Olio di Chaulmoogra

Dr.ssa Isabel Kerr somministra olio di Chaulmoogra

L'olio di Chaulmoogra è l'olio fisso estratto dai semi di piante di varie specie della famiglia vegetale delle Flacourtiaceae indicato nella medicina tradizionale indiana e cinese come rimedio per la cura della lebbra e altre affezioni, per lo più dermatologiche.[1]

Storia e utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

L'utilizzo dell'olio di Chaulmoogra come rimedio per la scrofola e la lebbra, secondo alcuni studiosi, verrebbe citato già in vari testi ayurvedici: Susruta Samhita, Dhanvantari Nighantu, Kaiyadeva Nighantu e altri, datati dal 600 A.C al 300 D.C.

Da metà del XIX secolo fino all'avvento dei solfoni, anno 1943, la sua efficacia verso la lebbra venne riconosciuta anche dalla medicina occidentale ed il rimedio venne inserito in varie farmacopee occidentali ed in quella giapponese.[2][3][4]

La specie vegetale da cui ricavare l'antico rimedio fu a lungo oggetto di controversia e, per un errore nella catalogazione delle piante, John Moss nel 1879 definì l'olio come derivato dalla Gynocardia odorata ed in alcune farmacopee l'olio venne definito come olio di ginocardia e acido ginocardico il suo principale principio attivo.

Questo errore fu scoperto solo nel 1901 e il nome corretto, adottando negli anni successivi il nome in lingua hindi di alcune piante del genere Hydnocarpus: Chaulmoogra.

L'olio di Chaulmoogra, da qualunque specie sia derivato, per la sua relativa efficacia nella cura della lebbra, è caratterizzato dall'alta concentrazione di acidi grassi ω-ciclopentilenici, cioè acidi grassi con un gruppo pentilenico nel terminale opposto al gruppo carbossilico.

Le principali specie da cui può essere ricavato sono: Hydnocarpus wightiana, Taraktogenos (Hydnocarpus) Kurzii, Hydnocarpus anthelmintica.[5][6]

Agli inizi del XX secolo emerse che anche da piante originarie dell'Africa e del Sud America, come la Oncoba echinata o la Carpotroche brasiliensis, si potevano ricavare oli di semi con alto tenore di acidi ω-ciclopentilenici. Nella cura della lebbra queste varianti vennero chiamate olio di Chaulmoogra africano o olio di gorli, e olio di Chaulmoogra brasiliano o olio di sapucainha.[7][8]

L'accertata azione antimicrobica verso i micobacteria degli acidi ciclopentilenici contenuti nell'olio di Cihaulmoogra[9][10] ne ha fatto oggetto di studio per la cura di altre patologie infettive[11][12] ed è stata inoltre documentata un'azione particolarmente efficace contro i patogeni fungini delle piante, tra cui Aspergillus niger e Rhizopus nigricans.

All'olio di Chaulmoogra è stato attribuito nome INCI: TARAKTOGENOS KURZII SEED OIL e numero CAS: 8001-74-9

Raccolta ed estrazione[modifica | modifica wikitesto]

I semi di quasi tutte le specie da cui viene estratto l'olio di Chaulmoogra sono ovoidali, irregolari, da 2 a 3,5 cm. di lunghezza, 2,5 cm di larghezza, pelle liscia, grigia, fragile; nocciolo oleoso e marrone scuro. I grassi vegetali si ottengono per spremitura a freddo o scrematura nei semi macinati in acqua bollente (metodo tradizionale in India ormai in disuso), l'attuale produzione avviene prevalentemente con estrazione a solvente[13]. I frutti vengono strappati arrampicandosi sull'albero o usando lunghi bastoni. I frutti vengono sbucciati a coltello e i semi vengono lavati in acqua e poi asciugati al sole. I semi vengono decorticati battendoli a mano o con semplici macchinari. Possono anche essere schiacciati in un espulsore. I semi producono 20-43% di olio a seconda della tecnica di estrazione.[5]

Caratteristiche chimico fisiche[modifica | modifica wikitesto]

L'olio di Chaulmoogra è semi-solido a temperatura ambiente. Gli acidi ω-ciclopentilenici, suoi principali componenti, pur avendo un doppio legame nel gruppo ciclico si comportano come acidi grassi saturi più che come insaturi. Hanno infatti un punto di fusione relativamente alto (50-70 °C).

