One More Light
One More Light album in studio | |
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Artista | Linkin Park |
Pubblicazione | 19 maggio 2017 |
Durata | 35:19 |
Dischi | 1 |
Tracce | 10 |
Genere | Pop[1][2][3] |
Etichetta | Warner Bros., Machine Shop |
Produttore | Mike Shinoda, Brad Delson |
Registrazione | novembre 2015–febbraio 2017[4] Larrabee Studios e Sphere Studios, North Hollywood (California) Voce di Chester: The Pool Recording Studio, Londra (Regno Unito) Voce di Mike: The Warehouse Studio, North Hollywood (California) Voce di Pusha T (traccia 2): No Name Studios, North Hollywood (California) Voce di Stormzy (traccia 2): Matrix Studios, Londra (Regno Unito) Voce di Kiiara (traccia 6): The Sphere Studio, North Hollywood (California) |
Formati | CD, LP, download digitale, streaming |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Austria[5] (vendite: 7 500+) Danimarca[6] (vendite: 10 000+) Francia[7] (vendite: 50 000+) Germania[8] (vendite: 100 000+) Polonia[9] (vendite: 10 000+) Regno Unito[10] (vendite: 100 000+) Stati Uniti[11] (vendite: 500 000+) Ungheria[12] (vendite: 2 000+) |
Dischi di platino | Italia[13] (vendite: 50 000+) |
Linkin Park - cronologia | |
Logo | |
Singoli | |
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One More Light è il settimo album in studio del gruppo musicale statunitense Linkin Park, pubblicato il 19 maggio 2017 dalla Warner Bros. Records.[14]
Si tratta dell'ultima pubblicazione del gruppo con il cantante Chester Bennington, morto suicida il 20 luglio dello stesso anno e con il batterista storico Rob Bourdon, non riunitosi con la band nel 2024. [15]
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]Il 20 gennaio 2016 Mike Shinoda è stato intervistato da Rolling Stone, rivelando che i Linkin Park stanno «sperimentando molto con tutte le direzioni differenti che il gruppo può prendere» e che hanno realizzato molto materiale per il seguito di The Hunting Party,[16] fatto ribadito anche da Brad Delson e Joe Hahn in una successiva intervista per Billboard.[17] Lo stesso Shinoda, tre mesi più tardi, ha fornito ulteriori aggiornamenti sullo sviluppo dei brani dell'album, definendoli «personali e rivelatori» e che il gruppo ha dedicato se stesso nelle parole e melodie.[18]
Il 2 settembre 2016 Chester Bennington ha pubblicato un aggiornamento sul canale YouTube del gruppo in merito agli sviluppi dell'album, dichiarandosi «orgoglioso» del materiale fino ad ora composto, da lui giudicato «fantastico».[19] Tre mesi più tardi, lo stesso cantante ha rivelato che i Linkin Park sono entrati nella fase di missaggio dell'album e che i brani presenti in esso sono stati scritti insieme a numerosi collaboratori esterni:[20]
«Abbiamo iniziato a missare e questo vi fa capire che ci stiamo avvicinando alla fase finale dell'album. Abbiamo una tonnellata di brani, quindi continueremo a missare ancora per un po' di tempo. Riguardo alla data [di pubblicazione dell'album] abbiamo pensato orientativamente entro i primi quattro mesi dell'anno. Penso che uscirà prima dell'estate. [...] Stiamo lavorando con molti collaboratori bravissimi riguardo alla scrittura, l'abbiamo fatto per molto tempo. [...] In questo periodo siamo stati veramente curiosi di vedere in che modo lavorano altri artisti perché ci piace raccogliere informazioni ed espandere la nostra professionalità. Noi guardiamo la musica come i dottori guardano le medicine. C'è sempre un'evoluzione, sempre qualcosa di nuovo che si può imparare, quindi non restiamo fermi nello stesso modo di fare le cose.»
