Teatro Ernesto Rossi
Teatro "Ernesto Rossi | |
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Panoramica dell'interno | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Pisa |
Indirizzo | Via Collegio Ricci, 1 (angolo Piazza Carrara) |
Dati tecnici | |
Tipo | Sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e due di galleria |
Capienza | 490 posti |
Realizzazione | |
Costruzione | XVIII secolo |
Architetto | Zanobi del Rosso |
Proprietario | Italia |
Il Teatro "Ernesto Rossi" è uno spazio teatrale dedicato ad Ernesto Rossi che si affaccia su piazza Carrara a Pisa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Periodo di attività
[modifica | modifica wikitesto]Fu costruito nel 1770, in sostituzione dell'antico e angusto teatro della piazzetta di Banchi, che fu attivo fin dalla metà del Seicento. Nel 1798 passò di proprietà all'Accademia dei Costanti; proprio a questo periodo risale il progetto di rifacimento redatto da Alessandro Gherardesca e Antonio Niccolini. Il disegno non fu realizzato e quindi, nel 1822, passò alla costituita Accademia dei Ravvivati, per essere infine intitolato nel 1878 al grande attore livornese e commediografo Ernesto Rossi.
Declino
[modifica | modifica wikitesto]Dopo un tentativo di demolizione all'inizio degli anni Trenta del Novecento, sventato dalla notifica di interesse storico-artistico della Soprintendenza all'Arte Medievale e Moderna di Pisa, fu venduto per fallimento alla Cassa di Risparmio di Pisa nel 1940, per poi essere alienato alla locale federazione del Fascismo nel 1942, e quindi diventare proprietà demaniale nel 1944; infine venne dato in affitto al Comune di Pisa.
È stato un glorioso e rinomato palcoscenico, sia per la prosa che per la lirica e il ballo; ha ospitato importanti compagnie teatrali, tra cui quelle di: Gustavo Modena, Ernesto Rossi, Adelaide Ristori, Ermete Zacconi, Tommaso Salvini e Flavio Andò. Nella Lirica sono state numerose le rappresentazioni, specie nei primi anni del XX secolo e fino agli anni cinquanta.
Secondo dopoguerra e chiusura
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre del 1966 fu chiuso per inagibilità, e la platea divenne un deposito per biciclette e motorini sequestrati.
Nel corso degli anni Settanta ebbe luogo un tentativo di smembramento del Teatro, voluto dalla Cassa di Risparmio intenzionata ad acquistare una parte dello stabile da riadattare a uffici e mense, poi scongiurato con la decisione dell'amministrazione di procedere a un restauro esclusivamente conservativo nel 1978[1].
Nel corso degli anni 2000 sono stati rappresentati alcuni spettacoli di prosa, con Andrea Buscemi, ed altri interpreti e trasmissioni televisive speciali dal teatro ormai scevro di telone e travi. Sono ancora visibili i palchi e parte del soffitto, nonché alcune parti del palcoscenico.
Dopo decenni di tentativi di restauro, il Teatro è stato al centro di una polemica sulla gestione del patrimonio culturale pisano, essendo stato integrato nel controverso progetto, mai realizzato, degli "Uffizi Pisani"[2].
Occupazione (2012-2021)
[modifica | modifica wikitesto]Il 27 settembre 2012 è stato riaperto con l'occupazione dello stabile portata da un gruppo di cittadini[3] composto da studenti, artisti, precari della ricerca e dell'editoria e operatori dello spettacolo[4]. L'occupazione dello stabile è stata terminata il 20 gennaio 2021[5].
Prime rappresentazioni di opere liriche
[modifica | modifica wikitesto]data della rappresentazione | titolo | autore | librettista | esecutori |
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18 dicembre 1814 | "L'escavazione del tesoro", farsa per musica in 1 atto | Giovanni Pacini | Francesco Marconi | |
6 febbraio 1836 | "Ildegonda" o "Ildegonde", opera in 3 atti | Davide Bini | Giuseppe Sapio | Rita Gabussi De Bassini (Ildegonda, soprano) |
23 gennaio 1838 | "Iginia d'Asti", tragedia lirica in 3 atti | Luigi Ferdinando Casamorata | Ugo Masini (da Silvio Pellico) | Felicita Forconi ("Iginia", soprano), Achille Balestracci ("Giulio", tenore) e Vincenzo Winter ("Giano", baritono) |
26 dicembre 1840 | "Don Desiderio ossia Il disperato per eccesso di buon cuore", dramma giocoso per musica in 2 atti | Principe Giuseppe Poniatowski | Cassiano Zaccagnini (da Giraud: "L'obligeant maladroit") | Adelaide Perelli ("Angiolina", soprano), Angelina Rossi ("Placida", mezzosoprano), Pietro Giacomoni ("Riccardo", tenore), Carlo Cambiaggio ("Don Desiderio", basso), e Napoleone Rossi ("Don Curzio", basso) |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Teatro Rossi Aperto, Teatro Rossi - Sintesi e relazione informazioni raccolte dalla cronologia degli interventi ed il carteggio fra le istituzioni negli anni ’57 – ’90, su teatrorossiaperto.it. URL consultato il 4 novembre 2014.
- ^ Giuseppe Meucci, «Uffizi Pisani», guerra sul progetto (PDF), su rassegnastampa.unipi.it, La Nazione, 11 febbraio 2012. URL consultato il 4 novembre 2014.
- ^ TRA - Teatro Rossi Aperto
- ^ Teatro Rossi occupato da studenti e attori precari, Il Tirreno, 17 settembre 2012. URL consultato il 3 ottobre 2012.
- ^ Gaia Rau, Pisa, il teatro Rossi non è più "Aperto" : è stato chiuso dal Demanio, su firenze.repubblica.it, 21 gennaio 2021. URL consultato il 21 ottobre 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Batini, Album di Pisa, (Firenze: La Nazione, 1972).
- Gino Dell'Ira, Il firmamento lirico pisano, (Pisa: Grafica Zannini, 1986).
- Italia Nostra, Sezione di Pisa, “Interventi per assicurare l'integrità del Teatro Rossi e per preservare la zona di Tombolo dagli insediamenti dell'Università”, Italia Nostra. Sezione di Pisa. Quaderni, n. 1 (1978).
- Il teatro abbandonato, cat. mostra (Pisa, 6 aprile 1985), a cura di Maurizio Buscarino e Paolo Pierazzini, (Firenze: La Casa Usher, 1985).
- Fabrizio Sainati, Teatro Rossi. Lo splendore e l'abbandono, (Pisa: Pacini, 1997).
- Fondazione Teatro di Pisa, Il teatro delle scelte. Il teatro per la città di Pisa, (Pisa: ETS, 2004).
- Fabrizio Sainati, Ilario Luperini, Teatro Rossi di Pisa, (Pisa: ETS, 2006).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teatro Ernesto Rossi
Controllo di autorità | VIAF (EN) 243186991 · LCCN (EN) sh98007417 · GND (DE) 4577052-9 · J9U (EN, HE) 987007293537705171 |
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