Peccia (Lavizzara)
Peccia frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Vallemaggia |
Comune | Lavizzara |
Territorio | |
Coordinate | 46°24′N 8°39′E |
Altitudine | 840[1] m s.l.m. |
Abitanti | 189 (2003) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6695 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5320 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Peccia è una frazione di 189 abitanti del comune svizzero di Lavizzara, nel Canton Ticino (distretto di Vallemaggia).
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio comprendeva un tempo la valle di Peccia[2] con le frazioni Veglia, Cortignelli, San Carlo (anticamente denominata Torni[senza fonte]) e Piano[1][2]. Il territorio patriziale comprende in valle di Peccia i laghetti alpini della Froda, della Zòta, Laiòzz, del Coro e Taneda[3].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'antico villaggio è stato ricostruito dopo le alluvioni avvenute nel 1834 e nel 1868[1][2]. La località di San Carlo fino all'inizio del XX secolo fu centro della lavorazione della pietra ollare[1][2] con torni idraulici[senza fonte].
Tra l'11 e il 12 febbraio 1951, la valle di Peccia fu colpita da numerose valanghe.[4] Una di esse rase al suolo l'oratorio di Sant'Antonio, situato nei pressi della località Piano[5]. A seguito di tali valanghe, la via di accesso valle restò chiusa al traffico veicolare fino al 10 aprile dello stesso anno[6].
Già comune autonomo che si estendeva per 54,26 km², il 4 aprile[senza fonte] 2004 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Broglio, Brontallo, Fusio, Menzonio e Prato-Sornico per formare il comune di Lavizzara.
Nel luglio 2024, la valle di Peccia è stata devastata da un'alluvione.[7][8][9]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate, eretta nel XVI secolo e ricostruita dopo il 1868[2];
- Chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo in località San Carlo, eretta nel 1617[2];
- Oratorio della Pietà, eretto nel 1765[senza fonte];
- Oratorio della Madonna della Misericordia, eretto forse nel XVII secolo[senza fonte];
- Oratorio della Madonna del Carmine, attestato dal 1597[senza fonte];
- Oratorio della Madonna di Einsiedeln[senza fonte];
- Oratorio della Madonna della Neve, in località Pian Fora[senza fonte], nei pressi della località San Carlo[10];
- Oratorio della Madonna delle Grazie[senza fonte];
- Cappelle votive[senza fonte].
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Rifugio Poncione di Braga, sulle falde del monte omonimo, posto a 2 000 m s.l.m.[11];
- Rifugio Zotta in valle di Peccia, posto a 2 119 m s.l.m.[12];
- Bivacco Arcön in valle di Peccia, posto a 1 411 m s.l.m.[13].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[2]:
Abitanti censiti[14]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Le frazioni, su sito istituzionale del comune di Lavizzara. URL consultato il 4 dicembre 2017.
- ^ a b c d e f g Daniela Pauli Falconi, Peccia, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 4 dicembre 2017.
- ^ Froda, Zòta, Laiòzz, Coro, Taneda, su www4.ti.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
- ^ Galliciotti, pp. 15-20.
- ^ Galliciotti, p. 9.
- ^ Galliciotti, p. 33.
- ^ Valli stravolte, ma dopo la paura c'è la resilienza, su Corriere del Ticino, 3 luglio 2024. URL consultato il 18 settembre 2024.
- ^ Piano di Peccia devastato, il video: «Temono di essere abbandonati», su Ticinonline, 5 luglio 2024. URL consultato il 18 settembre 2024.
- ^ Uno sfollato dal Piano di Peccia: «Pioveva così forte che non abbiamo sentito la frana cadere», su blue News. URL consultato il 18 settembre 2024.
- ^ Galliciotti, didascalia alla foto 25
- ^ Poncione di Braga [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
- ^ Zotta [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
- ^ Arcön [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
- ^ Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 250.
- Fiorentino Galliciotti (a cura di), Il flagello bianco nel Ticino, Bellinzona, Arti grafiche Arturo Salvioni & co., 1953.
- Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 194.
- Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 238, 262, 265, 266, 267, 376, 395.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Peccia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito istituzionale del comune di Lavizzara, su lavizzara.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2019).
- Daniela Pauli Falconi, Peccia, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 4 dicembre 2017.
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