Elezioni europee del 2014

Elezioni europee 2014
AreaUnione europea (bandiera) Unione europea
Data22-25 maggio
LegislaturaVIII legislatura
Affluenza42,61% (Diminuzione 0,36%)
Eletti751 Europarlamentari
Seggi per gruppo politico
PPE
221 / 751
S&D
191 / 751
ECR
70 / 751
ALDE
67 / 751
GUE/NGL
52 / 751
Verdi/ALE
50 / 751
EFDD
48 / 751
NI
52 / 751
Gruppi europei maggioritari
per numero di seggi nei singoli stati
Commissione
Juncker

Le elezioni europee del 2014 si sono tenute nei 28 stati membri dell'Unione europea tra il 22 e il 25 maggio, come deciso unanimemente dal Consiglio dell'Unione europea[1]. Tutti i Paesi hanno però iniziato lo spoglio dei voti alle 23.00 del 25 maggio, in modo tale da rendere lo scrutinio una procedura simultanea in tutta l'Unione. Le elezioni europee del 2014 rappresentano l'ottava tornata elettorale per il Parlamento europeo, che si tengono ininterrottamente dal 1979, e sono state le prime alle quali ha partecipato anche la Croazia in qualità di nuovo paese membro dell'Unione.

Data elezioni

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In accordo con l'art. 10 e 11 sull'elezione diretta del Parlamento europeo[2], le elezioni devono essere tenute ogni cinque anni nel primo fine settimana disponibile al termine del precedente mandato elettorale. Poiché le elezioni europee del 2009 si sono tenute dal 4 al 7 giugno, le elezioni si sarebbero dovute celebrare dal 5 all'8 giugno 2014. Tuttavia una decisione unanime del Consiglio europeo ha disposto di individuare una diversa data, che sarebbe altrimenti ricaduta nel periodo della pentecoste. Il Parlamento europeo nella risoluzione del 22 novembre 2012 ha chiesto al Consiglio di scegliere fra il fine settimana del 15 e quello del 22 maggio[3]. Il 14 giugno 2013 il Consiglio ha deciso di fissare la data dal 22 al 25 maggio 2014.[4]

Ogni Stato membro dell'Unione europea ha avuto la libertà di definire in quali e per quanti giorni mantenere aperte le urne sul proprio territorio, rendendo possibile a ciascun paese membro di scegliere dei giorni abituali: giovedì nel Regno Unito, domenica in Germania e in Italia.

Le elezioni europee sono state associate ad altre consultazioni locali in alcune nazioni, per rinnovare la Camera dei rappresentanti in Belgio ed alcune assemblee locali in Germania, Grecia, Italia e Regno Unito.

Giorni in cui si è votato nei singoli paesi
22 maggio 23 maggio 24 maggio 25 maggio
Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi, Regno Unito (bandiera) Regno Unito Irlanda (bandiera) Irlanda Francia (bandiera) Dipartimenti francesi d'oltremare, Lettonia (bandiera) Lettonia, Malta (bandiera) Malta, Slovacchia (bandiera) Slovacchia Austria (bandiera) Austria, Belgio (bandiera) Belgio, Bulgaria (bandiera) Bulgaria, Croazia (bandiera) Croazia, Cipro (bandiera) Cipro, Danimarca (bandiera) Danimarca, Estonia (bandiera) Estonia, Finlandia (bandiera) Finlandia, Francia (bandiera) Francia, Germania (bandiera) Germania, Grecia (bandiera) Grecia, Italia (bandiera) Italia, Lituania (bandiera) Lituania, Lussemburgo (bandiera) Lussemburgo, Polonia (bandiera) Polonia, Portogallo (bandiera) Portogallo, Romania (bandiera) Romania, Slovenia (bandiera) Slovenia, Spagna (bandiera) Spagna, Svezia (bandiera) Svezia, Ungheria (bandiera) Ungheria
Rep. Ceca (bandiera) Repubblica Ceca