Tutti gli acidi ω-ciclopentilenici dell'olio di Chaulmoogra hanno la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata verso destra, per l'asimmetria dell'atomo di carbonio in posizione 1 nel gruppo ciclopentilenico. Questa caratteristica consente facilmente di distinguere l'olio di Chaulmoogra da altri oli vegetali. Varie farmacopee indicavano il minimo potere destrorotatorio dell'olio di Chaulmoogra, D+ da 44,5° a 60°, per definirne il tenore di acidi ω-ciclopentilenici.

L'olio non raffinato è leggermente torbido con un colore nocciola-verdastro e un sapore acre. Nell'utilizzo tradizionale, con tecniche di estrazione e purificazione poco raffinate, l'olio tende a irrancidire ed il tenore di acidi grassi liberi può essere particolarmente alto, anche oltre il 20%.

Considerando la variabilità delle specie da cui può essere estratto e i diversi processi di estrazione e purificazione, i principali parametri chimico fisici cadono in un campo relativamente ampio di valori[5]:

Indice di rifrazione, a 40°C : 1,463-1,479

Numero di iodio : 85-113

Numero di saponificazione : 185-215

Densità relativa: 0,929-0,958

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

L'olio di Chaulmoogra è composto prevalentemente da gliceridi, soprattutto trigliceridi. Contiene anche steroli, tocoli e una serie di composti minori poco studiati.

Come olio non edibile viene spesso commercializzato non raffinato o dopo processi parziali di purificazione o frazionamento. In tutti gli oli vegetali la composizione può variare in funzione della specie, della cultivar, delle condizioni ambientali, della raccolta, della estrazione e della lavorazione. Nel caso dell'olio di Chaulmoogra, le specie vegetali diverse da cui può essere estratto oltre che la complessa identificazione degli acidi ciclopentilenici, rendono i dati sulla composizione lipidica particolarmente disomogenei.[7]

Concentrazione percentuale acidi grassi negli oli di Chaulmoogra
Acido Notazione delta H. kurzii[14] H. wightiana[14] H. anthelmintica[15][16] Carpotroche
brasiliensis[17][18]
Oncoba
echinata[19]
Acido idnocarpico 16:1cy 23,0 22,9 57,0-64,0 46-50 42,0
Acido chaulmoogrico 18:1cy 29,0 35,0 26,0-18,0 24-19 13,0
Acido gorlico 18:2cyΔ4c / 18:2cyΔ6c 25,0 12,8 3,6 15-18 2,6
Omologhi ciclici 12:1cy - 14:1cy
20:1cy - 20:2cy - ecc.
0,3 4,6 0,9-1,3 .. 0,4
Acido miristico 14:0 0.6 0.8 .. .. 1,2
Acido palmitico 16:0 8.4 5.6 5,3 6,5 9,1
Acido stearico 18:0 1.6 4.7 0,5 .. 2,8
Acido palmitoleico 16:1Δ9c 6.0 0.5 1,2 .. 1,9
Acido oleico 18:1Δ9c 5.4 3.6 3,5 3,7 8,8
Acido linoleico 18:2Δ9c,12c 1.6 1.8 0,9 .. 4,8
Acido linolenico 18:3Δ9c,12c,15c .. .. 0,9 .. 10,8

