Stefano Quaranta (arcivescovo)

Stefano Quaranta, C.R.
arcivescovo della Chiesa cattolica
Stefano Quaranta, Arcivescovo di Amalfi (Archivio Quaranta di Fusara)
 
Incarichi ricopertiArcivescovo metropolita di Amalfi (1649-1678)
 
Nato1586 a Napoli
Nominato arcivescovo11 ottobre 1649 da papa Innocenzo X
Consacrato arcivescovo21 novembre 1649 dal cardinale Marcantonio Franciotti
Deceduto30 novembre 1678 a Napoli
 

Stefano Quaranta, conosciuto anche come Stefano III (Napoli, 1586Napoli, 30 novembre 1678) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Fu arcivescovo di Amalfi dal 1649 alla sua morte.[1][2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da Claudio Quaranta e dopo gli studi elementari sotto la guida dello zio Stefano II, si trasferì presso i Chierici regolari teatini, studiando filosofia e lettere. Continua gli studi ecclesiastici a Roma dove si dedica allo studio della morale e teologia, portandoli al termine prematuramente.

Tornato a Napoli, fu incaricato della cattedra di Filosofia e Diritto, ma venne presto richiamato a Roma per coprire il ruolo di maestro di teologia in tutte le Case dei Chierici regolari e nel Collegio di Propaganda Fide.

Fu consultore delle Congregazioni dell'Indice, dei sacri riti, delle indulgenze, delle sante reliquie, della canonizzazione, del Santo Officio e qualificatore sinodale.[3] Molta considerazione di lui, ebbe Urbano VIII.[3]

Fu nominato arcivescovo di Amalfi da papa Innocenzo X e consacrato dal cardinale Marcantonio Franciotti il 21 novembre del 1649 nella chiesa di Sant'Andrea della Valle.

Gli anni longevi ad Amalfi[modifica | modifica wikitesto]

Furono 29 gli anni di arcivescovato di Stefano Quaranta ad Amalfi. Durante questo lungo periodo si distinse per aver ordinato diversi lavori di restauro del palazzo arcivescovile, pagati a spese proprie, della cattedrale e varie altre chiese spogliate di culto. I suoi superiori del clero e la popolazione vollero intitolargli una iscrizione nel Tempio di Sant'Andrea di Amalfi, «ove furono scritte le sue lodi e enumerate le sue virtù».[3]

Il suo emblema episcopale, che reca al centro una fascia caricata da 3 X di nero, è visibile e individuabile in diverse zone della cittadina marinara, come sull'altare del tempio di Sant'Andrea, da lui restaurato, che reca la dicitura latina:[3]

(LA)

«ALT. HOC EXECRATUM STEPH. ARCHIEP. AMALFITANUS ORNAVIT DIE II FEB D.M. DC L II»

(IT)

«Stefano Quaranta Napoletano Arcivescovo di Amalfi consacrò questo altare nell'anno del Signore 2 febbraio 1652»

Morì a Napoli durante una missione episcopale, a causa di una aggravata malattia. Giace nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli. Al suo corteo (offerto dal popolo amalfitano, in segno di dedizione) parteciparono il cardinale Antonio Pignatelli di Minervino futuro Innocenzo XII ed il viceré Ferdinando Faxardo di Requesenz in nome di sua maestà re Filippo IV.[3]

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gli Arcivescovi di Amalfi dal 987 al 1818 « Arcidiocesi di Amafi – Cava de' Tirreni, su diocesiamalficava.it. URL consultato il 19 gennaio 2019.
  2. ^ (EN) David Cheney, Stefano Quaranta, su Catholic-Hierarchy.org. URL consultato il 19 gennaio 2019. Modifica su Wikidata
  3. ^ a b c d e Stefano Quaranta, su nobili-napoletani.it. URL consultato il 19 gennaio 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo di Amalfi Successore
Angelo Pichi 11 ottobre 1649 - 30 novembre 1678 Gaetano Miroballi, C.R.
Controllo di autoritàVIAF (EN89341937 · ISNI (EN0000 0000 6289 1014 · SBN BVEV042168 · BAV 495/239610 · CERL cnp01238998 · LCCN (ENno2014058176 · GND (DE124578136 · NSK (HR000379461 · WorldCat Identities (ENlccn-no2014058176