Gran Premio del Portogallo 1985

Portogallo (bandiera) Gran Premio del Portogallo 1985
406º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 2 di 16 del Campionato 1985
Estoril
Data 21 aprile 1985
Nome ufficiale V Grande Prémio de Portugal
Luogo Estoril
Percorso 4,350 km / 2,702 US mi
Distanza 67[1] giri, 291,450 km/ 181,034 US mi
Clima piovoso
Risultati
Pole position Giro più veloce
Brasile (bandiera) Ayrton Senna Brasile (bandiera) Ayrton Senna
Lotus-Renault in 1'21"007 Lotus-Renault in 1'44"121
(nel giro 45)
Podio
1. Brasile (bandiera) Ayrton Senna
Lotus-Renault
2. Italia (bandiera) Michele Alboreto
Ferrari
3. Francia (bandiera) Patrick Tambay
Renault

Il Gran Premio del Portogallo 1985 è stata la seconda prova della stagione 1985 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 21 aprile 1985 sul Circuito di Estoril. La gara è stata vinta dal brasiliano Ayrton Senna su Lotus-Renault; per il vincitore si trattò del primo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo l'italiano Michele Alboreto su Ferrari e il francese Patrick Tambay su Renault.

Senna fece sua anche la pole position, il giro veloce in gara e condusse la gara per sua interezza, realizzando così il suo primo Grand Chelem.

La gara rappresentò l'esordio, nel campionato mondiale di Formula 1, per la casa tedesca Zakspeed.

Aspetti tecnici

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La Formula 1 ritornò, dopo sei mesi, sul circuito portoghese che, nel frattempo, era stato riasfaltato, eliminando quegli avvallamenti della pista che erano stati criticati dai piloti nell'edizione precedente.

La Reanult copiò i deflettori posti dinnanzi alle gomme posteriori, presentati dalla Lotus, nella gara del Brasile. La Williams, motorizzata Honda, impiegò nuovi turbocompressori IHI, coi condotti di alimentazione che correvano lungo i fianchi della monoposto. Modificò più pesantemente la vettura l'Alfa Romeo, con nuove prese d'aria, nuove sospensioni, nuovi alettoni e nuovo estrattore.

La scuderia Zakspeed presentò la sua prima vettura di Formula 1, la 841, spinta da un motore turbo costruito in proprio dalla casa tedesca. La monoposto, in fibra di carbonio, era stata progettata da Paul Brown. Gommata dalla Goodyear, era azionata da un cambio derivato da quello Hewland, ma perfezionato dalla stessa scuderia.[2]

Aspetti sportivi

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Il 16 aprile la Scuderia Ferrari decise di licenziare René Arnoux. Il francese, che correva per la scuderia italiana dal 1983, soffriva di problemi fisici. Nell'inverno 1984-1985 era stato operato alla gamba destra, per un'ipertrofia muscolare. Al suo posto venne ingaggiato lo svedese Stefan Johansson, liberato dalla Toleman, che non era in grado di schierarsi al via delle gare, per l'assenza di una fornitura di pneumatici.[3] Sul circuito era comunque presente John Watson, l'unico rimasto sotto contratto con il team britannico, così come il personale della scuderia.

Lo svedese aveva corso la prima gara, in Brasile, con la Tyrrell che, nel frattempo, aveva risolto i problemi di contratto con Stefan Bellof, reimpiegandolo così come pilota titolare.

La scuderia tedesca Zakspeed ingaggiò il pilota britannico Jonathan Palmer, che aveva disputato la stagione precedente con la RAM. La scuderia aveva una certa esperienza nei campionati turismo tedeschi, nonché nel campionato endurance. Era supportata dal produttore di sigarette West.[2]

La prima giornata di prove fu caratterizzata dalla pioggia. I più rapidi furono i piloti della Lotus, con Ayrton Senna che riuscì a battere Elio De Angelis, che era stato il più rapido nei primi munti della sessione. Alle spalle del duo della scuderia motorizzata Renault si piazzarono Niki Lauda, Michele Alboreto e Alain Prost.