Il 7 febbraio 2017 Shinoda ha ribadito quanto espresso da Bennington, aggiungendo che sarebbero stati presenti anche ospiti d'eccezione nell'album.[21] Il 16 dello stesso mese il gruppo ha annunciato in via definitiva il titolo e la data di pubblicazione dell'album.[14]
Composizione
[modifica | modifica wikitesto]Contrariamente a quanto operato con gli album in studio precedenti, i Linkin Park hanno cominciato il processo di composizione dei brani partendo dai testi e dalle melodie vocali, registrando le parti vocali e in ultimo la musica.[22] In un'intervista con Zane Lowe, Shinoda ha spiegato come l'album fosse molto «lucido» e diverso dal punto di vista stilistico, affermando che «ci sono molti generi mischiati in questo album rispetto a tutto il resto che abbiamo pubblicato. Non sentirete un sacco di chitarre pesanti. Non c'è alcuno scream nel disco».[23] Lo stesso Shinoda, in un'intervista concessa a Billboard nel giorno della pubblicazione del primo singolo Heavy, ha spiegato che il gruppo ha scelto tale brano come singolo di lancio di One More Light perché «rappresenta le sonorità principali dell'album. Non è uno scenario in cui l'intero album suona in un modo e il singolo suona in un altro. Questo è come l'album suona. Perciò abbiamo voluto pubblicare un brano come quello, in modo tale che la gente faccia chiarezza sulla direzione che ha preso questo lavoro»; in aggiunta, secondo lui molti brani possono essere riconducibili ai primi brani dei The Cure o dei Tears for Fears.[24] L'album infatti presenta sonorità tipicamente pop,[1][2][3] in netto contrasto con quanto operato in passato, e presenta un solo brano interamente rappato (Good Goodbye), mentre altri traggono influenze da artisti quali Mumford & Sons (Sharp Edges) o Owl City (Sorry for Now).[25] Shinoda inoltre risulta essere il cantante principale nei brani Invisible e Sorry for Now.[26]
In un'intervista con MusicRadar, il chitarrista Brad Delson ha spiegato il proprio lavoro apportato nell'album:[22]
«Mi sono sforzato di mettere un sacco di chitarra in questo disco. Ci sono diversi strati sonori e diverse chitarre. Il lavoro chitarristico è complementare a tutti gli altri elementi che abbiamo inserito. Ho notato che il modo in cui una chitarra suona influenza molto il genere di un album e in questo caso volevamo stare lontani dalla definizioni di un genere. Abbiamo cercato di mettere insieme diverse influenze in modi mai provati prima. È stato divertente lavorare alle chitarre in questo modo. Amo i suoni che il mio ingegnere del suono Ethan [Mates] mi ha aiutato a creare insieme a Mike [Shinoda]. Anche se non sentirete i classici suoni provenienti da una chitarra, ce n'è davvero tanta in questo disco e ne sono davvero orgoglioso.»
Spiegando ulteriormente il proprio lavoro alla chitarra, Delson ha aggiunto: «Amo il lavoro acustico su Sharp Edges e anche i diversi strati sonori di Invisible. In Sorry for Now c'è un modo di suonare la chitarra che mi è sembrato molto strano per i nostri standard. Questo è quello che adorato, abbiamo fatto cose molto diverse da quelle che facevamo di solito».[22]
Promozione
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º febbraio 2017 i Linkin Park hanno annunciato attraverso il proprio sito la creazione dei Global Ambassadors, spiegando che si sarebbero occupati di promuovere le varie iniziative e pubblicazioni del gruppo nei rispettivi paesi di provenienza.[27] Intorno allo stesso periodo, il gruppo ha diffuso una serie di otto video di breve durata attraverso YouTube, il cui ultimo ha rivelato la partecipazione vocale della cantante contemporary R&B Kiiara nel brano Heavy, pubblicato come primo singolo il 16 dello stesso mese.[28] Il relativo video musicale è stato diretto da Tim Mattia e reso disponibile il 9 marzo 2017.[29] Tale brano, dopo essere stato eseguito in versione acustica in streaming su Facebook nel giorno della sua pubblicazione,[30] è stato presentato il 27 febbraio presso il programma televisivo statunitense The Late Late Show with James Corden,[31] durante il quale è stato eseguito per la prima volta anche il brano Invisible.[32]