Quadro politico

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La crisi dell'Eurozona in corso, un ramo della Grande Recessione, è iniziata alcuni mesi dopo le ultime elezioni del Parlamento nel giugno 2009.[5] Anche se ha interessato la maggior parte degli Stati membri dell'UE, le economie più colpite sono state quelle del sud Europa, in modo particolare di Grecia, Cipro, Italia, Spagna e Portogallo, ma anche di Irlanda. Con le dure misure di austerità imposte a questi paesi, il consenso dell'opinione pubblica alle istituzioni dell'UE è significativamente diminuito. Ne sono esempio dati quale la percentuale di greci che approvano l'operato di Bruxelles, diminuita dal 32% del 2010 al 19% del 2013, oppure il livello di approvazione registrato in Spagna, che si è dimezzato dal 59% del 2008 al 27% del 2013.[6] Complessivamente, solo quattro dei 28 paesi membri giudicano positivamente la leadership EU.[7] Peter S. Goodman suggerisce che "la sfiducia nei trattati e le convenzioni che tengono insieme l'Europa moderna sembra a un massimo storico."[8]

José Manuel Barroso, il presidente della commissione europea, ha sostenuto che "stiamo assistendo ad un aumento dell'estremismo dall'estrema destra e dall'estrema sinistra» e ha suggerito che l'elezione potrebbe diventare "un festival di rimproveri", a suo parere infondati "contro l'Europa"[9] Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha sostenuto che "la crisi economica potrebbe attivare le forze politiche centrifughe che potrebbero rivelarsi pericolose per l'Unione europea nel suo insieme" e ha continuato descrivendo gli euroscettici come "senza cervello". In risposta, il leader UKIP Nigel Farage ha accusato Steinmeier di far ricorso agli insulti in un tentativo disperato di distogliere l'attenzione dal disastro economico e sociale causato alla Grecia dall'adesione all'Euro[10]. Farage ha anche ipotizzato, nel suo discorso al Parlamento europeo nel gennaio 2014, che alle prossime elezioni "sarà una battaglia fra le democrazie nazionali e la burocrazia statale UE."[11]

Secondo una stima del The Economist del gennaio 2014 "le forze populiste anti-EU di destra e sinistra potrebbero prendere fra il 16% e il 25% dei seggi del parlamento, dal 12% di oggi."[12] Un articolo di Policy Network del febbraio 2014, sostiene che i media si siano concentrati sui partiti anti-EU, ma tuttavia questi "rimarrebbero di modeste dimensioni" in confronto ai partiti maggiori; ancora secondo Policy Network "la loro crescita e la loro intenzione di collaborare, comporterà cambiamenti importanti per la UE e la politica europea."[13] Secondo alcuni sondaggi, in molte nazioni, la maggioranza relativa dei voti potrebbe essere ottenuta da un partito euroscettico, compresa la Francia (Fronte Nazionale),[14] i Paesi Bassi (Partito per la Libertà),[15] e l'Austria (Partito della Libertà).[16] In Grecia, la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) guida i sondaggi effettuati nel gennaio 2014.[17]

Presidente della commissione europea

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Il trattato di Lisbona prevede che il parlamento europeo debba eleggere il presidente della Commissione europea, capo dell'esecutivo europeo, sulla base di una proposta fatta dal Consiglio europeo, prendendo in considerazione le elezioni europee (articolo 17, paragrafo 7 della TEU). Queste disposizioni vengono applicate per la prima volta durante le elezioni europee del 2014.

I maggiori partiti hanno designato un candidato al ruolo di presidente. I candidati sono Jean-Claude Juncker per il Gruppo del Partito Popolare Europeo, Ska Keller per i I Verdi/Alleanza Libera Europea, Martin Schulz per l'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, Alexīs Tsipras per la Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica e Guy Verhofstadt per l'Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa.

Tuttavia, rilevanti politici europei come il presidente Herman Van Rompuy,[18] la cancelliera tedesca Angela Merkel,[19] contestano l'aspirazione dei partiti politici europei di voler collegare la presidenza della commissione europea con i risultati delle elezioni europee ed esigono che il futuro presidente debba soddisfare le aspettative, prima di tutto, degli stati membri.

