Regno d'Epiro
Regno d'Epiro | |
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Dati amministrativi | |
Lingue ufficiali | dorico |
Capitale | Passaron (330-295 a.C.) Ambracia (295-224 a.C.) Fenice (224-167 a.C.) |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia (330-231 a.C.) Repubblica federale (231-167 a.C.) |
Nascita | 330 a.C. con Eacide d'Epiro |
Causa | Unione dei Molossi, dei Tesprozi e dei Canoni sotto un'unica entità politica |
Fine | 167 a.C. con Lega epirota |
Causa | Invasione e annessione alla repubblica romana nella terza guerra macedonica |
Territorio e popolazione | |
Economia | |
Valuta | Dracma epirota |
Religione e società | |
Religione di Stato | Religione greca |
Cartina dell'Epiro | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Molossi Tesprozi Caoni |
Succeduto da | Macedonia (provincia romana) |
Il Regno d'Epiro fu una monarchia e poi repubblica federale che esistette nell'antico Epiro dal 330 al 167 a.C., anno del passaggio nella provincia romana di Macedonia col nome di Epirus Vetus. Ebbe come capitale prima Passaron, poi Ambracia ed infine Fenice.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Preistoria
[modifica | modifica wikitesto]L'Epiro è stato occupato sin dal neolitico da marinai e pescatori lungo la costa e da cacciatori e pastori indoeuropei nell'interno che, infiltratisi in queste terre a partire dall'età del bronzo, importarono la lingua greca nella regione[1]. Queste popolazioni seppellivano i loro capi in grandi tumuli simili a quelli delle successive tombe micenee, indicando forse un collegamento ancestrale tra l'Epiro e la civiltà micenea[1]. Alcune vestigia di epoca micenea sono state scoperte nell'Epiro[2].
I Dori che invasero la Grecia e in particolare il Peloponneso nella tarda età del bronzo (1100-1000 a.C.) provenivano dall'Epiro oltreché dalla Macedonia. Nella prima parte del I millennio a.C. tre tribù erano presenti in Epiro: i Molossi al centro, i Caoni a Nord e i Tesproti a sud[3].
Espansionismo molosso (470-330 a.C.)
[modifica | modifica wikitesto]La dinastia molossa degli Eacidi tra il 470 e il 370 a.C. si adoperò per creare uno stato centralizzato nell'Epiro, espandendosi a spese delle altre tribù rivali. Gli Eiacidi si allearono con un'altra potenza crescente, il regno di Macedonia e nel 359 a.C. la principessa molossa Olimpiade, figlia di Arriba d'Epiro, sposò re Filippo II di Macedonia. I due ebbero due figli tra cui Alessandro, il futuro Alessandro Magno. Dopo la morte di Arriba, Alessandro il Molosso, zio di Alessandro Magno, gli successe sul trono con il titolo di Re dell'Epiro[4].
Nel 334 a.C., mentre Alessandro Magno si espandeva in Asia, Alessandro il Molosso organizzò una spedizione nell'Italia meridionale a sostegno delle città-Stato greche della Magna Grecia contro alcune popolazioni italiche. Dopo alcuni successi, venne ucciso in battaglia nel 331 a.C. da un lucano[5].
Regno d'Epiro (330-231 a.C.)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 330 a.C., dopo la morte di Alessandro il Molosso, il termine "Epiro" appare per la prima volta nelle fonti greche come indicante una singola entità politica sotto la guida della dinastia molossa. Ad Alessandro il Molosso succedette Eacide che venne ucciso dai macedoni nel 313 a.C..
Il figlio di Eacide, Pirro, salì sul trono nel 306 a.C. e ancora nel 297 a.C.. Pirro, essendo un generale, andò in soccorso dei greci di Taranto e decise di iniziare una grande spedizione nella penisola italiana e in Sicilia. Grazie alle sue capacità da stratega gli Epiroti sconfissero i romani nella battaglia di Eraclea (280 a.C.). In seguito, le forze di Pirro raggiunsero la periferia di Roma ma furono costrette a ritirarsi per evitare uno scontro con una numerosa armata romana. L'anno seguente Pirro invase la Puglia (279 a.C.) vincendo la battaglia di Ascoli (279 a.C.) che gli costò tuttavia numerose perdite (cosiddetta Vittoria di Pirro)[6].
Nel 277 a.C. Pirro catturò la fortezza punica di Erice in Sicilia. Allo stesso tempo, a causa della sua condotta dispotica, perse il sostegno dei Sicelioti. Sebbene avesse sconfitto i cartaginesi in battaglia fu costretto ad abbandonare la Sicilia[7].
