Re Lear (film sovietico 1971)

Re Lear
Jüri Järvet nei panni di Re Lear
Titolo originaleКороль Лир ("Korol Lir", trad. dal russo)
Lingua originalerusso
Paese di produzioneUnione Sovietica
Anno1970
Durata139 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico
RegiaGrigorij Kozincev
SoggettoWilliam Shakespeare
SceneggiaturaGrigorij Kozincev
Interpreti e personaggi

Re Lear è un film sovietico del 1970 diretto da Grigorij Kozincev. Appartiene alla “trilogia classica” del regista russo che comprende anche Don Chisciotte e Amleto, realizzati rispettivamente nel 1957 e nel 1964[1].

Lear piange la morte di Cordelia, nel quadro di James Barry

Tratto dall'omonima opera di Shakespeare, il film narra la storia di Re Lear, sovrano britannico che, vecchio e stanco, prossimo ad abdicare affida a ognuna delle tre figlie una parte del regno in cambio di una dichiarazione di assoluta devozione filiale. Cordelia, non disposta a cedere all'adulazione, viene perciò bandita assieme al conte di Kent che la difende schierandosi al suo fianco; e, pur diseredata, è accolta in sposa dal re di Francia. Ma le altre due figlie, Goneril e Regan, venendo meno alla fedeltà dichiarata, inducono il padre a rifiutare la loro scostante ospitalità abbandonandolo a vagabondare fra le intemperie.

Parallelamente si snoda la vicenda dei due fratelli Edgar ed Edmund, il primo aperto e leale e il secondo falso e intrigante. Edgar, per sfuggire alle calunnie del fratello, è costretto a rintanarsi in una capanna nella quale troverà rifugio anche Lear assieme al Fool e al fedele conte di Kent che camuffato protegge in incognito il sovrano. Lear mentalmente e fisicamente stremato impazzisce; lacero e trasandato, raggiunge Dover dov'è sbarcato l'esercito francese; qui Edgar vendica gli inganni e i tradimenti di Edmund uccidendolo in un duello, e il re ritrova Cordelia con la quale si riconcilia ammettendo i propri torti. Genitore e figlia, fatti prigionieri dall'esercito inglese vincitore su quello francese, vanno incontro a un comune destino: Cordelia è giustiziata sotto gli occhi del padre che muore stroncato dal dolore.

Dmitrij Šostakovič (1950)

Il King Lear di Kozincev è il primo film sonoro della storia del cinema che si richiama alla tragedia omonima di Shakespeare[2], ed è influenzato da alcune delle tematiche inquietanti emerse negli anni sessanta del secolo scorso, tra le quali l'incubo nucleare, le persecuzioni religiose e il ritorno di forme totalitarie con la soppressione delle libertà[3]. La trasposizione filmica dell'opera shakespeariana si basa sulla traduzione del lavoro teatrale eseguita da Boris Pasternak[4] e risulta filtrata in particolare dallo spirito e dall'arte di Dostoevskij, Gogol' e Mejerchol'd[5], e più in generale dalla sensibilità della cultura russa[6].

Per rendere l'opera cinematografica vicina alla vita e per non edulcorare il dolore presente nella tragedia, il regista scelse di utilizzare una pellicola in bianco e nero[7] contribuendo così a fornire allo spettatore una messinscena disadorna e fuori da ogni contesto storico[2]; e di mettere in rilievo la forza espressiva dei volti e degli sguardi, ben più eloquenti, secondo il regista, dei panorami e degli scontri fra gli eserciti[8].

Scorcio del Kazantip

Il ruolo di attore protagonista fu affidato a Jüri Järvet, fisicamente inadatto alla parte ma provvisto di una straordinaria tensione espressiva[9]. Estone di nazionalità e di lingua, Järvet fu in un primo tempo istruito sul testo della tragedia nel suo idioma ma ben presto, in sintonia con i gusti filmici di Kozincev, cominciò tenacemente a impadronirsi della lingua russa e delle battute del testo di Pasternak[10].

Gli interni del film sono ricostruiti negli studi di posa. Per le scene esterne, fu scelta la zona del Mar d'Azov, e la penisola di Kazantip venne individuata per la riproduzione del promontorio di Dover[11].

La colonna sonora è opera del musicista Dmitrij Šostakovič, che aveva già composto le musiche per lo stesso lavoro teatrale nel 1940 e a cui il regista chiese espressamente un commento sonoro che facesse risaltare, secondo la sua interpretazione, la sofferenza trasmessa dalla tragedia shakespeariana[12]. Il compositore evitò quindi marce trionfali e marziali rulli di tamburi, e scrisse tra l'altro una dolente melodia che al suono dello zufolo accompagna il Fool[13] e caratterizza i tratti melanconici del personaggio[14].

Il Re Lear di Kozincev ha ricevuto il massimo riconoscimento al festival cinematografico di Teheran nel 1972[15], e l'anno successivo una nomination al Gold Hugo di Chicago[16].

  1. ^ Gelli, p. 353.
  2. ^ a b Morandini, p. 1122.
  3. ^ Tiffany Ann Conroy Moore, Kozintsev’s Shakespeare Films: Russian Political Protest in Hamlet and King Lear, p. 137.
  4. ^ Kozintsev, p. 42.
  5. ^ Kozintsev, p. 93.
  6. ^ Kozintsev, p. 216.
  7. ^ Kozintsev, p. 37.
  8. ^ Kozintsev, p. 207.
  9. ^ Mereghetti, p. 1588.
  10. ^ Kozintsev, pp. 76-7.
  11. ^ Kozintsev, p. 129.
  12. ^ Kozintsev, p. 242.
  13. ^ (EN) Doug Cummings, Kozintsev’s King Lear, su filmjourney.org, filmjourney.org. URL consultato il 14 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2013).
  14. ^ Gentili, pp. 49 e segg.
  15. ^ Kozintsev, p. 256.
  16. ^ (EN) Awards for Re Lear, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 13 luglio 2013.
  • Piero Gelli (direzione editoriale), Enciclopedia dello Spettacolo, Milano, Garzanti, 1976.
  • Vanna Gentili, La recita della follia, Torino, Einaudi, 1978.
  • (EN) Grigori Kozintsev, King Lear - The Space of Tragedy, London, Heinemann Educational Books Ltd, 1977, ISBN 0-435-18519-5. (Prostrantstvo Tragedii, 1973)
  • Paolo Mereghetti, Dizionario dei film 1998, Milano, Baldini&Castoldi, 1997, ISBN 88-8089-195-2.
  • Laura, Luisa e Morando Morandini, Dizionario dei film 2002, Bologna, Zanichelli, 2001, ISBN 88-08-10140-1.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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