Cormus domestica

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Sorbo domestico
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
SottofamigliaAmygdaloideae
TribùMaleae
SottotribùMalinae
GenereCormus
Spach
SpecieC. domestica
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermathophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
GenereCormus
SpecieC. domestica
Nomenclatura binomiale
Cormus domestica
(L.) Spach, 1834
Sinonimi

Sorbus domestica
L.

Nomi comuni

sorbo domestico

Areale

Il sorbo domestico (Cormus domestica (L.) Spach, 1834, o sorbus domestica) è un albero da frutto della famiglia delle Rosacee. È l'unica specie nota del genere Cormus.[1]

I frutti vengono chiamati comunemente sorbole. Si ricorda l'antico proverbio «Con il tempo e con la paglia maturano le sorbe» (ci vuole pazienza, occorre aspettare per vedere i risultati) che si riferisce alle sorbe domestiche, già coltivate in Europa da molto tempo.

Di questa specie esistono due varietà: una con frutti piriformi, più allungati (simili a piccole pere), e l'altra con frutti maliformi, più rotondi (simili a piccole mele).

L'albero è caducifoglio e latifoglie e può arrivare ad un'altezza 10-12 metri. Il legno è duro e compatto, si usava per oggetti e utensili che devono avere una certa resistenza. Il sorbo è un albero longevo e può diventare pluricentenario, ma ha una crescita lenta.

Le foglie sono bipennate.

In aprile sbocciano dei fiori ermafroditi, bianchi e con cinque petali.

I frutti sono dei pomi e si raccolgono ad ottobre-novembre, ma non sono consumate fresche alla raccolta, si consumano man mano durante l'inverno, dopo un processo di trasformazione dei tannini. Durante il processo di ammezzimento sono messi tipicamente nella paglia e si ha una riduzione dei tannini e un aumento degli zuccheri nella polpa, come per il nespolo europeo.

Distribuzione e habitat

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Vive sempre sporadico su substrati calcarei di diversa natura, da sciolti e grossolani fino ad argillosi, e si associa molto bene con cerro e olmo campestre in suoli argilloso-compatti, pur non sopportando ristagni. Il suo optimum, però, si trova nei querceti a roverella, dal livello del mare sino a 800 m di quota.

I frutti, chiamati sorbe o sòrbole, venivano in passato usati a scopo alimentare, ma oggi non vengono quasi più consumati. Poiché le sorbe maturano nell'autunno avanzato, con concreto rischio di danneggiamento dei pomi per l'esposizione alle intemperie e la caduta, si preferisce, come per le nespole, coglierle in anticipo e farle maturare, o ammezzire in luogo chiuso; i pomi diventano scuri, morbidi e saporiti per una trasformazione enzimatica. Il frutto maturo ha un contenuto di zuccheri di circa il 20%, e viene consumato al naturale o utilizzato per la preparazione di confetture. Controindicato per chi soffre di stipsi.[senza fonte]

I frutti del sorbo domestico erano più diffusi nei secoli passati; negli ultimi decenni il consumo e la diffusione dei frutti sono andati via via in diminuzione. Oggi sono considerati come rarità e vengono catalogati nei frutti dimenticati o frutti minori.

Il sorbo è una pianta molto resistente al freddo, inoltre la fioritura tardiva è successiva alle ultime gelate. Il sorbo è un albero rustico e che resiste a diversi parassiti. Si adatta a diversi terreni e vuole esposizione al sole.

Composizione nutrizionale

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Il sorbitolo, uno degli zuccheri presenti nel frutto, ha importanti caratteristiche nutrizionali (esempio per i diabetici), è utilizzato nell'industria alimentare o è trasformato per ottenere altre sostanze utili per l'industria. Le sorbole sono ricche di vitamina C e hanno sapore acidulo per il rilevante contenuto di acido malico. A maturazione il contenuto di zuccheri raggiunge il 20%.

  1. ^ (EN) Cormus domestica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23/11/2022.
  • Achille Morricone; Vincenzo Pedicino, Dizionario dietetico degli alimenti, Milano, A. Vallardi, 1986, p. 786.

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