Il 17 marzo i Linkin Park hanno pubblicato il secondo singolo Battle Symphony insieme al relativo lyric video,[33] mentre il 13 aprile il sito HipHop-N-More ha reso disponibile in streaming il terzo singolo Good Goodbye, realizzato in partecipazione con i rapper Pusha T e Stormzy;[34] anche per esso è stato realizzato un lyric video, distribuito il giorno seguente.[35] Il 5 maggio è stato invece diffuso il video musicale, a cui ha preso parte anche l'ex cestista Kareem Abdul-Jabbar.[36] Il 10 maggio 2017 Invisible è stato trasmesso in anteprima sul programma radiofonico di Apple Music Beats 1, condotto da Zane Lowe,[37] venendo accompagnato da un lyric video diretto da Jose Lun.[38] Tre giorni dopo, il fan club ufficiale del gruppo ha organizzato un preascolto dell'album tra il 16 e il 18 maggio in alcune nazioni da loro selezionate.[39]
Il 19 giugno Shinoda e Phoenix hanno annunciato la pubblicazione di un video live del brano Talking to Myself, le cui riprese sono state effettuate dai fan che hanno preso parte al concerto del gruppo tenuto il giorno seguente allo Ziggo Dome di Amsterdam.[40] Estratto come singolo il 25 luglio negli Stati Uniti,[41] il brano è stato promosso anche dal video ufficiale, uscito il 20 luglio.[42]
L'album è stato inoltre promosso dal relativo One More Light World Tour, la cui tappa europea si è svolta tra maggio e luglio 2017 e ha visto i Linkin Park esibirsi in vari festival quali l'Hellfest in Francia, l'Independent Days Festival in Italia e il Nova Rock in Austria. Il tour sarebbe dovuto proseguire anche negli Stati Uniti d'America tra il 27 luglio e il 22 ottobre, con Machine Gun Kelly in qualità di artista ospite;[43] tuttavia, il 20 luglio 2017 Bennington è stato trovato morto nella sua casa di Palos Verdes Estates,[15] qualche ora dopo la pubblicazione da parte del gruppo del video di Talking to Myself,[44] portando il gruppo a cancellare il tour.[45]
Nel mese di settembre 2017 è stata annunciata la pubblicazione di un sesto singolo, l'omonimo One More Light, tra il 2 e il 3 ottobre nelle stazioni radiofoniche statunitensi.[46][47] Il relativo video, diretto da Joe Hahn e da Mark Fiore e realizzato in memoria di Bennington, è stato reso disponibile attraverso il canale YouTube dei Linkin Park a partire dal 18 settembre.[48] Il 25 ottobre il singolo è stato pubblicato per il download digitale in una versione remixata dal DJ statunitense Steve Aoki.[49]
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Recensione | Giudizio |
---|---|
AllMusic[1] | |
Classic Rock[50] | |
Evening Standard[51] | |
Newsday[3] | B+ |
NME[2] | |
Rock Sound[52] | 6/10 |
One More Light è venuto incontro a recensioni generalmente negative da parte della critica specializzata. Il portale Metacritic riporta un punteggio di 46 su 100, che indica recensioni «miste o medie».[53] NME ha criticato la qualità dell'album, assegnando una stella su dieci e spiegando che «È duro criticare un grande gruppo per aver provato qualcosa di diverso e non è un problema che si tratti di un album pop. Il problema è che è una mossa commerciale debole e commovente (forse per competere con i Twenty One Pilots)».[2] Anche Neil Z. Yeung di AllMusic ha condiviso tale opinione, spiegando che «Il problema non è tanto il fatto che si tratti di un album pop; anzi ottengono punti per un coraggioso tentativo così fuori dalla loro portata. Il problema è che gran parte di One More Light è priva di quella carica viscerale che precedentemente ha definito gran parte del loro catalogo... non c'è alcun scream da parte di Chester Bennington, non ci sono quasi tutti i riff e DJ Hahn è scomparso dal processo di registrazione».[1]
