituzionali, nella frapposizione di ostacoli alle indagini sulla ricerca della verità sulla strage di piazza Fontana[7].
In seguito allo scioglimento del PSI nel 1994, si avvicinò alla Federazione Laburista, costituita dalla maggior parte del gruppo parlamentare socialista allora in carica.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Morì nel 1996; è sepolto nel cimitero acattolico di Roma.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Ebbe una relazione con l'attrice Elena Da Venezia, da cui ebbe un figlio, l'architetto Franco Zagari. Il 29 maggio 1970 sposò Christiane Piguet, di origine svizzera, da cui l’anno successivo nacque il figlio Cristiano. [8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ European Parliament elects Frenchwoman as its first President, The Globe and Mail, 18 luglio 1979
- ^ CALANDRI, ELENA. n.d. "Italy's Foreign Assistance Policy, 1959-1969." vol. 12, no. 4 (Nov 2003), p. 509-525.
- ^ Tosone, Lorella. n.d. "ITALY'S POLICY OF COOPERATION FOR DEVELOPMENT: A "NATURAL VOCATION" FOR RHETORIC?" no. 25 (Jan 2011), p. 125-144.
- ^ Director G C Smith of US Arms Control & Limitation and Disarmament Agency 26 marzo 1969, New York Times, Pg. 1, Col. 4.
- ^ W European justice mins call for special study of legal problems encountered 2 giugno 1974, New York Times, Pg. 4, Col. 1.
- ^ A queste conclusioni arrivò la relazione di minoranza della Commissione inquirente, che propose l'incriminazione per falsa testimonianza di Rumor, Andreotti e Tanassi: la proposta fu poi respinta dal Parlamento in seduta comune nell'VIII Legislatura.
- ^ Marco Nozza, Il pistarolo. Da Piazza Fontana, trent'anni di storia raccontati da un grande cronista, Il Saggiatore, 2011.
- ^ ZAGARI, Mario in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato il 6 agosto 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mario Zagari
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Zàgari, Mario, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giovanni Scirocco, ZAGARI, Mario, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 100, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.
- Mario Zagari, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Mario Zagari, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Mario Zagari, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
- Mario Zagari, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 64070504 · ISNI (EN) 0000 0000 3915 3267 · SBN RAVV011970 · LCCN (EN) n99285852 · GND (DE) 132686538 · BNF (FR) cb122958184 (data) · J9U (EN, HE) 987007364204405171 |
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