Nomifensina

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Nomifensina
Nome IUPAC
(±)-2-metil-4-fenil-1,2,3,4-tetraidroisochinolin-8-ammina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC16H18N2
Massa molecolare (u)238.328 g/mol
Numero CAS24526-64-5
Codice ATCN06AX04
PubChem4528
DrugBankDBDB04821
SMILES
CN1CC(C2=C(C1)C(=CC=C2)N)C3=CC=CC=C3
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Orale
Dati farmacocinetici
Emivita1,5-4 ore
EscrezioneRenale (88% nelle 24 ore)
Indicazioni di sicurezza

La nomifensina è un antidepressivo tetraisochinolinico che agisce bloccando il re-uptake della dopamina e probabilmente anche quello della noradrenalina. La molecola, sviluppata da un team di ricercatori della società farmacologica Hoechst (ora Sanofi-Aventis) negli anni 60, non presenta attività sedativa e anticolinergica.[1][2] Negli anni 80 comparvero in letteratura medica delle segnalazioni circa il potenziale di dipendenza psicologica,[3] tipicamente in pazienti con pregressi di dipendenza da sostanze. Ne venne quindi segnalato il potenziale d'abuso, in particolare quando il farmaco veniva utilizzato ad alte dosi.[4] Il composto è stato ritirato dal commercio in tutto il mondo nel 1986 per gli importanti effetti collaterali e in particolare per l'elevato rischio di anemia emolitica acuta con emolisi intravascolare.[5]

Farmacodinamica

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A livello delle sinapsi nervose il composto aumenta la concentrazione di noradrenalina (norepinefrina) e di dopamina disponibile per i specifici recettori, grazie al blocco dei trasportatori finalizzati al reuptake di delle citate catecolamine.[6][7] L'inizio d'azione del farmaco è rapido. La molecola non è dotata di effetti di tipo sedativo e non sembra prolungare l'anestesia indotta dall'alcool.[8] La nomifensina si caratterizza per un'efficacia paragonabile, se non superiore, a quella composti triciclici di riferimento, dalla quale differisce dalla mancanza di una distinta attività anticolinergica.[9]

Farmacocinetica

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A seguito di somministrazione per via orale nomifensina viene rapidamente assorbita dal tratto gastroenterico e le concentrazioni allo steady-state sono raggiunte entro 5 giorni. L'emivita della nomifensina risulta di 1,5-4 ore. Il legame con le proteine plasmatiche è pari al 60-75%. L'eliminazione dall'organismo avviene entro 48 ore per il 96% attraverso l'emuntorio renale e per il 3% con le feci, principalmente come molecola glucurono-coniugata e in forma di metaboliti (4'-idrossinomifensina, 3'-idrossi-4'-metossinomifensina, 3-(metossi-4'-idrossinomifensina).[10]

Studi eseguiti sugli animali (topo e nel ratto hanno evidenziato valori della dose letale 50 (DL50) rispettivamente di 400 e 430 mg/kg peso corporeo (quando somministrato per os), e di 90 e 72 mg/kg peso corporeo per via endovenosa.

La nomifensina trovava indicazione nel trattamento della melanconia e della sindrome depressiva. In trial clinici paragonata alla imipramina, amitriptilina, nortriptilina, maprotilina, nonché altri e diversi farmaci ad azione antidepressiva si è dimostrata efficace quanto altri agenti antidepressivi standard.

Dosi terapeutiche

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La nomifensina veniva somministrata per via orale in dosi di 150 mg al giorno, suddivisi in 2-3 volte al giorno. Nei soggetti anziani la posologia doveva essere ridotta a 25 mg 3 volte al giorno.

Effetti collaterali e indesiderati

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Tra gli effetti avversi riportati durante il trattamento con nomifensina sono stati riportati anemia emolitica acuta,[11][12][13][14][15][16] insufficienza renale,[17][18] sintomi paranoidi, sonnolenza oppure insonnia, cefalea e xerostomia. Gli effetti indesiderati a carico dell'apparato cardiovascolare comprendono tachicardia e cardiopalmo, ma risultano paragonabili se non inferiori a quelli di altri antidepressivi.[19][20]

Controindicazioni

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Il farmaco trovava controindicazione nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo, a molecole chimicamente correlate oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nella formulazione farmaceutica. È inoltre particolarmente controindicato nei soggetti affetti da insufficienza renale, ischemia cardiaca, mania, tendenza al suicidio. Un'ulteriore controindicazione è rappresentata da quei soggetti che son in trattamento con inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) o che abbiano interrotto un simile trattamento da meno di 14 giorni.