La rivista Classic Rock ha invece criticato il completo distacco dei Linkin Park dal rock, affermando che l'album «è come se Ed Sheeran suonasse come gli Extreme Noise Terror. Con One More Light i Linkin Park dicono addio al rock».[50] Troy L. Smith di The Plain Dealer ha descritto i brani Nobody Can Save Me e Invisible come «brani pop ben confezionati», ma ha anche notato che «ciò non impedirà ai fan più accaniti dei Linkin Park di mostrare apprezzamento verso la lamentosa Halfway Right o la noiosa title track. Diamine, persino la EDM alla Skrillex può salvare Sorry for Now dal territorio banale».[54]
Non mancano tuttavia recensioni positive riguardo al settimo album del gruppo. Newsday ha assegnato B+ a One More Light, lodando la nuova direzione dei Linkin Park, comparandola ai lavori dei Coldplay e dei Owl City e concludendo che «One More Light mostra come i Linkin Park abbiano ben assorbito la scena pop attuale ed applicata alla propria musica per mostrare in maniera genuina chi sono oggi, non come alcuni loro fan vogliono che loro siano».[3]
Risposta del gruppo
[modifica | modifica wikitesto]I Linkin Park, in particolar modo il frontman Chester Bennington, hanno risposto alle varie ricezioni negative sull'album.[55] In un'intervista concessa in un primo momento a Music Week e successivamente anche a Kerrang!, Bennington, riguardo alle accuse di alcuni fan che definivano il gruppo «venduto», ha risposto che li «prenderebbe volentieri a pugni in faccia» e che «dovrebbero levarsi dalle palle» dalle precedenti sonorità del gruppo, in particolare dal primo album in studio Hybrid Theory.[56][57] Anche l'altro frontman del gruppo, Mike Shinoda, intervistato da Kerrang!, ha respinto le voci inerenti al fatto che il gruppo avesse composto l'album «per ragioni monetarie» rispondendo che «non è così che io lavoro».[57]
Successivamente il cantante degli Slipknot e degli Stone Sour Corey Taylor ha dichiarato di aver compreso le frustrazioni di Bennington, ma gli ha consigliato di pensare di essere «fortunato per quello che hai, sii fortunato per il fatto che la gente viene ancora a vederti e ad ascoltare la tua musica. Dai loro del tempo».[58] Attraverso il social network Twitter, Bennington ha risposto che ha accettato le dichiarazioni di Taylor, spiegando:[59]
«Sono d'accordo con lui. Apprezzo i nostri fan. Sono umano e talvolta prendo le cose troppo personalmente... La maggior parte dei nostri fan sono stati molto positivi ultimamente. Alcuni... non tanto. Si vede che c'è molta passione da entrambi i lati e sono grato a tutti i nostri fan. Corey è un bravo ragazzo e apprezzo anche lui. Datemi il tempo per ricalibrare la mia prospettiva. Così dico a tutti i nostri fan. Grazie, vi amo.»
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]Musiche dei Linkin Park.
- Nobody Can Save Me – 3:45 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Jon Green)
- Good Goodbye (feat. Pusha T and Stormzy) – 3:31 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Jesse Shatkin, Terrence Thornton, Michael Omari)
- Talking to Myself – 3:51 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Ilsey Juber, JR Rotem)
- Battle Symphony – 3:36 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Jon Green)
- Invisible – 3:34 (testo: Mike Shinoda, Justin Parker)
- Heavy (feat. Kiiara) – 2:49 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Chester Bennington, Julia Michaels, Justin Tranter)
- Sorry for Now – 3:23 (testo: Mike Shinoda)
- Halfway Right – 3:37 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Chester Bennington, Ross Golan)
- One More Light – 4:15 (testo: Mike Shinoda, Francis White)
- Sharp Edges – 2:58 (testo: Mike Shinoda, Brad Delson, Ilsey Juber)
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]Hanno partecipato alle registrazioni, secondo le note di copertina:[60]
- Gruppo
- Chester Bennington – voce, cori (tracce 5 e 7)
- Rob Bourdon – batteria, cori (tracce 2 e 3)
- Brad Delson – chitarra, cori (tracce 2 e 3)
- Phoenix – basso, cori (tracce 2 e 3)
- Joe Hahn – campionatore, programmazione, cori (tracce 2 e 3)
- Mike Shinoda – tastiera, voce (tracce 2, 3, 5 e 7), cori
- Altri musicisti
- Jon Green – chitarra, cori e basso aggiuntivi (traccia 1)
