Monastero della Kecharitomene

Il Monastero della Theotokos Kecharitomene (in greco Θεοτόκος Κεχαριτωμένη?, Theotokos Kecharitomene, Madre di Dio, piena di Grazia[1]) era un convento femminile costruito nei primi anni del XII secolo nella capitale bizantina, Costantinopoli, dall'imperatrice Irene Ducaena. È sopravvissuto fino al XV secolo.

Il monastero è noto soprattutto grazie al suo ampio statuto (typikon), stilato dal suo fondatore intorno al 1110 e basato sul modello del monastero della Theotokos Euergetis[2]. Fu costruito nella parte settentrionale di Costantinopoli, adiacente al monastero maschile di Cristo Filantropo, fondato poco prima (1107) da Irene. I due monasteri erano separati da un muro, ma erano serviti da un sistema idrico comune[2].

Secondo il typikon, il monastero era inizialmente previsto per ospitare 24 monache, ma le regole consentivano di aumentare il numero a 40. Il monastero era cenobitico, con le monache che dormivano in un dormitorio comune anziché in celle individuali. Le monache vivevano in stretta clausura e nessun uomo poteva entrare nel complesso, a parte i due sacerdoti, l'intendente e il confessore delle monache, che dovevano essere tutti e quattro eunuchi. L'unica eccezione era prevista per l'ingresso di un medico, che doveva essere eunuco o anziano[2]. Essendo una fondazione imperiale, era strettamente legata alla dinastia comnena, e l'imperatrice Irene costruì appartamenti per sé e per altre donne della famiglia imperiale. La figlia di Irene, Anna Comnena, fu costretta a ritirarsi qui dopo la morte del marito e qui scrisse l'Alessiade[2].

L'ultima attestazione del monastero risale al XV secolo, quando il pellegrino russo Zosimo lo visitò[2]. Non ne rimangono resti noti[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Anonymous (eleventh century), su doaks.org (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2021).
  2. ^ a b c d e f ODB, p. 1118.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]