È stata scavata nel 1915 e poi nel 1985: deve il suo nome a diverse iscrizioni elettorali che si trovavano sulla sua facciata, le quali si riferivano a personaggi della famiglia degli Aemili; al suo interno furono inoltre ritrovati alcuni oggetti utilizzati per la produzione di prodotti cosmetici.
Scavata tra il 1953 ed il 1955 e nuovamente nel 1985, presenta, superato l'ingresso, un piccolo cortile che si affaccia direttamente sul giardino, così come per il triclinio fenestrato; in tre piccole stanze sono presenti resti dell'intonaco in rosso pompeiano.
Chiamata anche Casa della Sibilla Pompeiana fu esplorata in varie tappe tra il 1954 ed il 1985: uno dei più importanti ritrovamenti furono una coppia di mani in bronzi, appartenenti al dio Sabazio, che avevano il compito di allontanare il malocchio; nella casa sono state inoltre ritrovate pitture raffiguranti Mercurio e Bacco e Venere e Priapo mentre l'esedra veniva utilizzata per banchetti e riti votivi e magici.
Deve il nome al proprietario di cui è stato ritrovato il sigillo e risale al II secolo a.C.: la maggior parte della struttura si sviluppa attorno all'atrio; di notevole interesse è il sistema di vasche: quella superiore era decorata con statue di divinità egizie, mentre quella inferiore, che attraversa il giardino, è divisa in tre scomparti, probabilmente per ospitare pesci; tra la vasca superiore e quella inferiore era posto il sacello.
Chiamata anche Casa di Messium Ampliatus fu scavata tra il 1916 ed il 1921 e si affaccia direttamente su Via dell'Abbondanza: oltre a due iscrizioni elettorali sulla facciata, il portale d'ingresso è caratterizzato sulla parte alta da uno stemma dell'età augustea, ossia una corona intrecciata con rami di quercia e di alloro; l'interno della casa risulta essere gravemente danneggiata a seguito di esplorazioni precedenti.
Costruita nel periodo augusteo, ha una pianta rettangolare e il perimetro è circondato da un colonnato, tranne sul lato est: al centro era posta una piscina con fondo inclinato.
Chiamata anche Casa del Profumiere, risale al III secolo a.C. ed è strutturata con un atrio, intorno al quale si aprono diverse stanze ed un corridoio che immette nel grande giardino, dove si è scoperto fossero coltivate essenze per profumi: probabilmente il padrone era un profumiere. Nella parte orientale del giardino è posto un triclinio, con un'edicola dedicata ad Ercole, di cui fu rinvenuto una statua in marmo.
È stata esplorata in varie tappe nel 1954, 1971 e 1987 e restaurata nel 1988: sulla porta d'ingresso presentava una raffigurazione di Mercurio, mentre all'interno un impluvium con cisterna e diverse stanze che conservano ancora tracce di affreschi tra cui alcuni, quasi a grandezza naturale, sulle colonne del triclinio, che raffigurano Priapo, Bacco ed altri soggetti come uccelli.
Così chiamata poiché al suo interno furono ritrovate numerose pietre preziose, presenta ancora tracce di intonaco, soprattutto nel triclinio, dove sono riscontrabili diverse figure umane e piante: questo ambiente si apre direttamente giardino, il quale a sua volta possiede un tavolo in pietra.
È stata esplorata negli anni cinquanta e restaurata nel 1988: al suo interno si sono conservate molte delle decorazioni parietali, soprattutto nella stanza dove è presente un larario decorato con raffigurazioni di fiori e amorini; sulle pareti delle altre stanze, intonacate in giallo ocra, si aprono quadretti raffiguranti personaggi mitologici e animali. Fu inoltre rinvenuta una statuetta in marmo di Venere.
Ha la caratteristica di avere anche il piano superiore, di cui si è ricostruita la balconata sulla facciata all'ingresso; all'interno, nel giardino, era stato costruito un piccolo santuario domestico, coprendo un precedente dipinto raffigurante Venere, di cui ne rimane solo una parte.