- Pusha T – voce (traccia 2)
- Stormzy – voce (traccia 2)
- Andrew Jackson – chitarra aggiuntiva (traccia 3)
- Ilsey Juber – cori (tracce 3 e 10)
- Jesse Shatkin – tastiera e programmazione aggiuntive (traccia 5)
- Kiiara – voce (traccia 6)
- Ross Golan – cori (traccia 8)
- Eg White – chitarra e pianoforte (traccia 9)
- Produzione
- Mike Shinoda – produzione, ingegneria del suono, direzione creativa, fotografia aggiuntiva
- Brad Delson – produzione
- Ethan Mates – ingegneria del suono
- Josh Newell – ingegneria del suono
- Alejandro Baima – assistenza tecnica
- Warren Willis – assistenza tecnica
- Jerry Johnson – assistenza tecnica
- Jon Green – produzione aggiuntiva (traccia 1)
- Andrew Bolooki – produzione vocale (tracce 1-4, 6-8)
- Serban Ghenea – missaggio (tracce 1, 5-7)
- John Hanes – ingegneria al missaggio (tracce 1, 5-7)
- Jesse Shatkin – produzione aggiuntiva (traccia 2), coproduzione (traccia 5)
- Manny Marroquin – missaggio (tracce 2-4, 8-10)
- Chris Galland – ingegneria al missaggio (tracce 2-4, 8-10)
- Jeff Jackson – assistenza (tracce 2-4, 8-10)
- Robin Florent – assistenza (tracce 2-4, 8-10)
- Chris Gehringer – mastering
- JR Rotem – coproduzione (traccia 3)
- Andrew Jackson – produzione aggiuntiva (traccia 3)
- Andrew Dawson – produzione aggiuntiva (traccia 5)
- RAC – produzione aggiuntiva (tracce 5 e 10)
- Emily Wright – produzione vocale (tracce 5, 6, 9 e 10)
- Blackbear – coproduzione (traccia 7)
- Andrew Goldstein – coproduzione (traccia 7)
- Michael Keenan – produzione aggiuntiva (tracce 7 e 8)
- Alexander Spit – produzione aggiuntiva (traccia 8)
- Frank Maddocks – direzione creativa, direzione artistica, grafica, fotografia
- Joe Hahn – direzione creativa
- Peter J. Lee – direzione creativa, direzione artistica, grafica, fotografia aggiuntiva
- Christian Tachiera – fotografia aggiuntiva
- Lorenzo Errico – fotografia aggiuntiva
Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Classifiche settimanali
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (2017) | Posizione massima |
---|---|
Australia[61] | 3 |
Austria[61] | 1 |
Belgio (Fiandre)[61] | 1 |
Belgio (Vallonia)[61] | 3 |
Canada[62] | 1 |
Corea del Sud[63] | 4 |
Danimarca[61] | 6 |
Finlandia[61] | 2 |
Francia[61] | 14 |
Germania[61] | 2 |
Giappone[64] | 6 |
Irlanda[65] | 6 |
Italia[61] | 4 |
Norvegia[61] | 8 |
Nuova Zelanda[61] | 4 |
Paesi Bassi[61] | 5 |
Polonia[66] | 7 |
Portogallo[61] | 2 |
Regno Unito[67] | 4 |
Repubblica Ceca[68] | 1 |
Spagna[61] | 6 |
Stati Uniti[62] | 1 |
Stati Uniti (alternative)[62] | 1 |
Stati Uniti (rock)[62] | 1 |
Stati Uniti (tastemaker)[62] | 9 |
Svezia[61] | 7 |
Svizzera[61] | 1 |
Ungheria[69] | 1 |
Classifiche di fine anno
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (2017) | Posizione |
---|---|
Australia[70] | 59 |
Austria[71] | 30 |
Belgio (Fiandre)[72] | 52 |
Belgio (Vallonia)[73] | 76 |
Corea del Sud[74] | 52 |
Germania[75] | 23 |
Giappone[76] | 71 |
Italia[77] | 40 |
Norvegia[78] | 97 |
Nuova Zelanda[79] | 49 |
Paesi Bassi[80] | 63 |
Regno Unito[81] | 95 |
Spagna[82] | 96 |
Stati Uniti[83] | 90 |
Stati Uniti (rock)[84] | 7 |
Svizzera[85] | 22 |
Ungheria[86] | 27 |
Classifica (2018) | Posizione |
Italia[87] | 84 |
Ungheria[88] | 92 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Neil Z. Yeung, One More Light, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ a b c d (EN) Linkin Park - One More Light (review), su NME. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ a b c d (EN) Linkin Park goes 'Pop', su Newsday. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ (EN) Rich Chamberlain, Linkin Park's Brad Delson talks One More Light: "There really is a ton of guitar on this album", su MusicRadar, 3 aprile 2017, p. 2. URL consultato l'8 aprile 2017.«We started writing these songs in November 2015 and worked on these songs every day from then until February 2017»
- ^ (DE) Linkin Park - One More Light – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 9 aprile 2019.
