Nevzad Hanim

Nevzad Hanim
Seconda Ikbal
Consorte Imperiale
In carica1 settembre 1921 –
1 novembre 1922
Nome completoNimet Bargu (alla nascita)
Nimet Seferoğlu (dopo il 1928)
NascitaIstanbul, 2 marzo 1901
MorteIstanbul, 23 giugno 1992
Luogo di sepolturaIstanbul
DinastiaCasa di Osman (per matrimonio I)
PadreBahçıvan Şaban Bargu Efendi
MadreHatice Hanim
Consorte diMehmed VI
(1921-1926, ved.)
Ziya Bey Seferoğlu
(1928-?)
FigliSecondo matrimonio
Un figlio
Una figlia
ReligioneIslam sunnita

Nevzad Hanım (turco ottomano: نمت نوزاد خانم, "giovane eroina"; nata Nimet Bargu; dopo il 1928 Nimet Seferoğlu; Istanbul, 2 marzo 1901Istanbul, 23 giugno 1992) è stata la quinta e ultima consorte del sultano ottomano Mehmed VI. È stata anche l'ultima donna a sposare un sultano ottomano e una delle poche a scrivere le sue memorie.

Nevzad Hanım nacque il 2 marzo 1901 a Istanbul, nella villa Hüseyin Bey, situata a Vişnezade, Beşiktaş; come Nimet Bargu. Era di umili origini: suo padre, Bahçıvan Şaban Bargu Efendi, di origini albanesi, era giardiniere a Palazzo Yıldız. Sua madre era sua moglie Hatice Hanım. Aveva una sorella e un fratello minori, Nesrin Bargu, due anni più giovane, e Salih Bargu.

Suo zio Hüseyn Bey, marito della sorella di loro padre, si occupò di presentate Nimet e Nesrin alla corte ottomana. Nimet cambiò nome in Nevzad e venne addestrata come Kalfa (serva) da una certa Ceylanyar Hanım. Infine, venne mandata a servizio delle figlie di Şehzade Mehmed Ziyaeddin, figlio del sultano Mehmed V. Qui, le fu permesso seguire le stesse lezioni delle principesse, impartite dall'insegnante Safiye Ünüvar, di cui divenne molto amica e che trattò sempre con grande rispetto[1][2][3].

Consorte Imperiale

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A un certo punto, Nevzad fu notata dal sultano Mehmed VI, zio di Şehzade Ziyaeddin, che la chiese in moglie. La cosa creò un'ulteriore spaccatura fra Mehmed VI e i discendenti del suo fratellastro Mehmed V.

Il matrimonio venne celebrato il 1 settembre 1921, a Palazzo Yıldız, il che rese Nevzad l'ultima donna a sposare un sultano ottomano, prima dell'abolizione del Sultanato l'anno dopo. La sposa aveva diciannove anni e il sultano circa sessanta.

Mehmed era completamente affascinato dalla nuova giovane moglie, tanto che si rifiutava di ricevere ospiti o lasciare il Palazzo per non separarsi da lei, cosa che diede adito a numerosi pettegolezzi.

Le venne dato il rango di "Seconda Ikbal", anche se avrebbe dovuto avere legittimamente quello di "Quarta Kadın".

Nevzad non ebbe figli da Mehmed. Le venne regalata una villa a Yıldız, dove visse con sua sorella, ribattezzata Sadiru e diventata la sua dama di compagnia.

Nel 1922 Mehmed VI fu deposto ed esiliato. Nevzad fu imprigionata con le altre consorti a Palazzo Feriye, ma riuscì a uscirne di nascosto travestita da serva.

Nel marzo 1924 la dinastia ottomana venne esiliata. Nevzad cercò di rimanere a Istanbul, ma dopo qualche mese, a maggio, su insistenza di Mehmed VI e del nuovo governo, lo raggiunse a Sanremo, in Italia, insieme alla sorella, dove rimase fino alla sua morte nel 1926.

A quel punto, Nevzad fu affrontata da Sultanzade Abdürrahman Sami Bey, nipote di Mehmed VI e figlio di sua sorella Mediha Sultan, sulla possibilità che l'ex sultano fosse stato ucciso. Sami Bey la interrogò e requisì i suoi beni e quelli dello zio. Oltraggiata, Nevzad tornò a Istanbul con la sorella[1][4][5][6][7][8][9].

Secondo matrimonio

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Nel 1928 sposò il capitano Ziya Bey Seferoğlu, e prese nome Nimet Seferoğlu. Da lui ebbe un figlio e una figlia[10][11].

Nevzad Hanım morì il 23 giugno 1992, a novant'anni, nella sua villa a Gösku, Istanbul. Non è noto dove sia stata sepolta[12].

Nevzad Hanım ebbe un figlio e una figlia dal suo secondo matrimonio[10][11].

Nel 1937, Nevzad pubblicò le sue memorie, intitolate "Yıldız'dan San Remo'ya" ("Da Yıldız a Sanremo"), una delle poche donne ottomane a farlo[13]. Sebbene contengano molte informazioni preziose su Mehmed VI, la loro veridicità fu molto dibattuta.

A parte le sue memorie, Nevzad rifiutò sempre di parlare del sultano e della sua vita con lui. Nel 1974, intervistata a proposito, rispose solo: "Ho sepolto quel tempo nel profondo del mio cuore"[14][15].

  1. ^ a b Uluçay 2011, p. 264
  2. ^ Açba 2004, pp. 123-127.
  3. ^ Brookes 2010, p. 269.
  4. ^ Sakaoğlu 2008, p. 707-708
  5. ^ Açba 2004, p. 124-128, 180, 198
  6. ^ Aredba, Rumeysa; Açba, Edadil (2009). Sultan Vahdeddin'in San Remo Günleri. Timaş Yayınları. p. 28. ISBN 978-9-752-63955-3.
  7. ^ Brookes 2010, p. 269-271
  8. ^ Bardakçı, Murat (2017). Neslishah: The Last Ottoman Princess. Oxford University Press. pp. 85–86. ISBN 978-9-774-16837-6.
  9. ^ Yanatma 2007, pp. 89–91
  10. ^ a b Sakaoğlu 2008, p. 708.
  11. ^ a b Günay Günaydın (2006). Haremin son gülleri. Mevsimsiz Yayınları. p. 134. ISBN 978-9944-987-03-5.
  12. ^ Açba 2004, p. 194.
  13. ^ Le altre includono Filitzen Hanim, consorte di Murad V, Ayşe Sultan, figlia di Abdülhamid II, Safiye Ünüvar, insegnante reale, Leyla Açba e Rumeysa Aredba, dame di corte.
  14. ^ Brookes 2010, p. 286.
  15. ^ Yanatma 2007, p. 86 n. 199
  16. ^ Açba 2004, p. 125.
  • Leyla Açba, Bir Çerkes prensesinin harem hatıraları, L & M, 2004, ISBN 978-9-756-49131-7.
  • Douglas Scott Brookes, The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem, University of Texas Press, 2010, ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Necdet Sakaoğlu, Bu mülkün kadın sultanları: Vâlide sultanlar, hâtunlar, hasekiler, kadınefendiler, sultanefendiler, Oğlak Yayıncılık, 2008, ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Mustafa Çağatay Uluçay, Padişahların kadınları ve kızları, Ankara, Ötüken, 2011, ISBN 978-9-754-37840-5.
  • Servet Yanatma, The Deaths and Funeral Ceremonies of Ottoman Sultans (From Sultan Mahmud II TO Sultan Mehmed VI Vahideddin), Boğaziçi University, 2007.