Valdo Spini

Valdo Spini

Ministro dell'ambiente
Durata mandato9 marzo 1993 –
29 aprile 1993
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreCarlo Ripa di Meana
SuccessoreFrancesco Rutelli

Durata mandato4 maggio 1993 –
10 maggio 1994
Capo del governoCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreFrancesco Rutelli
SuccessoreAltero Matteoli

Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie e per gli affari regionali
Durata mandato29 aprile 1993 –
5 maggio 1993
Capo del governoCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreGianfranco Ciaurro
SuccessoreLivio Paladin

Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri
Durata mandato28 giugno 1992 –
9 marzo 1993
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreAndrea Borruso
SuccessoreRoberto Formigoni

Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno
Durata mandato1º agosto 1986 –
17 aprile 1987
Capo del governoBettino Craxi
PredecessoreRaffaele Costa
SuccessoreAngelo Pavan

Coordinatore del Partito Socialista Italiano
Durata mandato21 giugno 1994 –
20 settembre 1994
PredecessoreOttaviano Del Turco[1]
SuccessoreOttaviano Del Turco[1]

Presidente della 4ª Commissione Difesa della Camera dei deputati
Durata mandato4 giugno 1996 –
29 maggio 2001
PredecessorePaolo Bampo
SuccessoreLuigi Ramponi

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato20 giugno 1979 –
28 aprile 2008
LegislaturaVIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV
Gruppo
parlamentare
VIII-XI: Partito Socialista Italiano
XII: Progressisti-Federativo
XIII-XIV: DS-L'Ulivo
XV: L'Ulivo, SD, Misto/Socialisti per la costituente, RnP
CoalizioneXII: Progressisti
XIII-XIV: L'Ulivo
XV: L'Unione
CircoscrizioneVIII-IX: Pisa
X-XI: Firenze
XII-XV: Toscana
CollegioXII-XIV: Firenze 3
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPSI (1962-1994)
FL (1994-1998)
DS (1998-2007)
SD (2007)
PSI (2007-2009)
Titolo di studioLaurea in economia e commercio
ProfessioneDocente universitario

Valdo Spini (Firenze, 20 gennaio 1946) è un politico italiano, ministro dell'ambiente dal 9 marzo 1993 al 29 aprile 1993 e dal 4 maggio 1993 al 10 maggio 1994 nei governi Amato I e Ciampi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studi e inizi[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dello storico e militante del Partito d'Azione Giorgio Spini, di religione protestante valdese, inizia fin da giovanissimo ad interessarsi di politica, partecipando da studente liceale a "Nuova Resistenza", un’associazione giovanile nata sull’onda dei moti democratici del luglio 1960 contro il governo Tambroni (come i fatti di Genova), come componente dell'Esecutivo Nazionale.

Successivamente si impegna nella politica universitaria, venendo anche eletto come presidente dell'Unione Goliardica Italiana (l'associazione degli studenti di sinistra). Dopo la laurea in economia e commercio, con una tesi in Economia Politica sulla Teoria dell'impresa, assolto il servizio militare, borsista e contrattista presso la facoltà di Economia e Commercio di Firenze, poi assistente di ruolo e professore associato di Storia delle Relazioni economiche internazionali alla facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università di Firenze.

Deputato del PSI, vicesegretario nazionale e Sottosegretario all'Interno[modifica | modifica wikitesto]

Valdo Spini rieletto alla Camera dei deputati nel 1983

Nel 1962 aderisce al Partito Socialista Italiano, con cui alle elezioni politiche del 1979 viene eletto deputato alla Camera, e diventa vicesegretario nazionale dal 1981 al 1984 sotto Bettino Craxi.[2] Sarà anche membro dell'Unione dei partiti del socialismo europeo. Parteciperà nella delegazione del Psi alla fondazione del P.S.E. (Partito del Socialismo Europeo)

Sarà ininterrottamente deputato per otto legislature dal 1979 al 2008.

Sottosegretario al Ministero dell'Interno, con una breve interruzione, dal novembre 1986 al giugno 1992. Viene eletto deputato per otto legislature ininterrottamente fino al 2008.

Già nel 1984 si rende conto dell'importanza della questione morale e presenta alla Camera una proposta di legge per la trasparenza del finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali. Tale proposta verrà ripresentata nelle legislature successive e ad essa comunque uniformerà le sue personali campagne elettorali dal 1985 in poi . Poco dopo questa proposta non viene riconfermato vicesegretario del PSI, ma quando otto anni dopo esploderà l'inchiesta giudiziaria Tangentopoli, questa sua posizione gli varrà nuovo consenso e considerazione, fino alla candidatura alla segreteria del Partito.