  • Guanetidina: la contemporanea somministrazione con nomifensina può ridurre gli effetti dell'antiipertensivo. La guanetidina induce ipersensibilità dei vasi all'azione della noradrenalina e perciò rafforza ulteriormente l'effetto della nomifensina.[21]
  1. ^ Hoffmann I, Ehrhart G, Schmitt K, [8-amino-4-phenyl-1,2,3,4-tetrahydroisoquinolines, a new group of antidepressive psycholeptic drugs], in Arzneimittel-Forschung, vol. 21, n. 7, luglio 1971, pp. 1045, PMID 5109496.
  2. ^ Hoffmann I, 8-Amino-2-methyl-4-phenyl-1,2,3,4-tetrahydroisoquinoline, a new antidepressant, in Arzneimittel-Forschung, vol. 23, n. 1, gennaio 1973, pp. 45–50, PMID 4740695.
  3. ^ Böning J, Fuchs G, Nomifensine and psychological dependence--a case report [collegamento interrotto], in Pharmacopsychiatry, vol. 19, n. 5, settembre 1986, pp. 386–8, DOI:10.1055/s-2007-1017275, PMID 3774872. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  4. ^ Spyraki C, Fibiger HC, Intravenous self-administration of nomifensine in rats: implications for abuse potential in humans, in Science (New York, N.Y.), vol. 212, n. 4499, giugno 1981, pp. 1167–8, PMID 7195072. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  5. ^ CSM Update: Withdrawal of nomifensine, in British Medical Journal (Clinical Research Ed.), vol. 293, n. 6538, luglio 1986, pp. 41, PMC 1340782, PMID 20742679.
  6. ^ Hunt P, Kannengiesser M, Raynaud J, Nomifensine: a new potent inhibitor of dopamine uptake into synaptosomes from rat brain corpus striatum, in The Journal of Pharmacy and Pharmacology, vol. 26, n. 5, maggio 1974, pp. 370–1, PMID 4152974.
  7. ^ Costall B, Kelly DM, Naylor RJ, Nomifensine: a potent dopaminergic agonist of antiparkinson potential, in Psychopharmacologia, vol. 41, n. 2, 1975, pp. 153–64, PMID 1098084.
  8. ^ Schacht U, Leven M, Gerhards HJ, Hunt P, Raynaud JP, Recent investigations on the mechanism of action of nomifensine, in International Pharmacopsychiatry, 17 Suppl 1, 1982, pp. 21–34, PMID 6182120.
  9. ^ Hoffmann I, Pharmacology of nomifensine, in International Pharmacopsychiatry, 17 Suppl 1, 1982, pp. 4–20, PMID 6752079.
  10. ^ Vereczkey L, Bianchetti G, Garattini S, Morselli PL, Pharmacokinetics of nomifensine in man, in Psychopharmacologia, vol. 45, n. 2, dicembre 1975, pp. 225–7, PMID 1215449.
  11. ^ Galbaud du Fort G, [Hematologic toxicity of antidepressive agents], in L'Encéphale, vol. 14, n. 4, 1988, pp. 307–18, PMID 3058454.
  12. ^ Giers G, Salama A, Mueller-Eckhardt C, Follow-up study on 24 patients with nomifensine-induced immune haemolytic anaemia, in Transfusion Medicine (Oxford, England), vol. 1, n. 2, giugno 1991, pp. 115–9, PMID 9259837.
  13. ^ Hayes PE, Kristoff CA, Adverse reactions to five new antidepressants, in Clinical Pharmacy, vol. 5, n. 6, giugno 1986, pp. 471–80, PMID 3087684.
  14. ^ Salama A, Mueller-Eckhardt C, Rh blood group-specific antibodies in immune hemolytic anemia induced by nomifensine [collegamento interrotto], in Blood, vol. 68, n. 6, dicembre 1986, pp. 1285–8, PMID 3096400. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  15. ^ Martlew VJ, Immune haemolytic anaemia and nomifensine treatment in north west England 1984-85: report of six cases, in Journal of Clinical Pathology, vol. 39, n. 10, ottobre 1986, pp. 1147–50, PMC 500240, PMID 3782489. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  16. ^ Sokol RJ, Hewitt S, Booker DJ, Stamps R, Taylor M, Stewart RM, Fatal immune haemolysis associated with nomifensine, in British Medical Journal (Clinical Research Ed.), vol. 291, n. 6491, agosto 1985, pp. 311–2, PMC 1416606, PMID 3926172.
  17. ^ Mueller-Eckhardt C, Salama A, [Hemolytic anemia and renal failure caused by nomifensine], in Deutsche Medizinische Wochenschrift (1946), vol. 111, n. 33, agosto 1986, pp. 1262, PMID 3743432.
  18. ^ Prescott LF, Illingworth RN, Critchley JA, Frazer I, Stirling ML, Acute haemolysis and renal failure after nomifensine overdosage, in British Medical Journal, vol. 281, n. 6252, novembre 1980, pp. 1392–3, PMC 1715000, PMID 7437808.
  19. ^ Fielding S, Szewczak MR, Pharmacology of nomifensine: a review of animal studies, in The Journal of Clinical Psychiatry, vol. 45, 4 Pt 2, aprile 1984, pp. 12–20, PMID 6370970.
  20. ^ Hanks GW, A profile of nomifensine, in British Journal of Clinical Pharmacology, 4Suppl 2, 1977, pp. 243S–248S, PMC 1429121, PMID 911653.
  21. ^ Tayo FM, Effects of nomifensine on the isolated vas deferens of the rat, in Archives Internationales De Pharmacodynamie Et De Thérapie, vol. 240, n. 1, luglio 1979, pp. 94–102, PMID 508001.

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