Stefan Johansson, l'altro pilota della Ferrari, al suo esordio con la casa di Maranello, fu dodicesimo. Come Alboreto anche lo svedese non riuscì a trovare un giro veloce, incontrando del traffico nel suo tentativo migliore. La Ferrari non era riuscita, comunque, nemmeno nelle prove libere del mattino a trovare un assetto ottimale.[4]

La prove del venerdì furono caratterizzate anche da un incidente tra Eddie Cheever e Nigel Mansell, con il pilota statunitense che tamponò la vettura del britannico. I due piloti dettero la responsabilità a Riccardo Patrese, che sopraggiungeva con l'altra Alfa Romeo.[5]

Al sabato il tempo asciutto permise ai piloti di trovare le migliori prestazioni. Senna, primo al venerdì, confermò la prima posizione, anche al sabato. Il brasiliano, alla sua prima pole position in carriera, ottenne il tempo record di 1'21"007, abbassando di quasi sette decimi il precedente record di Nelson Piquet. La prima fila venne completata da Alain Prost, mentre De Angelis, l'altro pilota della Lotus, quarto, venne prima penalizzato dal traffico in pista, poi dalla rottura del turbo in un giro che lo stava portando in prima posizione. Terzo si era posizionato Rosberg, con una Williams che finiva in traverso, per la potenza del motore, nelle curve.[6]

Le Ferrari mostravano ancora dei problemi di motricità, con Johansson che fu anche costretto a utilizzare il muletto, adattato però alle misure di Alboreto. Il tempo ottenuto sabato da Piercarlo Ghinzani, dell'Osella, vennero annullati in quanto l'alettone anteriore venne fissato a un'altezza non regolamentare.[2]

I risultati delle qualifiche[7] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 12 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'21"007 1
2 2 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'21"420 2
3 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'21"904 3
4 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'22"159 4
5 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 1'22"577 5
6 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 1'23"084 6
7 1 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'23"288 7
8 25 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'23"302 8
9 5 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'23"594 PL[8]
10 7 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'23"618 10
11 28 Svezia (bandiera) Stefan Johansson Italia (bandiera) Ferrari 1'23"652 11
12 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 1'24"111 12
13 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'24"230 13
14 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'24"563 PL[8]
15 9 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'24"721 15
16 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'24"747 16
17 17 Austria (bandiera) Gerhard Berger Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'24"842 17
18 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'24"943 18
19 8 Francia (bandiera) François Hesnault Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'25"717 19
20 10 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'26"187 20
21 4 Germania (bandiera) Stefan Bellof Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'27"284 21
22 3 Regno Unito (bandiera) Martin Brundle Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'27"602 22
23 30 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Germania (bandiera) Zakspeed 1'28"166 23
24 21 Italia (bandiera) Mauro Baldi Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart 1'28"473 24
25 29 Italia (bandiera) Pierluigi Martini Italia (bandiera) Minardi-Ford Cosworth 1'28"596 PL[8]
26 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 1'30"855 26

Una forte pioggia colpì il tracciato, già ben prima della partenza. Nigel Mansell e Pierluigi Martini danneggiarono le loro vetture nel giro d'installazione (il primo effettuò un testacoda mentre il secondo andò a sbattere),[9] e furono costretti a partire dalla corsia dei box. Stessa sorte toccò a Eddie Cheever: col turbo in panne sulla vettura titolare, fu costretto a utilizzare il muletto, e a non poter partire dalla griglia. La griglia non venne però modificata dalle assenze, se non per le piazzole rimaste vuote.

Ayrton Senna, che partiva dalla pole position, mantenne agevolmente il comando della gara, anche perché Alain Prost, l'altro pilota in prima fila, ebbe dei problemi al via, superato anche da Elio De Angelis. Seguivano, poi, Michele Alboreto, Derek Warwick e Niki Lauda. Rosberg rimase fermo con la vettura in mezzo alla griglia, tanto da venir colpito da Jonathan Palmer. Il finlandese, con l'aiuto dei commissari, poté comunque avviarsi, e lo stesso Palmer riuscì comunque a proseguire, anche se si ritirò dopo poco.

Al terzo giro Lauda passò Warwick. Le condizioni della pista, molto difficili, portarono a diversi incidenti. Al quarto giro finì in testacoda François Hesnault, per un malfunzionamento del motore, mentre Philippe Alliot finì fuori pista a causa dell'aquaplaning. Il giro dopo Riccardo Patrese tamponò Stefan Johansson, ed entrambi finirono in testacoda. Il padovano non poté proseguire il gran premio. Sorpresi dall'incidente vennero a contatto gli accorrenti Stefan Bellof e Manfred Winkelhock, che poterono però continuare la gara.