Confronti televisivi

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Per la prima volta, in occasione delle elezioni europee, si sono tenuti dei confronti televisivi tra i candidati alla presidenza della Commissione Europea.

Uno di questi è stato trasmesso dall'Unione europea di radiodiffusione[20] che ha diffuso il segnale ai membri che ne hanno fatto richiesta. I dibattiti si sono tenuti in presenza del pubblico nella camera plenaria del parlamento europeo a Bruxelles. Moderatrice è stata la giornalista italiana Monica Maggioni, inviata di guerra e direttrice di Rai News 24 e Televideo Rai. Il dibattito si è svolto il 15 maggio, per una durata di 90 minuti, con la presenza dei cinque principali candidati: Schulz, Juncker, Keller, Verhofstadt e Tsipras.

Lista delle emittenti che hanno trasmesso il dibattito[21]
Stati membri TV RADIO INTERNET
Internazionale Deutsche Welle
Euronews
Germania (bandiera) Germania ZDF
ARD (Phoenix)
ARTE
ARTE
Francia (bandiera) Francia TV5MONDE
LCP AN - Public Sénat

iTELE
ARTE

Radio Nantes
Radio France
France Télévisions
Chaîne Parlementaire
ARTE
Italia (bandiera) Italia Rai (RaiNews24)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito BBC (BBC Parliament) Caledonia Media
Spagna (bandiera) Spagna TVE (Canal 24 Horas)
Televisió de Catalunya (3/24 - regionale)
El Mundo
Teleprensa
Polonia (bandiera) Polonia Polish Radio
Romania (bandiera) Romania TVR
Antena 3
Digi 24
Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi NOS
Belgio (bandiera) Belgio RTBF (La Trois)
VRT (Canvas)
Rep. Ceca (bandiera) Rep. Ceca Czech Radio
Grecia (bandiera) Grecia Efimerida ton Syntakton
Ungheria (bandiera) Ungheria
Portogallo (bandiera) Portogallo RTP (RTP Informação)
Económico TV
Diário de Notícias
Svezia (bandiera) Svezia SVT (differita)
Austria (bandiera) Austria ORF (ORF 3) Der Standard
Bulgaria (bandiera) Bulgaria BNT
Kanal 6
Finlandia (bandiera) Finlandia YLE
Danimarca (bandiera) Danimarca DR
Slovacchia (bandiera) Slovacchia Slovak TV
Croazia (bandiera) Croazia HRT (HRT 1)
RI TV (regionale)
Kanal RI (regionale)
TV Nova Pula (regionale)
TV Student (regionale)
Irlanda (bandiera) Irlanda RTE (Now News) RTE
Lituania (bandiera) Lituania DELFI
Lettonia (bandiera) Lettonia
Slovenia (bandiera) Slovenia
Cipro (bandiera) Cipro
Estonia (bandiera) Estonia
Lussemburgo (bandiera) Lussemburgo Chamber TV
Malta (bandiera) Malta Malta Today
Canada (bandiera) Canada Cable Public Affairs
Ucraina (bandiera) Ucraina NTU

L'8 e il 20 maggio inoltre, prima ZDF e ORF congiuntamente, e poi ARD, organizzeranno i duelli tra i leader delle principali forze parlamentari, ossia Jean-Claude Juncker per il PPE e Martin Schulz per il gruppo S&D

Distribuzione dei seggi

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Ripartizione dei seggi del parlamento europeo (cambiamenti fra il Trattato di Nizza ed il Trattato di Lisbona).

