The Seven Year Itch

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The Seven Year Itch
album dal vivo
ArtistaSiouxsie and the Banshees
Pubblicazione19 maggio 2003
Durata75:02
Dischi1 CD, 2 LP
Tracce14
GenereRock gotico
Post-punk
Art pop
EtichettaSanctuary Records
ProduttoreSiouxsie and the Banshees
Registrazione9-10 luglio 2002
Siouxsie and the Banshees - cronologia
Album precedente
(2002)
Album successivo
(2004)
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[1]
The Guardian[2]
Mojo[3]
The Rolling Stone Album Guide[4]
Uncut[5]

The Seven Year Itch è il secondo album dal vivo del gruppo musicale inglese Siouxsie and the Banshees, pubblicato il 19 maggio 2003.

A distanza di sette anni dallo scioglimento del gruppo nel 1996, i tre membri principali (Siouxsie Sioux, Steven Severin e Budgie) più l'ultimo chitarrista dei Banshees Knox Chandler, accettano l'offerta di suonare al Coachella Festival, in California. La notizia della loro riunione suscita un gran numero di richieste per ulteriori concerti negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Giappone. Le scalette di queste esibizioni segnalano subito la predilezione non per i loro successi radiofonici, ma per pezzi meno recenti, poco noti e suonati raramente dal vivo, scelta profondamente apprezzata dai fan del gruppo. L'album contiene inoltre un'esemplare interpretazione di Blue Jay Way dei Beatles, suonato in memoria di George Harrison, scomparso nel novembre 2001. Siouxsie Sioux conferma tutto il suo carisma sul palco; nelle vesti di chitarrista, al posto di Jon Klein, che aveva abbandonato il gruppo durante il tour per l'album The Rapture, è subentrato Knox Chandler.

L'album The Seven Year Itch è la testimonianza di due concerti tenuti allo Shepherds Bush Empire di Londra il 9 e 10 luglio 2002. Dello stesso titolo anche il DVD con la registrazione video dei concerti.

Il titolo si riferisce al fatto che Siouxsie and the Banshees non avessero suonato insieme per sette anni prima di intraprendere quest'ultimo tour della loro carriera. È anche un accenno al film di Billy Wilder The Seven Year Itch (Quando la moglie è in vacanza).

The Seven Year Itch è il secondo album live della band, il primo è stato Nocturne del 1983. The Rolling Stone Album Guide l'ha descritto come "un vibrante ricordo dell'energia del dark".[6]

La riunione dei Banshees, tuttavia, fu solo temporanea: finito il tour, Siouxsie e il batterista Budgie tornarono a occuparsi del nuovo album del loro gruppo, The Creatures, Hái! (2003).

Testi e musiche di Siouxsie and the Banshees, eccetto ove indicato.

CD/LP

Testi e musiche di Siouxsie and the Banshees.

  1. Pure – 3:31
  2. Jigsaw Feeling – 4:56
  3. Metal Postcard – 4:23
  4. Red Light – 4:05
  5. Lullaby – 4:33
  6. Lands End – 7:05
  7. I Could Be Again – 4:27
  8. Icon – 5:32
  9. Night Shift – 6:40
  10. Voodoo Dolly – 8:10
  11. Trust In Me – 4:26
  12. Blue Jay Way – 5:04 (Harrison)
  13. Monitor – 6:52
  14. Peek-a-Boo – 5:00
DVD

Testi e musiche di Siouxsie and the Banshees.

  1. Pure – 3:31
  2. Jigsaw Feeling – 4:56
  3. Metal Postcard – 4:23
  4. Red Light – 4:05
  5. Happy House – 3:52
  6. Christine – 2:55
  7. Lullaby – 4:33
  8. Lands End – 7:05
  9. Cities in Dust – 4:05
  10. I Could Be Again – 4:27
  11. Icon – 5:32
  12. Night Shift – 6:40
  13. Voodoo Dolly – 8:10
  14. Spellbound – 3:19
  15. Blue Jay Way – 5:04 (Harrison)
  16. Monitor – 6:52
  17. Peek-a-Boo – 5:00

Altri musicisti

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  • eX-Girl - coro in Peek-a-Boo
  1. ^ Chris True, The Seven Year Itch – Siouxsie and the Banshees review, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 21 febbraio 2015.
  2. ^ James Griffiths, Siouxsie and the Banshees, The Seven Year Itch Live, su The Guardian, 10 ottobre 2003. URL consultato il 6 agosto 2015.
  3. ^ Siouxsie & The Banshees – Seven Year Itch CD Album" > "Product Reviews, su cduniverse.com, CD Universe/Muze. URL consultato il 6 agosto 2015.
  4. ^ (EN) Nathan Brackett e Christian Hoard, The New Rolling Stone Album Guide, 4ª ed., New York, Fireside/Simon & Schuster, 2004, p. 740, ISBN 0-7432-0169-8.
  5. ^ Siouxsie and the Banshees – The Seven Year Itch Live – Review, su Uncut. URL consultato il 21 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2005).
  6. ^ (EN) Nathan Brackett e Christian Hoard, The New Rolling Stone Album Guide, 4ª ed., New York, Fireside/Simon & Schuster, 2004, p. 741, ISBN 0-7432-0169-8. URL consultato il 27 febbraio 2023.

Collegamenti esterni

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