Missionarie degli infermi Cristo Speranza

Le missionarie degli infermi «Cristo Speranza» sono un istituto secolare femminile di diritto pontificio.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La congregazione fu fondata da Germana Sommaruga: nel 1936, mentre era studentessa dell'Università cattolica, conobbe padre Angelo Carazzo, superiore della comunità camilliana di Milano, e insieme elaborarono il progetto di una comunità di donne consacrate nel mondo e votate al servizio degli infermi.[2]

Nel 1938 si unì alla Sommaruga la prima compagna e presto giunsero adesioni all'istituto da Cremona, Venezia, Milano, Imperia, Roma.[2]

Anche numerose malate e ricoverate in sanatorio si unirono alla comunità, così nell'istituto vennero a formarsi due categorie di membri: le missionarie, nubili e vedove che intendevano assistere almeno spiritualmente gli infermi, e le oblate, malate che cooperavano a questo apostolato offrendo le proprie sofferenze. Le due categorie, in seguito, si unirono in un gruppo unico.[2]

Dopo la pubblicazione della costituzione Provida Mater Ecclesia, il 25 marzo 1948 il vescovo di Cremona eresse le missionarie degli infermi in istituto secolare di diritto pontificio.[3]

L'espansione internazionale dell'istituto iniziò nel 1950, con la nascita di un nucleo di missionarie in Francia; nel 1951 un nuovo nucleo sorse in Belgio. Nel 1962 l'istituto si aprì all'apostolato missionario raggiungendo in Brasile i serviti della prelatura territoriale di Acre e Purus, dove fondò un lebbrosario; seguì una presenza sull'isola di Formosa e poi una in Argentina.[3]

Il pontificio decreto di lode giunse il 15 luglio 1953 e l'approvazione definitiva il 6 gennaio 1961.[2]

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Oltre che in Italia, sono presenti in Belgio e in Francia, in Argentina e in Brasile, in Vietnam e in altri paesi asiatici.[4]

La sede principale è in via Paolo Rotta a Milano.[1]

Nel 1973 l'istituto contava 292 membri.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ann. Pont. 2017, p. 1663.
  2. ^ a b c d Grazia Maria Costa, DIP, vol. VIII (1978), col. 1568.
  3. ^ a b Grazia Maria Costa, DIP, vol. VIII (1978), col. 1569.
  4. ^ Giancarlo Rocca, DIP, vol. X (2003), coll. 876-878.
  5. ^ Giancarlo Rocca, DIP, vol. X (2003), col. 875.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario Pontificio per l'anno 2017, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017. ISBN 978-88-209-9975-9.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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