Zulian
Zulian | |
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Stato | Venezia, Italia |
Titoli |
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I Zulian (Zuliàn, talvolta anche Zuliani) furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case Nuove.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sono assai discordi le fonti riguardo all'origine di questo casato; concordano alcune, tuttavia, nel ritenere che fosse antichissimo in Venezia, dove diede antichi tribuni. Talune ipotesi[1] porrebbero fra i più antichi avi della famiglia Zulian quel Gioviano (o Giuliano) Cepanico che, nel 741, ricoprì nel ducato la carica di magister militum della Venetia per conto di Eutichio, ultimo esarca d'Italia.
Stabilitisi a Cannaregio, alla serrata del Maggior Consiglio (nel 1297) i Zulian furono inclusi nel ceto patrizio[1][2].
Polo Zuliani di Santa Fosca (Cannaregio), notissimo ambasciatore veneziano, si fa notare per aver ricusato per modestia il titolo di Duca di Candia dopo essere stato eletto nel 1382.[3] Il gesto è stato definito da Ireneo della Croce un esempio raro di modestia.[4]
Membri illustri
[modifica | modifica wikitesto]- Gioviano Cepanico (VIII secolo), magister militum della Venetia.
- Polo Zuliani, duca di Candia.
Luoghi e architetture
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Zulian Priuli, a Cannaregio;
- Villa Zulian Verecondi, a Colle Umberto.
- Casal Zuliani, a Ceredello di Caprino Veronese
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie: così di quelle, che rimaser'al serrar del Maggior Consiglio, come di tutte le altre, che a questo furono aggregate, Bettinelli, 1780. URL consultato il 17 marzo 2022.
- ^ Storia di Venezia, pag. 69.
- ^ Giuseppe Tassini, Curiosità veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia: 2, Cecchini, 1863.
- ^ Ireneo della Croce, Historia Antica, e Moderna: Sacra, e Profana, della città di Trieste, celebre colonia de'Cittadini Romani. Con la notitia di molt'arcani d'antichità, prerogative di nobiltà e gesti d'huomini illustri ... mutationi de riti, e dominj sin'à quest'anno 1698, etc, G. Albrizzi; Lyon Public Library (Bibliothèque jésuite des Fontaines), 1698, p. 690.
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