Con la preparazione che gli veniva con gli studi sullo sviluppo economico toscano, presenta alla Camera una legge per l'innovazione tecnologica a favore della Piccola e Media Impresa, che inizia il suo iter parlamentare e poi verrà in parte ricompresa nella più generale legge Righi-Battaglia.

Consigliere e Assessore comunale di Firenze[modifica | modifica wikitesto]

Eletto consigliere comunale di Firenze nella lista del Psi di cui è capogruppo consiliare (1975-80). Alle elezioni amministrative del 1985 si ricandida al consiglio comunale di Firenze, dove risulta il primo degli eletti per la lista del PSI. Nel 1989-1990 ricopre per sei mesi anche l'incarico di assessore alla cultura del comune di Firenze in una giunta guidata dall'alleanza di sinistra e laica.

Dal 1989 al 1992 è stato Presidente della giunta esecutiva del comitato per il quinto centenario dalla morte di Lorenzo il Magnifico, promuovendo una fitta serie di manifestazioni e di pubblicazioni edite da Silvana Editoriale, Milano.

Sottosegretario agli Esteri e Ministro dell'Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992 Giuliano Amato lo nomina Sottosegretario agli Affari Esteri e nel marzo 1993 lo promuove al ruolo di Ministro dell'Ambiente. Nel successivo governo Ciampi è confermato Ministro dell'Ambiente dopo avere assunto inizialmente la carica di Ministro per gli affari regionali (che tuttavia lascerà pochi giorni dopo il conferimento dell'incarico). Nella veste di Ministro dell'Ambiente istituisce undici parchi nazionali, elabora e porta all'approvazione il II° piano triennale per l'ambiente e convoca il primo coordinamento del G7 dell'ambiente realizzato a Firenze nel 1994.

Scioglimento del PSI e la Federazione Laburista[modifica | modifica wikitesto]

Vicino alle posizioni della sinistra socialista di Riccardo Lombardi, dopo le dimissioni di Bettino Craxi, nel 1993 si candida a segretario del PSI in contrapposizione all'ex leader della UIL Giorgio Benvenuto: perde di misura la sfida ottenendo però il 42,1% dei consensi. Dal 21 giugno (in seguito alle dimissioni del segretario Ottaviano Del Turco) al 20 settembre 1994 fu Coordinatore Nazionale del PSI.

Dopo il disfacimento del partito (causato dalle inchieste di Tangentopoli e dalle condanne inflitte a molti dirigenti del partito) lancia l'idea della costituente Laburista come strumento di rinnovamento del socialismo italiano. Mentre Spini nel 1994 propone e crea la Federazione Laburista (FL), di cui ne viene eletto presidente, con l'adesione della maggior parte dei parlamentari socialisti, Ottaviano del Turco ed Enrico Boselli portano il PSI allo scioglimento amministrativo e alla formazione dei Socialisti Italiani. Già nelle elezioni di quell'anno la Federazione Laburista aderisce alla coalizione Alleanza dei Progressisti e in quelle successive all'Ulivo. Ne è tra i soci fondatori.

Spini viene eletto alla Camera nel Collegio di Firenze III (Rifredi) nel 1994 (Alleanza dei progressisti), nel 1996 e nel 2001 (l'Ulivo). Nel 2006 col nuovo sistema elettorale nella Circoscrizione Toscana sempre per l'Ulivo.

Fondazione dei DS e proposte di legge[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998 con la Federazione Laburista, è tra i co-fondatori dei DS (che hanno posto nel simbolo quello del socialismo europeo) . Nei Ds Spini, il 31 gennaio del 2000, viene eletto Presidente della Direzione del partito, carica che ricopre per un anno fino al congresso del 2001,a Pesaro, dove viene sostituito da tre esponenti di ciascuna delle posizioni congressuali. È stato nel corso della XIII legislatura della Repubblica presidente della 4ª Commissione Difesa della Camera, (1996-2001) dove tra le sue iniziative legislative più importanti portate a conclusione, come presidente della Commissione Difesa e primo firmatario delle relative proposte di legge, si ricordano anche la proposta di abrogazione del servizio militare obbligatorio, l'introduzione del servizio militare volontario femminile, la riforma dei vertici militari.

Nel congresso dei Democratici di sinistra del 2005 fa approvare una mozione per includere nel simbolo del partito la dizione Partito del Socialismo Europeo.

Si ricordano anche le sue proposte di legge sulla libertà religiosa. Laico da sempre, portano anche la sua firma le numerose proposte di legge sulle unioni civili. Nella legislatura 2001-2006 è responsabile del Gruppo DS nella Commissione esteri della Camera dei deputati, durante il periodo di opposizione al governo di centro-destra di Silvio Berlusconi e compie numerose missioni all'estero.