- ^ (DA) One More Light, su IFPI Danmark. URL consultato il 30 settembre 2023.
- ^ (FR) Linkin Park - One More Light – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 27 ottobre 2022.
- ^ (DE) Linkin Park – One More Light – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 15 dicembre 2017.
- ^ (PL) oficjalna lista wyróżnień, su OLiS. URL consultato il 22 febbraio 2023. Digitare "Linkin Park" in "wyszukaj interesującą Cię frazę".
- ^ (EN) One More Light, su British Phonographic Industry. URL consultato il 2 gennaio 2019.
- ^ (EN) Linkin Park - One More Light – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 19 marzo 2019.
- ^ (HU) Arany- és platinalemezek › Adatbázis - 2017, su Hivatalos magyar slágerlisták, Magyar Hangfelvétel-kiadók Szövetsége. URL consultato il 3 aprile 2021.
- ^ One More Light (certificazione), su FIMI. URL consultato il 27 agosto 2018.
- ^ a b (EN) Jon Blistein, Linkin Park Preview New Album 'One More Light' With Anthemic Song 'Heavy', su Rolling Stone, 16 febbraio 2017. URL consultato l'8 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2020).
- ^ a b (EN) Linkin Park's Chester Bennington Committed Suicide: Report, su Billboard. URL consultato il 20 luglio 2017.
- ^ (EN) Christopher R. Weingarten, New Linkin Park LP Expected This Year, su Rolling Stone, 20 gennaio 2016. URL consultato l'8 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2016).
- ^ Linkin Park: «Abbiamo una montagna di materiale per il nuovo album», su Rolling Stone Italia, 8 aprile 2016. URL consultato l'8 aprile 2017.
- ^ (EN) LINKIN PARK's MIKE SHINODA Offers New Album Update, su Blabbermouth.net, 25 aprile 2016. URL consultato l'8 aprile 2017.
- ^ (EN) Chad Childers, Chester Bennington on Upcoming Linkin Park Album: 'The New Songs Are Amazing', su Loudwire, 2 settembre 2016. URL consultato l'8 aprile 2017.
- ^ (EN) Melina Robinson, Q+A: Chester Bennington talks Kings of Chaos, Linkin Park, his big family of kids and animals, su Robin Leach, 2 dicembre 2016. URL consultato l'8 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2016).
- ^ (EN) LINKIN PARK Is Trying To Make An Album With 'Stellar Songs', su Blabbermouth.net, 7 febbraio 2017. URL consultato l'8 aprile 2017.
- ^ a b c (EN) Rich Chamberlain, Linkin Park's Brad Delson talks One More Light: "There really is a ton of guitar on this album", su MusicRadar, 3 aprile 2017. URL consultato il 4 giugno 2017.
- ^ (EN) Mike shinoda of linkin park interview with zane lowe beats 1 radio february 12 2017, su AntiDiary, 12 febbraio 2017. URL consultato il 4 giugno 2017.
- ^ (EN) Gary Graff, Linkin Park's Mike Shinoda Talks 'Heavy' New Single & Hooking up With Kiiara, su Billboard, 16 febbraio 2017. URL consultato il 4 giugno 2017.
- ^ (EN) Derek Oswald, Album Review: Linkin Park – One More Light, su AltWire, 13 maggio 2017. URL consultato il 6 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2021).
- ^ (EN) David Sackllah, Linkin Park – One More Light, su Consequence, 22 maggio 2017. URL consultato il 6 novembre 2017.
- ^ (EN) Linkin Park Global Ambassadors, su Linkin Park, 1º febbraio 2017. URL consultato il 15 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2017).
- ^ (EN) Linkin Park Debut New Song 'Heavy' Featuring Kiiara, su radio.com, 16 febbraio 2017. URL consultato l'8 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2017).