Chi si trovava in maggiore difficoltà erano i piloti con le gomme Pirelli. Jacques Laffite fu costretto presto ai box, mentre Andrea De Cesaris fu anche autore di un'uscita di pista. Anche Martini fu autore di un'escursione fuori pista. Al quattordicesimo giro Warwick cedette la posizione a Tambay; nello stesso giro Gerhard Berger, dopo un testacoda, abbandonò la gara. Prost e Alboreto si avvicinarono a De Angelis, senza però riuscire a passarlo. Proseguirono gli incidenti: al diciassettesimo giro Winkelhock tamponò Johansson, nel corso di un doppiaggio. Entrambi ripartirono lo svedese fu costretto ai box, per montare un nuovo musetto. Keke Rosberg terminò in testacoda, alla Parabolica, colpì un guard-rail, fratturandosi anche un pollice. I commissari dovettero spostare la vettura che era rimasta in traiettoria.

Al ventunesimo giro Warwick uscì dal tracciato, rientrando ai box per cambiare gli pneumatici e riparare la sua Renault. Tre giri dopo si fermò anche Nelson Piquet, a causa della scarsa aderenza che le Pirelli dimostravano in condizioni di bagnato estremo. Il brasiliano fu poi costretto a box, quattro giri dopo, sempre per provare nuove gomme. Baldi, nello stesso giro, abbandonò, dopo un testacoda. A metà gara Senna comandava con oltre 37 secondi di margine su De Angelis che, a sua volta, precedeva di pochi decimi Prost. Alboreto era a 5 secondi dal suo connazionale, godendo di un margine di oltre 41 secondi su Tambay.

Al trentunesimo giro Prost attaccò ancora De Angelis ma, finito su un rivolo d'acqua, perse il controllo della sua vettura, che terminò contro un muretto: il francese dovette ritirarsi. Un giro dopo decise di ritirarsi anche Piquet, seguito da De Cesaris, impossibilitato a tenere in pista la sua vettura. Al trentasettesimo giro Senna mise quattro ruote sull'erba, ma mantenne il controllo della vettura, e poté proseguire la gara al comando. Al quarantatreesimo giro Alboreto si avvicinò a De Angelis, passandolo alla prima curva. Il pilota della Lotus cercò di resistere, uscendo anche di pista alla terza curva, ma senza successo.

La pioggia aumentò ancora d'intensità, tanto che i direttori sportivi delle squadre proposero di interrompere la gara, senza però che la direzione di corsa accogliesse la proposta. Anche Senna, al comando, e Lauda, che si era ritirato alla tornata quarantanove per problemi al motore, cercarono vanamente di convincere la direzione di gara a interrompere il gran premio. Nel frattempo Nelson Piquet aveva cercato di riprendere la pista, ma dopo due giri molto lenti, decise per l'abbandono definitivo. Al 61° giro Patrick Tambay prese la terza posizione a De Angelis, vittima di una foratura lenta, che lo tormentava dal decimo giro.[9] Quattro giri dopo la direzione di corsa, essendo state raggiunte le due ore di gara, avvisò i concorrenti che il GP si sarebbe interrotto al 67° giro, due in meno rispetto alla durata prevista.

Ayrton Senna colse la sua prima vittoria nel mondiale, il settantaquattresimo pilota a riuscirci,[10] precedendo Alboreto di un minuto e tre secondi, unico a pieni giri come il brasiliano, e Tambay. De Angelis riuscì a chiudere comunque quarto. Senna ottenne la prima vittoria per la Lotus dopo il decesso di Colin Chapman. La sua vittoria interruppe una striscia di 8 successi consecutivi della McLaren. Fu anche il primo successo per una vettura motorizzata Renault, dal Gran Premio d'Austria 1983. Senna ottenne anche il Grand Chelem (pole position, giro veloce, vittoria e gara condotta per tutta la sua interezza).[2] Michele Alboreto si trovò in testa al campionato mondiale, cosa che non succedeva a un pilota italiano dal Gran Premio di Monaco 1958, con Luigi Musso.[9]

