Museo della cattedrale (Ferrara)

Museo della Cattedrale
Ferrara
Chiesa di san Romano sede del Museo della Cattedrale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàFerrara
Indirizzovia San Romano
Coordinate44°50′05.75″N 11°37′12.9″E
Caratteristiche
TipoMiniature, dipinti, formelle del Mesi, arazzi e sculture
Visitatori16 998 (2022)

Il Museo della cattedrale di Ferrara è ubicato nella ex chiesa di San Romano in via San Romano, a pochi passi dalla cattedrale di San Giorgio. Raccoglie alcuni capolavori provenienti dalla cattedrale stessa.

Timpano della chiesa di San Romano, opera di Nicholaus e bottega
Chiostro di San Romano

Il museo venne istituito nel 1929 grazie alla collaborazione stretta tra l'autorità religiosa, nella persona dell'arcivescovo Ruggero Bovelli, e dell'autorità civile, il podestà Renzo Ravenna. Un contributo determinante si ebbe anche da Giuseppe Agnelli, allora direttore della Biblioteca Ariostea e figura importante nell'ambiente culturale ferrarese [1]. La sua inaugurazione anticipò di pochi anni le manifestazioni per l'ottavo centenario del duomo e fu strettamente legata alla fondazione dell'ente Opera del Duomo.

Il museo è stato trasferito nel 2000 nella nuova sede della ex-chiesa di San Romano (della quale oltre che all'aula della chiesa resta un pregevole chiostro attorno al quale sono disposte alcune sale del museo e la biglietteria). Nel convento di San Romano già dal X secolo erano ospitati i monaci benedettini dell'abbazia di Fruttuaria, prima di passare ai canonici regolari di Sant'Agostino. Nel timpano del portale della chiesa è raffigurato san Romano in veste di cavaliere. L'opera è stata attribuita allo scultore Nicholaus, lo stesso del San Giorgio del timpano del portale maggiore del Duomo, e datata al 1143[2].

Percorso espositivo

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Modello del campanile del duomo secondo il progetto originale mai completato.
Madonna della Melagrana, di Jacopo della Quercia.
Antifonario di Jacopo Filippo Argenta.
Ambone con motivi vegetali e animali

La prima sala è situata al primo piano, sopra la biglietteria, ed espone codici miniati tre-quattrocenteschi (un innario, un salterio e ventidue corali atlantici rinascimentali, miniati da Guglielmo Giraldi, caposcuola locale, da Jacopo Filippo Argenta, Martino da Modena, Giovanni Vendramin e don Sigismondo da Fiesso), materiali lapidei vari, tra i quali i resti di un ambone proveniente da Voghenza dell'VIII secolo e un ritratto di Giovanni Bessarione a bassorilievo, realizzato dopo la sua presenza in città durante il Concilio di Ferrara (1438). Qui si trova anche una ricostruzione di come avrebbe dovuto apparire il campanile, con la cella superiore a base circolare mai realizzata.

Alla seconda sala, situata nell'ex sagrestia della chiesa di San Romano e coperta da volte a crociera dipinte, si accede dal chiostro: conserva la Madonna della Melagrana (Madonna Silvestri) di Jacopo della Quercia (1403 - 1408)[3], una Madonna col Bambino del Cavalier d'Arpino e un frammento a mosaico raffigurante la testa della Vergine di un anonimo maestro veneto-bizantino del XII secolo.

La terza e ultima sala è l'aula della chiesetta e conserva i maggiori capolavori:

  • Le due ante dell'organo del duomo di Ferrara di Cosmè Tura, con il San Giorgio e la principessa da un verso e con un'Annunciazione inquadrata in una splendida architettura in prospettiva dall'altra (1469). Si tratta di una delle opere più famose della scuola ferrarese.
  • Il ciclo dei Mesi, proveniente dalla Porta dei Mesi della cattedrale (distrutta nel Settecento). I vari altorilievi con le personificazioni e le attività agricole legate ai mesi sono opera dell'anonimo Maestro dei Mesi (attivo tra il 1220 e il 1230 circa), tra le più importanti figure nella scultura italiana del XIII secolo, anello di congiunzione tra Benedetto Antelami e Nicola Pisano.
  • Una serie di otto splendidi arazzi, della metà del Cinquecento, con le storie di san Giorgio e di san Maurelio, eseguiti a Ferrara dalle manifatture estensi guidate dal fiammingo Johannes Karcher su cartoni del Garofalo e di Camillo Filippi.
  • Un capitello con le Storie di san Giovanni Battista, duecentesco, sempre dalla Porta dei mesi.
  • Altri materiali lapidei (Maestri Comacini, Maestri Campionesi e un pannello attribuito a Nicholaus).
  • Una Madonna col Bambino e due donatori di Domenico Panetti e tre dipinti con soggetti religiosi di Garofalo.
  • Alcuni pregevoli reliquiari del XIV e XV secolo, paramenti sacri.
  1. ^ Storia del Museo della Cattedrale - Ferrara arte e cultura
  2. ^ Guido Tigler, La Porte dei Mesi del Duomo di Ferrara e le sue derivazioni ad Arezzo, Fidenza e Traù, in Berenice Giovannucci Vigi; Giovanni Sassu (a cura di), Il Maestro dei Mesi e il portale meridionale della cattedrale di Ferrara. Ipotesi e confronti. Giornata di studi, venerdì 1º ottobre 2004, Museo della Cattedrale, 2007, pp.92-94
  3. ^ A Ferrara il nuovo allestimento della Madonna della melagrana di Jacopo della Quercia, su patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 7 settembre 2022.
  • Jadranka Bentini (a cura di), San Giorgio e la principessa di Cosmè Tura. Dipinti restaurati per l'officina ferrarese, Bologna, Nuova Alfa, 1985.
  • Berenice Giovannucci Vigi e Giovanni Sassu (a cura di), Il Maestro dei Mesi e il portale meridionale della cattedrale di Ferrara. Ipotesi e confronti. Giornata di studi, venerdì 1 ottobre 2004, Ferrara, Museo della Cattedrale, 2007, SBN IT\ICCU\UFI\0506253.
  • Berenice Giovannucci Vigi; Giovanni Sassu (a cura di), Museo della cattedrale di Ferrara. Catalogo Generale, Edisai, 2010, ISBN 978-88-95062-74-7.

Voci correlate

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Altri progetti

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