Classe Squalo

Classe Squalo
Il Regio Sommergibile Squalo
Descrizione generale
TipoSommergibile
Numero unità4
In servizio con Regia Marina
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione1146 t
Dislocamento in emersione937 t
Lunghezzafuori tutto 69,80 m
Larghezza7,18 m
Pescaggio4,45 m
Profondità operativa80 m
Propulsione2 motori diesel da 3.000 CV totali
2 motori elettrici da 840 CV totali
Velocità in immersione 8 nodi
Velocità in emersione 15,1 nodi
Autonomiain emersione: 5650 mn a 8 nodi; in immersione: 100 mn alla velocità di 3 nodi
Equipaggio5 ufficiali, 47 sottufficiali e marinai
Armamento
Artiglieria1 cannone da 102/35 mm (152 colpi)
2 mitragliere singole da 13,2 mm
Siluri4 tubi lanciasiluri da 533 mm a prora
4 tubi lanciasiluri da 533 mm a poppa
12 siluri
dati presi da [1]
, [1] e [2]
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La classe Squalo fu un tipo di sommergibile di media crociera della Regia Marina che operarono durante la seconda guerra mondiale. Dall'evoluzione di questa classe nascerà la Serie 600, la più numerosa di sommergibili italiani, con ben cinquantanove unità costruite.

Caratteristiche

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Derivati dalla classe Bandiera e dalla classe Bragadin, appartenevano alla tipologia «Bernardis» e furono i primi sommergibili italiani di media-grande crociera a risultare di buone prestazioni sotto ogni aspetto; risultarono adatti anche ad operare in acque di mari caldi, come il Mar Rosso[2]. Nacquero però con alcuni difetti delle classi precedenti (ciò perché la Regia Marina fece il grosso errore di ordinare ben tre classi di nuovi sommergibili senza testarne nemmeno uno in condizioni reali), in particolare la tendenza ad infilarsi in mare di prora; per ovviare a questo problema, fu modificato rialzandolo il settore prodiero, conferendo il caratteristico profilo alle unità; all'interno fu anche ricavata una cassa autoallagabile utile a smorzare il beccheggio.

I sommergibili della classe Squalo sono stati quattro:

Durante la seconda guerra mondiale operarono in Mediterraneo con magrissimi risultati (l'affondamento, ad opera del Delfino, dell'incrociatore leggero greco, neutrale, Elli, più alcuni supposti danneggiamenti; il Tricheco affondò accidentalmente il sommergibile italiano Gemma) e subendo la perdita di tre delle quattro unità. Date le loro dimensioni, ben maggiori di quelle della Classe 600 ma troppo piccole per operare in Atlantico, vennero anche utilizzati come trasporto materiali verso l'Africa Settentrionale, ed un battello (il Narvalo) venne perso proprio su questa rotta sotto l'attacco di velivoli britannici e di unità navali successivamente intervenute. Solo il capoclasse Squalo sopravvisse alla guerra, venendo poi demolito.

  1. ^ Da Navypedia.
  2. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 124.
  • A.Turrini e O.Miozzi, Sommergibili italiani, Ufficio Storico Marina Militare.
  • Franco BARGONI, L'Impegno Navale Italiano durante La Guerra Civile Spagnola (1936-1939), Ufficio Storico Marina Militare, 1992.
  • Sommergibili in Mediterraneo - Volume XIII Tomo 1 2ª ed., Roma, Ufficio Storico Marina Militare, 1972.

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