Stato membro 2007
Nizza
2009
Nizza
(precedenti
elezioni)
2014
Lisbona
2014c
+ Croazia
Germania (bandiera) Germania 99 99 96 96
Francia (bandiera) Francia 78 72 74 74
Regno Unito (bandiera) Regno Unitoa 78 72 73 73
Italia (bandiera) Italia 78 72 73 73
Spagna (bandiera) Spagna 54 50 54 54
Polonia (bandiera) Polonia 54 50 51 51
Romania (bandiera) Romania 35 33 33 32
Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi 27 25 26 26
Belgio (bandiera) Belgio 24 22 22 21
Rep. Ceca (bandiera) Rep. Ceca 24 22 22 21
Grecia (bandiera) Grecia 24 22 22 21
Ungheria (bandiera) Ungheria 24 22 22 21
Portogallo (bandiera) Portogallo 24 22 22 21
Svezia (bandiera) Svezia 19 18 20 20
Austria (bandiera) Austria 18 17 19 18
Bulgaria (bandiera) Bulgaria 18 17 18 17
Finlandia (bandiera) Finlandia 14 13 13 13
Danimarca (bandiera) Danimarca 14 13 13 13
Slovacchia (bandiera) Slovacchia 14 13 13 13
Croazia (bandiera) Croazia 11
Irlanda (bandiera) Irlanda 13 12 12 11
Lituania (bandiera) Lituania 13 12 12 11
Lettonia (bandiera) Lettonia 9 8 9 8
Slovenia (bandiera) Slovenia 7 7 8 8
Cipro (bandiera) Cipro 6 6 6 6
Estonia (bandiera) Estonia 6 6 6 6
Lussemburgo (bandiera) Lussemburgo 6 6 6 6
Malta (bandiera) Malta 5 5 6 6
Totale: 785 736 751b 751b

Le nazioni scritte in corsivo sono divise in sub-circoscrizioni nazionali.
a Include Gibilterra, ma nessun altro territorio britannico d'oltremare.
b Il presidente non viene contato ufficialmente, lasciando il totale a 750 parlamentari.
c Come proposto dal Parlamento europeo il 13 marzo 2013.[22]

L'articolo 14 del Trattato di Lisbona stabilisce che "Il Parlamento europeo è composto da rappresentanti dei cittadini dell'Unione. Essi non devono superare la quota di settecentocinquanta, più il Presidente. La rappresentanza dei cittadini deve essere regressivamente proporzionale, con una soglia minima di sei membri per ogni Stato membro. A nessuno stato membro dovranno essere assegnati più di novantasei seggi".

Era stato dichiarato il desiderio da parte dei governi degli stati membri di ratificare il Trattato di Lisbona prima delle elezioni del 2009, in modo che i suoi articoli che governano il Parlamento europeo potessero entrare in vigore già per quella elezione. Il processo, tuttavia, è stato bloccato dal rifiuto dell'Irlanda, avvenuto mediante il referendum costituzionale del 2008. Pertanto, nel giugno 2009, il Parlamento europeo è stato eletto con le regole del Trattato di Nizza, che prevedeva 736 seggi in luogo dei 751 previsti dal Trattato di Lisbona.

Il Trattato di Lisbona è stato poi ratificato anche dall'Irlanda, mediante il referendum costituzionale del 2009; nel dicembre 2011 sono divenute operative alcune clausole provvisorie dirette ad assegnare alcuni seggi addizionali, senza sottrarre i tre seggi extra della Germania. Questi 18 eurodeputati in più hanno portato il numero dei membri del Parlamento a 754 per il periodo transitorio fino al 2014.[23] Questi 18 eurodeputati "fantasma" avrebbero avuto all'inizio una posizione da osservatori, prima di diventare membri a tutti gli effetti qualora un protocollo aggiuntivo fosse stato ratificato entro il 2014.[24][25]

Di conseguenza, le elezioni del 2014 sono state le prime ad applicare la ripartizione dei seggi prevista dall'applicazione del Trattato di Lisbona.

Tuttavia, l'adesione della Croazia all'Unione europea, avvenuta il 1º luglio 2013, ha obbligato la UE a rivedere la distribuzione dei seggi all'interno del Parlamento europeo, e il numero dei seggi è salito a 766 con l'accesso del nuovo stato, sfondando quindi la soglia di 751 seggi stabilita dal Trattato sull'Unione europea.