La campagna italiana di Pirro ebbe fine con la battaglia di Benevento (275 a.C.). Avendo perso gran parte dei suoi uomini decise di tornare in Epiro.
Lega epirota (231-167 a.C.)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 233 a.C., l'ultima sopravvissuta della dinastia reale Eacide, Deidamia II, venne assassinata. La sua morte portò la famiglia regnante epirota all'estinzione causando la scomparsa del regno e la nascita di una repubblica federale (sebbene di dimensione più ridotte rispetto al precedente regno). La nuova capitale epirota venne spostata a Fenice, il centro politico dei Caoni. L'Epiro, governato sotto l'egida della Lega epirota come stato federale dotato di un proprio "parlamento"[8], mantenne una certa rilevanza politico-militare.
Durante le prime due guerre macedoniche la lega epirota rimase neutrale, tuttavia durante la terza la lega si sciolse con i Molossi che si allearono con i Macedoni e i Caoni e i Tesproti con i Romani. La vittoria di Roma fu disastrosa per l'Epiro, circa 150.000 abitanti della Molossia furono resi schiavi[1].
Sovrani (470-231 a.C.)
[modifica | modifica wikitesto]- Admeto
- Tarripa
- Alceta I
- Neottolemo I
- Aribba
- Alessandro I
- Eacide
- Alceta II
- Pirro
- Neottolemo II
- Alessandro II
- Pirro II
- Tolomeo
- Pirro III
- Deidamia
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Epirus, su Encyclopaedia Britannica, Encyclopaedia Britannica, Inc.. URL consultato il 16 novembre 2013.
- ^ Tandy, 2001, p. 4; McHenry, 2003, p. 527: "Epirus itself remained culturally backward during this time, but Mycenean remains have been found at two religious shrines of great antiquity in the region: the Oracle of the Dead on the Acheron River, familiar to the heroes of Homer's Odyssey."
- ^ Boardman Hammond, 1982, p. 284.
- ^ Lewis Boardman, 1994, p. 438.
- ^ Lewis Boardman, 1994, p. 441; Walbank, 1989, p. 457.
- ^ Walbank, 1989, pp. 462–479.
- ^ Walbank, 1989, pp. 477–480.
- ^ Walbank, 1984, p. 452.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- John Boardman e Nicholas Geoffrey Lemprière Hammond, The Cambridge Ancient History, Volume 3, Part 3: The Expansion of the Greek World, Eighth to Sixth Centuries B.C., Cambridge, UK, Cambridge University Press, 1982 [1925], ISBN 0-521-23447-6.
- Eugene N. Borza, In the Shadow of Olympus: The Emergence of Macedon, Princeton, NJ, Princeton University Press, 1992, ISBN 0-691-00880-9.
- Alan Cameron, Greek Mythography in the Roman World, New York and Oxford, Oxford University Press, 2004, ISBN 0-19-517121-7.
- Nicholas Geoffrey Lemprière Hammond, Epirus: The Geography, the Ancient Remains, the History and the Topography of Epirus and Adjacent Areas, Oxford, UK, The Clarendon Press, 1967.
- Nicholas Geoffrey Lemprière Hammond, Philip of Macedon, London, UK, Duckworth, 1998, ISBN 0-7156-2829-1.
- D. M. Lewis e John Boardman, The Cambridge Ancient History, Volume 6: The Fourth Century BC, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 1994, ISBN 978-0-521-23348-4.
- Robert McHenry, The New Encyclopaedia Britannica, 15th, Chicago, IL, Encyclopaedia Britannica, Inc., 2003, ISBN 978-0-85229-961-6.
- James Minahan, Encyclopedia of the Stateless Nations: Ethnic and National Groups around the World[collegamento interrotto], Westport, CT, Greenwood Press, 2002, ISBN 0-313-31617-1.
- David W. Tandy, Prehistory and History: Ethnicity, Class and Political Economy, Montréal, Québec, Canada, Black Rose Books Limited, 2001, ISBN 1-55164-188-7.
- Joseph Roisman e Ian Worthington, A Companion to Ancient Macedonia, New York, John Wiley and Sons, 2010, ISBN 1-4051-7936-8.
- Frank William Walbank, The Cambridge Ancient History, Volume 7, Part 1: The Hellenistic World, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 1984 [1928], ISBN 978-0-521-23445-0.
- Frank William Walbank, The Cambridge Ancient History, Volume 7, Part 2: The Rise of Rome to 220 BC, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 1989, ISBN 978-0-521-23446-7.