Partecipa in rappresentanza della Camera dei Deputati, designato dal gruppo Ds, alla Convenzione per l'Avvenire dell'Europa (2000-2001) incaricata della redazione di un progetto di Trattato Costituzionale per l'Europa.

La non adesione al PD e Sinistra Democratica[modifica | modifica wikitesto]

Alle politiche del 2006 viene rieletto deputato per l'ottava volta consecutiva, candidato nella circoscrizione Toscana tra le liste dell'Ulivo (lista che univa i DS con La Margherita di Francesco Rutelli). Nel corso della XV legislatura è stato componente della 3ª Commissione Affari esteri e comunitari della Camera.

È stato uno dei primi firmatari della mozione congressuale "A sinistra per il socialismo europeo", che candida il ministro dell'università e della ricerca Fabio Mussi alla segreteria dei Democratici di Sinistra, al IV congresso dei DS tenutosi tra il 19 e il 21 aprile 2007. Come gli altri esponenti della mozione, al termine del congresso non aderisce al PD che in quella fase esce da Partito Socialista Europeo e partecipa invece alla nascita del nuovo movimento Sinistra Democratica. Di fronte alla mancata adesione di questa al PSE, nel settembre 2007 aderisce alla Costituente Socialista Partito Socialista come elemento di coerenza politica.[3][4]

Alle politiche del 2008 viene candidato sotto il simbolo del Partito Socialista come capolista nelle circoscrizioni Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, oltre che secondo in lista in Toscana, ma non viene rieletto in Parlamento a causa del cattivo risultato elettorale ottenuto dalla lista del Partito Socialista, cui il Partito Democratico aveva negato l'apparentamento. Valdo Spini esce così, dopo ventinove anni, dal Parlamento.

Candidatura a Sindaco di Firenze[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni amministrative in Italia del 2009 § Firenze.
Valdo Spini nel 2012

Il 12 novembre 2008 ha annunciato l'intenzione di candidarsi a sindaco di Firenze, il che avviene con l'appoggio di tre liste: la lista civica "Spini per Firenze" (in cui sono entrati anche Verdi, Repubblicani Europei e Cittadini dell'Area Fiorentina), "Sinistra per la Costituzione" e Rifondazione Comunista. Alle elezioni amministrative del 2009 risulta terzo al primo turno, con 17.600 voti (pari all'8,36% delle preferenze degli elettori), fra i quali 4.000 voti "disgiunti" a suo favore. Risultò primo Matteo Renzi del PD e secondo il candidato del centro-destra Giovanni Galli. Nel successivo ballottaggio venne eletto Renzi, che a titolo personale, Valdo Spini dichiarò di votare.

Eletto di conseguenza nel consiglio comunale (2009-2014), è stato eletto presidente della commissione affari istituzionali e poi nominato dalla Giunta Comunale Presidente del Comitato Fiorentino per le celebrazioni del V centenario della stesura del Principe di Niccolò Machiavelli gestendo e coordinando una ricca serie di eventi. Dal punto di vista politico, vista anche la sconfessione del PSI alla sua candidatura a sindaco di Firenze, Valdo Spini si pone da allora in una posizione di indipendenza senza tessere di partito.

Nel 2019 viene designato dal sindaco di Firenze Dario Nardella a far parte del consiglio di amministrazione del Gabinetto Vieusseux, e nello stesso anno il consiglio regionale della Toscana lo nomina suo rappresentante nel comitato di indirizzo del Maggio Musicale Fiorentino.[5] Il Ministro della cultura Dario Franceschini lo nomina nel 2021 membro del Consiglio di Amministrazione delle Gallerie degli Uffizi.

Partecipa attivamente con numerosi articoli e interventi al dibattito politico e ideale, rivendicando con forza il socialismo liberale di Carlo Rosselli, la riforma della politica, l'attuazione dell'art. 49 della costituzione, la costruzione dell'Unione Europea, e conducendo i Quaderni del Circolo Rosselli (www.rosselli.org) ad un'analisi congiunta col Censis sulla situazione sociale a cavallo della Pandemia del Covid 19.

Attività culturali e di docente universitario[modifica | modifica wikitesto]

Professore universitario associato (in aspettativa per mandato parlamentare) alla facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri, attualmente in pensione. Nel 2012 gli è assegnato l'insegnamento di Storia ed evoluzione degli accordi internazionali in tema di energia e ambiente nell'ambito del Master “Ambiente ed energia”, promosso dalla Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Firenze e dal Centro Interuniversitario di Scienze Attuariali (CISA).