- ^ Guarda 'Heavy', il nuovo video dei Linkin Park, su Rolling Stone Italia, 9 marzo 2017. URL consultato l'8 aprile 2017.
- ^ (EN) LINKIN PARK Performs New Single 'Heavy' On Facebook Live (Video), su Blabbermouth.net, 16 febbraio 2017. URL consultato il 13 giugno 2017.
- ^ (EN) Joe DiVita, Watch Linkin Park Perform 'Heavy' on 'The Late Late Show With James Corden' With Guest Kiiara, su Loudwire, 28 febbraio 2017. URL consultato il 28 febbraio 2017.
- ^ (EN) Michael Christopher, Linkin Park Perform 'Invisible' on 'The Late Late Show with James Corden', su Loudwire, 13 giugno 2017. URL consultato il 13 giugno 2017.
- ^ (EN) Chad Childers, Linkin Park Unveil Lyric Video for New Song 'Battle Symphony', su Loudwire, 17 marzo 2017. URL consultato l'8 aprile 2017.
- ^ (EN) Listen To Linkin Park's New Single 'Good Goodbye' Feat. Pusha T & Stormzy, su HipHop-N-More, 13 aprile 2017. URL consultato il 13 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2017).
- ^ (EN) Scott Munro, Linkin Park release lyric video for Good Goodbye, su Team Rock, 14 aprile 2017. URL consultato il 15 aprile 2017.
- ^ (EN) Elias Leight, See Linkin Park, Pusha T, Stormzy on Stark Basketball Court in New Video, su Rolling Stone, 5 maggio 2017. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2017).
- ^ (EN) Invisible - Zane Lowe #WorldRecord Premiere on Beats 1 - Apple Music, su Linkin Park, 9 maggio 2017. URL consultato il 10 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2017).
- ^ Linkin Park, Invisible (Official Lyric Video) - Linkin Park, su YouTube, 10 maggio 2017. URL consultato il 10 maggio 2017.
- ^ (EN) One More Light - Listening Parties, su Linkin Park, 13 maggio 2017. URL consultato il 14 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2017).
- ^ FanFootage, Linkin Park FanFootage Instructions from Mike & Dave for Amsterdam Ziggo June 2017, su YouTube, 19 giugno 2017. URL consultato il 21 giugno 2017.
- ^ (EN) Future Releases, su AllAccess. URL consultato il 30 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2017).
- ^ Linkin Park, Talking To Myself (Official Video) - Linkin Park, su YouTube, 20 luglio 2017. URL consultato il 20 luglio 2017.
- ^ (EN) Chad Childers, Linkin Park Announce Summer 2017 North American Dates With Machine Gun Kelly, su Loudwire, 2 maggio 2017. URL consultato il 24 luglio 2017.
- ^ (EN) Roisin O'Connor, Chester Bennington dead: Linkin Park released new music video hours before singer's apparent suicide, su The Independent, 20 luglio 2017. URL consultato il 21 luglio 2017.
- ^ (EN) Daniel Kreps, Linkin Park Cancel Tour After Chester Bennington's Death, su Rolling Stone, 21 luglio 2017. URL consultato il 24 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2020).
- ^ (EN) Hot/Modern/AC Future Releases, su AllAccess. URL consultato il 17 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2017).
- ^ (EN) Top 40/M Future Releases, su AllAccess. URL consultato il 17 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2017).
- ^ (EN) LINKIN PARK Announce Hollywood Bowl Concert In Honour Of CHESTER BENNINGTON; "One More Light" Music Video Posted, su BraveWords, 18 settembre 2017. URL consultato il 18 settembre 2017.
- ^ (EN) John Hill, Steve Aoki Honors Chester Bennington in New Remix of Linkin Park's 'One More Light', su Loudwire, 25 ottobre 2017. URL consultato il 6 novembre 2017.
- ^ a b (EN) Linkin Park - One More Light album review, su Team Rock. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ (EN) Linkin Park, One More Light review: 'Light blips and chipmunk vocal samples', su Evening Standard. URL consultato il 22 maggio 2017.
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Neil Z. Yeung, One More Light, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) One More Light, su Discogs, Zink Media.
- (EN) One More Light, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) One More Light, su Genius.com.
- (EN) One More Light, su Metacritic, Red Ventures.