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ John Parascandola, Chaulmoogra oil and the treatment of leprosy, in Pharmacy in History, vol. 45, n. 2, 2003, pp. 47-57. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  2. ^ Wyndham Cottle, Chaulmoogra Oil in Leprosy, in British Medical Journal, vol. 1, n. 965, 28 giugno 1879, pp. 968-969. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  3. ^ Fernando Sergio Dumas dos Santos, Letícia Pumar Alves de Souza e Antonio Carlos Siani, [Chaulmoogra oil as scientific knowledge: the construction of a treatment for leprosy], in Historia, Ciencias, Saude--Manguinhos, vol. 15, n. 1, 2008-01, pp. 29-47, DOI:10.1590/s0104-59702008000100003. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  4. ^ Virendra Rana, Chemical constituents, biosynthesis and therapeutic applications of chaulmoogra oil, 1º dicembre 2012. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  5. ^ a b c CHEMISTRY OF' LEPROSY DRUGS, HOWARD IRVING, International Journal of Leprosy, VOL. 1, No.2 (PDF), su ila.ilsl.br.
  6. ^ B, Rameshkumar & Abdulkhader, Hisham & Latha, P.. (2011). Chemistry and Therapeutic Potential of Chaulmoogra Oil., su researchgate.net.
  7. ^ a b SOFA: oli di semi con acidi grassi ciclopentilenici [collegamento interrotto], su sofa.mri.bund.de.
  8. ^ H. C. DE SOUZA-ARAUJO, THE BRAZILIAN CHAULMOOGRA: CARPOTROClIE BRASILIENSIS-A REVIEW , International Journal of Leprosy, 1935 (PDF), su ila.ilsl.br.
  9. ^ (EN) P. L. Jacobsen e L. Levy, Mechanism by Which Hydnocarpic Acid Inhibits Mycobacterial Multiplication, in Antimicrobial Agents and Chemotherapy, vol. 3, n. 3, 1º marzo 1973, pp. 373-379, DOI:10.1128/AAC.3.3.373. URL consultato il 28 dicembre 2019.
  10. ^ P. L. Jacobsen, H. Ng e L. Levy, The susceptibility of Mycobacteria to hydnocarpic acid, in The American Review of Respiratory Disease, vol. 107, n. 6, 1973-06, pp. 1022-1029, DOI:10.1164/arrd.1973.107.6.1022. URL consultato il 28 dicembre 2019.
  11. ^ Rana, Virendra. (2012). Chemical constituents, biosynthesis and therapeutic applications of chaulmoogra oil. (PDF), su researchgate.net.
  12. ^ (EN) CHAULMOOGRA OIL IN THE TREATMENT OF TUBERCULOUS LARYNGITIS, in JAMA: The Journal of the American Medical Association, vol. 78, n. 4, 28 gennaio 1922, p. 274, DOI:10.1001/jama.1922.02640570018009. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  13. ^ SEA HandBook, 2009 by the Solvent Extractors' Association Of India (PDF), su seaofindia.com.
  14. ^ a b (EN) A. Sengupta, J. K. Gupta e J. Dutta, The component fatty acids of chaulmoogra oil, in Journal of the Science of Food and Agriculture, vol. 24, n. 6, 1973-06, pp. 669-674, DOI:10.1002/jsfa.2740240606. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  15. ^ Vijai K.S. Shukla e Friedrich Spener, High-performance liquid chromatography of triglycerides of Flacourtiaceae seed oils containing cyclopentenyl fatty acids (chaulmoogric oils), in Journal of Chromatography A, vol. 348, 1985-01, pp. 441-446, DOI:10.1016/s0021-9673(01)92485-9. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  16. ^ Friedrich Spener e Helmut K. Mangold, New cyclopentenyl fatty acids in Flacourtiaceae. Straight-chain fatty acids and cycloic fatty acids in lipids during maturation of the seeds, in Biochemistry, vol. 13, n. 11, 1974-05, pp. 2241-2248, DOI:10.1021/bi00708a001. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  17. ^ Howard Irving Cole e Humberto T. Cardoso, Analysis of Chaulmoogra Oils. I. Carpotroche brasiliensis (Sapucainha) Oil, in Journal of the American Chemical Society, vol. 60, n. 3, 1938-03, pp. 614-617, DOI:10.1021/ja01270a033. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  18. ^ Adriana S. Oliveira, Josélia A. Lima e Claudia M. Rezende, Ácidos ciclopentênicos do óleo da sapucainha (Carpotroche brasiliensis Endl, Flacourtiaceae): o primeiro antileprótico usado no Brasil, in Química Nova, vol. 32, n. 1, 2009, pp. 139-145, DOI:10.1590/s0100-40422009000100027. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  19. ^ Friedrich Spener e Helmut K. Mangold, Straight-chain unsaturated fatty acids and cyclopentenyl fatty acids in leaf lipids of Caloncoba echinata and Hydnocarpus anthelminthica, in Phytochemistry, vol. 14, n. 5-6, 1975-06, pp. 1369-1373, DOI:10.1016/s0031-9422(00)98628-x. URL consultato l'8 gennaio 2020.

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