Saponaria officinalis

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Saponaria
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
OrdineCaryophyllales
FamigliaCaryophyllaceae
TribùCaryophylleae
GenereSaponaria
SpecieS. officinalis
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCaryophyllales
FamigliaCaryophyllaceae
GenereSaponaria
SpecieS. officinalis
Nomenclatura binomiale
Saponaria officinalis
L.

La saponaria (Saponaria officinalis L. ) è una pianta spontanea plurienne della famiglia delle Cariofillacee[2].

Il suo nome scientifico fa riferimento alle proprietà detergenti e medicinali della pianta, ben note fin dall'antichità.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Saponaria officinalis

Le foglie (dimensioni da 4 a 12 cm) sono lanceolate, lisce, opposte e sottili, con tre o cinque nervature parallele e senza picciolo. Nell'attaccatura delle foglie basali più grandi crescono altre foglioline.

Il fusto eretto e glabro è alto da 40 a 70 cm.

I fiori (in grappoli lassi) sono di colore rosa, ma saltuarialmente anche bianco, con cinque petali revoluti, delicatamente profumati e si aprono di sera. Nell'emisfero boreale la fioritura avviene tra giugno e settembre.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie si estende dall'Europa sino al Caucaso[2]. È stata introdotta anche in America.

Cresce in gruppi vicino alle siepi, ai margini dei sentieri o lungo le scarpate, fino a 1600 m di altitudine.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

La saponaria è stata usata per molto tempo nella medicina popolare e per il lavaggio della lana e per i detersivi per la casa.

Fitoterapia[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

I principi attivi sono saponine (acido saporubinico e saprubrinico), mucillagini, resine, flavonoidi, vitamina E, gomma, vitessina [3] . Le saponine sono contenute in tutte le parti della pianta, in modo particolare nelle radici, che può contenerne fino al 20 percento nel periodo della fioritura.[4]

Possiede proprietà diuretiche, colagoghe, diaforetiche e depurative ma l'uso interno può dare luogo a fenomeni di intossicazione, con sintomi di nausea, vomito e diarrea.

I medici arabi la consigliavano per curare la lebbra, le dermatiti e le ulcere. [5]

Secondo Giovanni Negri [6] dalla macerazione della radice si ottiene un liquido espettorante, da prendere con estrema cautela.

Altri usi[modifica | modifica wikitesto]

Dalla pianta, in particolare dalla radice, si ricava un detergente delicato per l'igiene personale e per le stoffe, utilizzato anche nel restauro di manufatti antichi.

È pianta visitata dalle api per il suo nettare[7] e può avere importanza nella produzione di miele, se presente in quantità sufficiente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Khela, S. 2012, Saponaria officinalis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 23 settembre 2023.
  2. ^ a b (EN) Saponaria officinalis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 settembre 2023.
  3. ^ Achille Bucciotti, L'enciclopedia delle erbe, Il Mosaico, Novara 1997
  4. ^ Farmakognosia, Raimo Hiltunen (in finlandese)
  5. ^ Bianchini, Corbetta, Le Piante della Salute, Mondadori, 1975
  6. ^ Giovanni Negri, Nuovo Erbario Figurato, Hoepli, Milano 1960,
  7. ^ (FR) Saponaria officinalis, su Florabeilles, 30 maggio 2016. URL consultato il 16 luglio 2019.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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