I risultati del gran premio[11] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 12 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 67 2h00'28"006 1 9
2 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 67 + 1'02"978 5 6
3 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 66 + 1 giro 12 4
4 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 66 + 1 giro 4 3
5 5 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 65 + 2 giri PL 2
6 4 Germania (bandiera) Stefan Bellof Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 65 + 2 giri 21 1
7 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Regno Unito (bandiera) Renault 65 + 2 giri 6  
8 28 Svezia (bandiera) Stefan Johansson Italia (bandiera) Ferrari 62 + 5 giri 11  
9 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 61 + 6 giri 26  
NC 9 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 50 Non classificato 15  
Rit 1 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 49 Motore 7  
Rit 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 36 Motore PL  
Rit 2 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 30 Testacoda 2  
Rit 25 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 29 Foratura 8  
Rit 7 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 28 Foratura 10  
Rit 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 28 Problemi elettrici 16  
Rit 3 Regno Unito (bandiera) Martin Brundle Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 20 Trasmissione 22  
Rit 21 Italia (bandiera) Mauro Baldi Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart 19 Testacoda 24  
Rit 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 16 Testacoda 3  
Rit 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Renault 15 Foratura 18  
Rit 17 Austria (bandiera) Gerhard Berger Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 12 Testacoda 17  
Rit 29 Italia (bandiera) Pierluigi Martini Italia (bandiera) Minardi-Ford Cosworth 12 Testacoda PL  
Rit 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 4 Collisione con S.Johannson 13  
Rit 10 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 3 Testacoda 20  
Rit 8 Francia (bandiera) François Hesnault Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 3 Problemi elettrici 19  
Rit 30 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Germania (bandiera) Zakspeed 2 Sospensione 23  

Classifiche Mondiali

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Polemiche dopo la gara

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La decisione della direzione di gara di non sospendere il gran premio per le avverse condizioni meteorologiche fu aspramente criticata dai piloti. Niki Lauda definì inconcepibile che la gara si fosse svolta in quelle condizioni, mentre Alain Prost sottolineò come il suo errore di guida fosse dovuto all'aquaplaning. Anche il vincitore Ayrton Senna criticò la direzione di gara, ricordando come l'anno prima, a Montecarlo, gara interrotta quando era secondo, le condizioni della pista fossero migliori.[12]

Nel weekend del successivo Gran Premio di San Marino i piloti firmarono una petizione, promossa da Niki Lauda, per chiedere che le gare venissero interrotte quando le condizioni della pista fossero state tali da mettere in pericolo i concorrenti.[13]

  1. ^ Il gran premio, previsto su 70 giri, pari a 304,5 km, è ridotto a 67 giri, per il raggiungimento delle due ore di gara.
  2. ^ a b c d (FR) 2. Portugal 1985, su statsf1.com. URL consultato il 23 dicembre 2021.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, René Arnoux divorzia dalla Ferrari, in La Stampa, 17 aprile 1985, p. 23. URL consultato il 23 dicembre 2021.
  4. ^ Cristiano Chiavegato, Il primo verdetto dice Lotus, in La Stampa, 20 aprile 1985, p. 22. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  5. ^ Alfa, c'è tensione fra Patrese e Cheever, in La Stampa, 20 aprile 1985, p. 22. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  6. ^ Cristiano Chiavegato, Senna e De Angelis lanciano la sfida a Prost, in La Stampa, 21 aprile 1985, p. 31. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  7. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  8. ^ a b c Nigel Mansell e Pierluigi Martini partirono dalla corsia dei box, per aver danneggiato la vettura durante il giro d'installazione. Eddie Cheever partì dalla corsia dei box perché fu costretto a usare il muletto, per un problema al turbo della sua vettura titolare. La griglia di partenza non venne modificata.
  9. ^ a b c Cristiano Chiavegato, Senna nuota meglio di tutti, in Stampa Sera, 22 aprile 1985, p. 25. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  10. ^ (FR) Statistiques Pilotes-Victoires-Chronolgie, su statsf1.com. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  11. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  12. ^ Ercole Colombo, Lauda e Prost infuriati "In queste condizioni non bisognava correre", in Stampa Sera, 22 aprile 1985, p. 25. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  13. ^ (ES) Los pilotos de F-1, por la seguridad, in El Mundo Deportivo, 4 maggio 1985, p. 24. URL consultato il 31 dicembre 2021.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1985
 

Edizione precedente:
1984
Gran Premio del Portogallo Edizione successiva:
1986
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