L'eurodeputato Andrew Duff (ALDE, Regno Unito) ha stilato due articoli nel marzo 2011 e settembre 2012, proponendo nuove ripartizioni dei seggi (vedi tabella). Le decisioni sulla ripartizione dei seggi nel Parlamento sono governate dall'Articolo 14, che stabilisce che "Il Consiglio europeo deve adottare all'unanimità, su iniziativa del Parlamento europeo e con il suo consenso, una decisione che stabilisca la composizione del Parlamento europeo", rispettando il principio della proporzionalità regressiva, della soglia di 6 seggi per gli stati più piccoli e il limite di 96 deputati per lo stato più grande.

Legge elettorale

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Dall'ottobre 2008[26] Andrew Duff si appella al Parlamento europeo per una riforma della legge elettorale in vista delle elezioni del 2014, inclusa la creazione di un collegio di 25 seggi in cui ogni cittadino europeo possa essere autorizzato a votare sulla base di liste pan-europee. Duff è stato nominato relatore, in quanto il Parlamento ha il diritto di iniziativa in questo campo in cui il Consiglio si deve esprimere all'unanimità.

Dopo le elezioni del 2009, Duff ha proposto una nuova versione del suo articolo,[27] che è stato adottato dal Comitato sugli Affari Costituzionali nell'aprile 2011. La sessione plenaria del Parlamento ha respinto tuttavia l'articolo al Comitato nel luglio 2011. Una terza versione dell'articolo[28] fu pubblicata nel settembre 2011 e fu adottata dal Comitato Affari Costituzionali nel gennaio 2012; la proposta fu comunque ritirata prima di essere discussa dal Parlamento in plenaria nel marzo 2012, per timore che potesse essere nuovamente respinta.

Regioni
Europa orientale Europa meridionale Europa occidentale Europa settentrionale
Bulgaria (bandiera) Bulgaria 35,5% Diminuzione 3,49% Cipro (bandiera) Cipro 43,97% Diminuzione 15,43% Austria (bandiera) Austria 45,7% Diminuzione 0,27% Danimarca (bandiera) Danimarca 56,4% Diminuzione 3,14%
Rep. Ceca (bandiera) Rep. Ceca 19,5% Diminuzione 8,72% Croazia (bandiera) Croazia 25,06% Aumento 4,22% Belgio (bandiera) Belgio 90% Diminuzione 0,39% Estonia (bandiera) Estonia 36,44% Diminuzione 7,46%
Ungheria (bandiera) Ungheria 28,92% Diminuzione 7,39% Grecia (bandiera) Grecia 58,2% Aumento 5,59% Francia (bandiera) Francia 43,5% Aumento 2,87% Finlandia (bandiera) Finlandia 40,9% Aumento 2,30%
Polonia (bandiera) Polonia 22,7% Diminuzione 1,83% Italia (bandiera) Italia 58,68% Diminuzione 7,78% Germania (bandiera) Germania 47,9% Aumento 4,63% Irlanda (bandiera) Irlanda 51,6% Diminuzione 7,04%
Romania (bandiera) Romania 32,16% Aumento 4,49% Malta (bandiera) Malta 74,81% Diminuzione 3,98% Lussemburgo (bandiera) Lussemburgo 90% Diminuzione 0,76% Lettonia (bandiera) Lettonia 30,04% Diminuzione 23,66%
Slovacchia (bandiera) Slovacchia 13,0% Diminuzione 6,64% Portogallo (bandiera) Portogallo 34,5% Diminuzione 2,27% Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi 37% Aumento 0,25% Lituania (bandiera) Lituania 44,91% Aumento 23,93%
N.D. N.D. N.D. Slovenia (bandiera) Slovenia 20,96% Diminuzione 7,41% N.D. N.D. N.D. Regno Unito (bandiera) Regno Unito 36% Aumento 1,30%
N.D. N.D. N.D. Spagna (bandiera) Spagna 45,9% Aumento 1,03% N.D. N.D. N.D. Svezia (bandiera) Svezia 48,8% Aumento 3,27%
Media Media Media Media
Media Unione Europea 43,09% (Aumento 0,09%)

