Peter Scheider

Peter Scheider
NascitaMonaco, 2 luglio 1890
Morte13 gennaio 1976
Dati militari
Paese servito Impero austro-ungarico
Germania (bandiera) Germania nazista
Forza armataImperiale e regio esercito
Wehrmacht
ArmaFanteria
Corpok.k. Landesschützen
Repartok.k. Landesschützen Regiment "Innichen" n. III
Anni di servizio1914-1918
1939-1945
GradoHauptmann der reserve
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante diHochgebirgskompanie 17
Decorazionivedi qui
dati tratti da Der Militär-Maria Theresien-Orden die Auszeichnungen im Weltkrieg 1914-1918[1]
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Peter Scheider (Monaco, 2 luglio 189013 gennaio 1976) è stato un militare austro-ungarico particolarmente distintosi nel corso della prima guerra mondiale dove fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Maria Teresa e la Medaglia d'onore al valor militare in oro. Dopo l'Anschluss entrò a far parte della Wehrmacht tedesca, e durante il corso della seconda guerra mondiale, con il grado di Hauptmann der Reserve si distinse nei Balcani, in Russia e Finlandia.

Figlio di un falegname, nacque a Monaco il 2 luglio 1890.[1] Dopo aver studiato a Innsbruck per divenire insegnante, ricevette il suo primo incarico nel distretto di Kitzbühel.[2] Tra il 1912 e il 1913 prestò servizio militare solo per brevi periodi in qualità di riservista, ciascuno della durata di quattro settimane.[1] Dopo la mobilitazione generale del 1914 prestò servizio, inizialmente come riservista, nel k.k. Landesschützen Regiment "Innichen" n. III tirolese.[1] Prestò servizio con tale reparto, divenendo sottufficiale, fino a quando non fu trasferito al Kaiserschützen-Regiment n. III nel 1916 come allievo ufficiale.[1] All'epoca era stato decorato con le Medaglie d'onore in argento di 1ª e 2ª classe.[2]

Promosso leutnant il 1º dicembre 1917, nelle primavera dell'anno successivo assunse il comando della Hochgebirgskompanie 17[N 1] che accanto a diverse altre compagnie similari lasciò le sue posizioni nell'area di Presena, a sud-est del Passo del Tonale, per prendere parte al previsto attacco contro la fortemente difesa cresta del Lagoscuro[N 2][1] Le posizioni italiane nel settore della val Presena erano situate sulla cresta difficilmente oltrepassabile del ghiacciaio Presena (3329 m) e sembravano inattaccabili, e per questo motivo fu prevista una missione urgente per le compagnie di alta montagna.[1] Nel mezzo dei preparativi per l'attacco, tra il 24 ed il 25 maggio 1918 l'artiglieria bombardò le posizioni austriache sulla cresta delle Marocche, che furono attaccate e occupate con successo attorno al mezzogiorno del 25 dai plotoni di arditi.[2] Cadde in mano italiana anche lo sperone roccioso a sud della Cima Presena, detto Zigolon, mentre verso sera fu conquistata la Cima stessa.[1] Verso sera inoltrata l'attacco fu sospeso, a causa del fuoco delle mitragliatrici austriache, e con esso terminò la prima fase dell'operazione.[2]

La seconda fase ebbe luogo il giorno successivo, il 26. Fu aperta a notte fonda dal bombardamento italiano delle ridottine austriache della conca, del passo Paradiso e dei Monticelli, e fu seguita dalla discesa dei reparti italiani verso il passo Paradiso, conquistato assieme ai Monticelli, dopo un aspro combattimento; solo la quota 2432 del Monticello Inferiore rimase in mano austriaca.[1] In questa situazione estremamente critica, le Hochgebirgskompanie 17 (Leutnant Peter Scheider) e 28 (Oberleutnant Toni Kaserer) alle 03:30 del 26 maggio 1918 ricevettero l'ordine dall'Oberstleutnant Steiner, comandante del settore, di occupare e mantenere le posizioni sulla cresta est del Monticello (3 km a est del Passo del Tonale) al fine di consentire il ritiro delle forze austro-ungariche, respingendo gli attacchi italiani fino alle 11:00.[3] Le due compagnie di alta montagna mantennero le posizioni su una cresta esposta per 24 ore al fuoco pesante dell'artiglieria nemica, venendo poi rilevate da un Feldjägerbattalion.[2] Entro il 27 maggio la quasi totalità della conca di Presena cadde in mano italiana.[2]

Il contrattacco austro-ungarico (Operazione Lawine) fu programmato per il 13 giugno 1918,[3] portato da due reggimenti e vari Feldjägerbattalion che avrebbero attaccato il Passo del Tonale e la Presena a sud del Tonale dopo una adeguata preparazione dell'artiglieria.[2] Prima dell'attacco, tuttavia, la Hochgebirgskompanie 17 avrebbe attaccato e conquistato la Cresta dei Monticelli, a 2591 m di quota.[3] L'azione iniziò con la distruzione del plotone di riserva della compagnia, colpito e distrutto alle 06:00 da due colpi ben diretti dell'artiglieria nemica.[3] Sostenuti dal fuoco della propria artiglieria che era controbattuta da quella italiana, e dal tiro di due mitragliatrici, si lanciò con i suoi uomini all'attacco delle posizioni italiane, che furono definitivamente conquistate alle 07:30.[4] Le perdite tra i suoi uomini furono gravissime, si salvarono solo lui e 39 uomini, e furono catturati 189 prigionieri, 1 mortaio e una grande quantità di materiale bellico.[3]

Decorato della Medaglia d'onore al valor militare in oro per gli ufficiali, dopo la fine della guerra tornò ad insegnare, e nel 1931 fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Maria Teresa.[1] Allo scoppio della seconda guerra mondiale assunse il comando della guarnigione di Wörgl con il grado di hauptmann der reserve nella Wehrmacht tedesca.[2] Come comandante di un battaglione di cacciatori da montagna prese parte ad operazioni belliche in Finlandia, Russia e nei Balcani.[2] Dopo la fine del secondo conflitto mondiale ritornò a insegnare, ricevendo un dottorato il 18 dicembre 1948 e si ritirò definitivamente a vita privata nel 1953.[2] Si spense il 13 gennaio 1976 all'età di 85 anni.[2]

Onorificenze austro-ungariche

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Onorificenze estere

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  1. ^ Compagnia di alta montagna n. 17.
  2. ^ Tale cresta si trovava a 3 km a sud del Passo del Tonale.
  • (DE) Carl Freiherrn von Bardolff, Oskar von Hoffman e Gustav von Hubka, Der Militär-Maria Theresien-Orden - die Auszeichnungen im Weltkrieg 1914-1918, Wien, Militärwissenschaftliche Mitteilungen, 1944.

Collegamenti esterni

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  • (EN) Peter Scheider, su Austro-hungarian Army. URL consultato il 14 giugno 2020.
  • (DE) Peter Scheider, su Dorotheum. URL consultato il 14 giugno 2020.