Zurlo (famiglia)

Zurlo
D'azzurro, sbarra dentata d'argento, accompagnata da tre stelle d'oro, due in capo ed una in punta.
Stato Regno di Napoli
Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Italia
Casata di derivazionePiscicelli, Capece
Casata principalePiscicelli, Capece
Titoli
FondatoreFelice (†1141), Vice Doge di Napoli
Data di fondazioneXII secolo
Etnia italiana

Gli Zurlo sono un'antica famiglia le cui prime notizie si segnalano a Napoli nel 1147 e che da più generazioni usa il titolo baronale, attribuitogli in diversi documenti ufficiali.[1][2]

La casata[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione[modifica | modifica wikitesto]

I primi dati in merito a questa famiglia risalgono al 1100 d.C. circa con quello che da atti familiari viene indicato con il capostipite di nome Felice (+ 1141).

Si pensa che l’origine del casato Zurlo derivi dalla famiglia Piscicelli, antica e nobilissima famiglia già conosciuta nella storia dal 977 d.C. con Leodoro Piscicello che fu generale della cavalleria dell’imperatore Basilio II Bulgaroctono e di cui Felice Piscicelli detto Zurlo risulta essere diretto discendente. I testi storici riconoscono l’abbandono del nome Piscicelli in favore del solo cognome Zurlo nella VI generazione (1350 c.ca), con Giovanni Zurlo (+ 1381).[3]

Secondo fonti storiche dello scritto Memorie delle famiglie nobili delle provincie meridionali d’Italia (1876), la famiglia Zurlo godette di importanti incarichi a livello politico e militare, noti alle cronache sono riconosciute personalità come Bartolomeo, che fu consigliere di Roberto D’Angiò, Salvatore, fidelis (semper fidelis) di re Roberto d’Angiò per la resa di Napoli, Francesco, comandante nella battaglia di Otranto.

Nello stesso scritto si legge che la Famiglia Zurlo godette di nobiltà nel seggio di Capuana in Napoli.

Con l’arrivo di Lotrecco a Napoli, la famiglia Zurlo venne spogliata dei suoi beni e dei suoi privilegi perché divenuta partigiana dei Francesi.

Moneta rappresentate l'araldo della famiglia Zurlo.

Zurlo di Santa Severina[modifica | modifica wikitesto]

Un ramo della Famiglia Zurlo, secondo le prove ancora esistenti, godette di nobiltà in Santa Severina Gio Cesare (+1630) sposa Vittoria Rigitani; il figlio Gio Domenico è dottore fisico e sposa Laura Gullii). Orazio (n.1669 e, figlio di Gio Domenico) sposò la nobildonna Alvinia Venturi stabilendo il ramo nella città di Crotone. Dal matrimonio nacquero 11 figli.

Ramo di Crotone e famiglia Venturi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1737 Don Pietro Zurlo ed i suoi fratelli furono aggregati alla nobiltà di Crotone, come si evince dal verbale della Real Camera di Santa Chiara, e da qui adottarono il nuovo blasone che mantenne il legame con quello originario con la conservazione della barra dentata, trasformata in sbarra dentata, e l’adozione del fondo azzurro coronato da tre stelle d’oro (segni distintivi della Famiglia Venturi).

Personaggi di spicco della famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni componenti del Casato si sono distinti nelle armi, nella religione e nella politica, ad esempio:

Dediche[modifica | modifica wikitesto]

  • Via Giovanni Zurlo, in Angri, dedicata al feudatario della Terra d'Angri il signore e conte Giovanni Zurlo vissuto durante il periodo del Basso medioevo.
  • Via Francesco Zurlo, in Otranto, dedicata al capitano che protesse e morì durante l'assedio delle forze turche alla città.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ libro dei feudi Angioini, vol. 242.
  2. ^ Ruggero II°, libro dei Baroni, Duana Baronum.
  3. ^ conte Berardo Candida-Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, Stab. tip. del Cav. G. de Angelis e figlio, 1875. URL consultato il 16 gennaio 2024.
  4. ^ Nobili Napoletani, su nobili-napoletani.it, p. La battaglia di Otranto (1480). URL consultato il 26 agosto 2012.
  5. ^ "La paura preferita" (battaglia di Otranto), 2005, p. 34. URL consultato il 26 agosto 2012.
  6. ^ a b Pino Rende, Archivio Storico di Crotone, su archiviostoricocrotone.it, http://www.archiviostoricocrotone.it/ambiente_paesaggio/tufolo_crotone.htm http://www.archiviostoricocrotone.it/urb_soc/pal_pagano.htm http://www.archiviostoricocrotone.it/ambiente_paesaggio/vrica_crotone.htm http://www.archiviostoricocrotone.it/urb_soc/pal_lucifero.htm http://www.archiviostoricocrotone.it/uomo_medievale/massaria_capre.htm. URL consultato il 25 agosto 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti archivistiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Libro dei Baroni di Ruggero II;
  • Libro dei feudi Angioini.

Fonti storiche[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]