Gruppi politici

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Gruppo Partito Seggi
Gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE) Partito Popolare Europeo 221
Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) Partito del Socialismo Europeo 191
Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR) 70
Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (ALDE) 67
Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) 52
I Verdi/Alleanza Libera Europea (Verdi/ALE) 50
Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD) Movimento per un'Europa della Libertà e della Democrazia 48
Non iscritti (NI) Indipendenti 52
Totale 751
Fonte: Parlamento europeo

Ripartizione dei seggi

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Stato PPE S&D ECR ALDE GUE/NGL Verdi/ALE EFDD NI Totale
Austria (bandiera) Austria
(risultati)
5 ÖVP 5 SPÖ 1 NEOS 3 Grüne 4 FPÖ 18
Belgio (bandiera) Belgio
(risultati)
2 CD&V
1 CDH
1 CSP
3 PS
1 SP.A
4 N-VA 3 Open VLD
3 MR
1 Ecolo
1 Groen
1 VB 21
Bulgaria (bandiera) Bulgaria
(risultati)
6 GERB
1 DSB
4 BSP 1 BBT
1 IMRO
4 DPS 17
Cipro (bandiera) Cipro
(risultati)
2 DISY 1 DIKO
1 EDEK
2 AKEL 6
Croazia (bandiera) Croazia
(risultati)
4 HDZ
1 HSS
2 SDP 1 HSP-AS 1 HNS-LD
1 IDS
1 ORaH 11
Danimarca (bandiera) Danimarca
(risultati)
1 C 3 S 4 O 2 V
1 B
1 N 1 SF 13
Estonia (bandiera) Estonia
(risultati)
1 IRL 1 SDE 2 RE
1 KE
1 Ind. 6
Finlandia (bandiera) Finlandia
(risultati)
3 Kok 2 SDP 2 PS 3 Kesk
1 SFP
1 Vas 1 VIHR 13
Francia (bandiera) Francia
(risultati)
20 UMP 12 PS
1 PRG
4 MoDem
1 AC
1 NC
1 PR
3 FG
1 AO
6 EELV 1 Ind. 23 FN 74
Germania (bandiera) Germania
(risultati)
29 CDU
5 CSU
27 SPD 7 AfD
1 Familie
3 FDP
1 LE
7 Linke
1 Tierschutz
11 B'90/Grüne
1 Piraten
1 ÖDP
1 NPD
1 PARTEI
96
Grecia (bandiera) Grecia
(risultati)
5 ND 2 PASOK
2 To Potami
1 ANEL 6 SYRIZA 3 XA
2 KKE
21
Irlanda (bandiera) Irlanda
(risultati)
4 FG 1 Ind. 1 FF 1 Ind. 3 SF
1 Ind.
11
Italia (bandiera) Italia
(risultati)
13 FI
3 NCD-UDC
1 SVP
31 PD 3 AET 17 M5S 5 LN 73
Lettonia (bandiera) Lettonia
(risultati)
4 JV 1 Saskaņa SDP 1 NA 1 LKS 1 ZZS 8
Lituania (bandiera) Lituania
(risultati)
2 TS-LKD 2 LSDP 1 LLRA 2 LRLS
1 DP
1 LVŽS 2 TT 11
Lussemburgo (bandiera) Lussemburgo
(risultati)
3 CSV 1 LSAP 1 DP 1 Gréng 6
Malta (bandiera) Malta
(risultati)
3 PN 3 PL 6
Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi
(risultati)
5 CDA 3 PvdA 1 CU
1 SGP
4 D66
3 VVD
2 SP
1 PvdD
2 GL 4 PVV 26
Polonia (bandiera) Polonia
(risultati)
19 PO
4 PSL
4 SLD
1 UP
18 PiS
1 PR
4 KNP 51
Portogallo (bandiera) Portogallo
(risultati)
6 PSD
1 CDS-PP
8 PS 2 MPT 3 PCP
1 BE
21
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
(risultati)
20 Lab 19 Con
1 UUP
1 LibDem 1 SF 3 GPEW
2 SNP
1 PC
24 UKIP 1 DUP 73
Rep. Ceca (bandiera) Rep. Ceca
(risultati)
3 TOP 09
1 STAN
3 KDU-ČSL
4 ČSSD 2 ODS 4 ANO 3 KSČM 1 Svobodní 21
Romania (bandiera) Romania
(risultati)
6 PNL
5 PDL
2 UDMR
2 PMP
12 PSD
2 UNPR
2 PC
1 Ind. 32
Slovacchia (bandiera) Slovacchia
(risultati)
2 KDH
2 SDKÚ-DS
1 SMK
1 Most-Híd
4 Smer-SD 1 OL'aNO
1 NOVA
1 SaS 13
Slovenia (bandiera) Slovenia
(risultati)
3 SDS
1 NSi
1 SLS
1 SD 1 DeSus 1 Verjamem 8
Spagna (bandiera) Spagna
(risultati)
16 PP