Il 3 maggio 2012 è eletto presidente dell'Associazione Istituzioni di Cultura Italiana (Aici), cui aderiscono 148 istituti culturali italiani fra i quali tutte le maggiori Fondazioni, dalla "Sturzo" alla "Gramsci". Rieletto per quattro mandati fino al 2022. In questa veste ha promosso dal 2014 le VI Conferenze annuali dell'AICI, tutte pubblicate da Vielle Editore Roma.

Socio del Circolo di cultura politica "Fratelli Rosselli" fin dall'età di sedici anni, nel 1990 ha promosso la costituzione della Fondazione Circolo Rosselli di cui è attualmente Presidente.

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 agosto 2021 a Torre Pellice è stato eletto presidente dell'annuale Sinodo valdese[6].

È membro del Consiglio di Amministrazione delle Gallerie degli Uffizi.

Ha ricoperto l'incarico di Vice Presidente del Teatro del Maggio Fiorentino (2019-2022)

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Le opere letterarie di Valdo Spini, inizialmente di carattere economico, si segnalano come una guida volta a far conoscere l'ideologia dapprima del PSI e poi del centrosinistra.

  • "Revisione e nota alla traduzione italiana di J. Schumpeter", Teoria dello Sviluppo Economico (1971 e 1977)
  • "Lo sviluppo economico della Toscana" (1973) (Bibliografia di storia economica ragionata annessa all'omonimo saggio di Giacomo Becattini)
  • "Firenze urbanistica e politica" (1975) (Con Mariella Zoppi)
  • "I Socialisti e la politica di Piano 1945-1964" (1982)
  • "Tre congressi per il nuovo P.S.I" (1984). Supplemento ai "Quaderni del Circolo Rosselli".
  • " Per una storia del socialismo liberale a Firenze", Firenze Litografia Ip e Milano Mondadori.
  • "Il Socialismo delle libertà" (1990)
  • "L'esperienza del governo laburista nel dopoguerra" (1991)
  • "Viaggio dentro le istituzioni" (1992)
  • "Intervista sul buongoverno" (1994)
  • "L'ambiente come opportunità", Firenze 1994
  • "Claudio Treves. Discorsi parlamentari", Introduzione di Valdo Spini (1995)
  • "Naia? no grazie" (1997) (con Fabio Isman)
  • "La Rosa e l'Ulivo" (1998)
  • "Riccardo Lombardi. Discorsi parlamentari" presentazione di Valdo Spini, Roma, Camera dei Deputati, 2001.
  • "La strada della Liberazione" di Giorgio Spini a cura di Valdo Spini (2002), Torino, Claudiana
  • "Alla Convenzione Europea. Diario e documenti da Bruxelles" (2003)
  • "Compagni siete riabilitati! Il grano e il loglio dell'esperienza socialista" (2006)
  • "Vent'anni dopo la Bolognina" (2010)
  • "La buona politica. Da Machiavelli alla III Repubblica, un socialista" (2013); IV ed. 2018, pref. di C.A. Ciampi. Introduzione di F. Colombo.
  • Prefazione a V. E. Orlando", Parlare in Parlamento (2013)
  • Il CTLN e la ricostruzione, In "Quaderni del circolo Rosselli", n.3/2024, Pacini Editore, Pisa.
  • "Carlo e Nello Rosselli. Testimoni di Giustizia e Libertà" (2016)
  • saggi e interventi in "Socialismo Liberale oggi", "Quaderni del Circolo Rosselli"n.3/2021, Pacini ed. Pisa
  • "Sul Colle più alto", I e II edizione Milano, Solferino (2022).
  • Prefazione e Giorgio Spini, una testimonianza in G. Talini (a cura di)Storiografia etico-politica e «contemporaneità» della storia nel Novecento italiano, Pacini, Pisa,2022.

Inoltre egli ha fondato (nel 1981) e dirige tuttora la rivista trimestrale "Quaderni del Circolo Rosselli", attualmente edita da Pacini, Pisa che ha recentemente passato il 150esimo fascicolo..

In tale qualità è stato altresì eletto Presidente del Coordinamento Riviste Italiane di cultura (Cric)

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie e per gli affari regionali Successore
Raffaele Costa 29 aprile 1993 - 4 maggio 1993 Livio Paladin
Predecessore Ministro dell'Ambiente Successore
Carlo Ripa di Meana 9 marzo 1993 - 16 aprile 1994 Altero Matteoli
Predecessore Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno Successore
Raffaele Costa 1º agosto 1986 - 17 aprile 1987 Angelo Pavan
Predecessore Sottosegretario di Stato del Ministero degli Esteri Successore
Andrea Borruso 28 giugno 1992 - 9 marzo 1993 Roberto Formigoni
Predecessore Coordinatore del Partito Socialista Italiano Successore
Ottaviano del Turco
(Segretario)
21 giugno 1994 - 20 settembre 1994 Ottaviano del Turco
(Segretario)
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