1 UDC
14 PSOE 4 UPYD
1 CDC
1 PNV
2 CS
5 IU
5 Podemos
1 EhBildu
1 ICV
2 ERC
1 BNV
54
Svezia (bandiera) Svezia
(risultati)
3 M
1 KD
5 SAP
1 F!
2 L
1 C
1 V 4 MP 2 SD 20
Ungheria (bandiera) Ungheria
(risultati)
11 Fidesz
1 KDNP
2 MSZP
2 DK
1 Insieme 2014
1 LMP
3 Jobbik 21
Totale 221 191 70 67 52 50 48 52 751
  1. ^ COUNCIL DECISION 2013/299/EU, Euratom of 14 June 2013 fixing the period for the eighth election of representatives to the European Parliament by direct universal suffrage, published on 21 June 2013 by the Official Journal of the European Union, L 169/69.
  2. ^ Direktwahlakt Archiviato il 21 gennaio 2015 in Internet Archive. (PDF-Datei; 83 kB) auf der Homepage des Bundeswahlleiters.
  3. ^ Application error
  4. ^ 2013/299/EU, Euratom: Beschluss des Rates vom 14. Juni 2013 zur Festsetzung des Zeitraums für die achte allgemeine unmittelbare Wahl der Abgeordneten des Europäischen Parlaments.
  5. ^ (EN) Nick Mead e Garry Blight, Eurozone crisis: are the years of pain over?, in The Guardian, 14 agosto 2013. URL consultato il 21 marzo 2014.
  6. ^ EU Leadership Approval at Record Low in Spain, Greece, Gallup, 8 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.
  7. ^ Approval of EU leadership lowest in Greece, EUobserver, 8 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.
  8. ^ Skepticism And Contempt Color Upcoming European Parliament Elections, in Huffington Post, 21 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.
  9. ^ Jonathan Stearns, EU Elections May Be ‘Tense’ as Extremism Grows, Barroso Warns, in Bloomberg News, 15 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.
  10. ^ Bruno Waterfield, German foreign minister attacks 'brainless Eurosceptics', in The Daily Telegraph, 9 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.
  11. ^ VIDEO: Now even the Greeks want to join Ukip, says Farage as his latest speech causes stir, in Daily Express, 17 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.
  12. ^ Turning right, in The Economist, 4 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.
  13. ^ De Lange, Sarah L., Rooduijn, Matthijs e Van Spanje, Joost, The ‘Le Pen-Wilders‘ alliance will change European politics, Policy Network, 4 febbraio 2014. URL consultato il 5 febbraio 2014.
  14. ^ France's National Front tops EU election survey, EUobserver, 9 ottobre 2013. URL consultato il 20 gennaio 2014.
  15. ^ Peter Cluskey, Dutch study reveals immigration fears, in Irish Times, 3 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.
    «...Liberal-Labour coalition government, who are trailing in the polls behind Geert Wilders and his anti-immigrant Freedom Party in the run-up to the European elections»
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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Europarlamentari della VIII legislatura, su europarl.europa.eu. URL consultato il 24 agosto 2019 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2014).
  • Subentranti, su europarl.europa.eu. URL consultato il 24 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2019).
  • Uscenti, su europarl.europa.eu. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2019).