Battaglia di Ponts-de-Cé (1793)

Battaglia di Ponts-de-Cé
parte delle guerre di Vandea
La moglie del Comandante Bourgeois, in procinto di gettarsi da una scogliera con il figlio in braccio, per sfuggire ai vandeani.
Data26 - 28 luglio 1793
LuogoPonts-de-Cé
EsitoVittoria vandeana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
900 uomini5.000 uomini
6 cannoni
Perdite
88 morti
40 feriti
155 prigionieri
?
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La battaglia di Ponts-de-Cé è una battaglia della prima guerra di Vandea avvenuta tra il 26 e il 28 luglio 1793 a Les Ponts-de-Cé.

Il 26 luglio 1793 la divisione vandeana di Bonchamps, comandata da Charles d'Autichamp, si portò sui rilievi di Mûrs-Erigné per catturare la città di Les Ponts-de-Cé, presidiata dal 6º battaglione repubblicano di Parigi, forte di 300 uomini, che però era fuggito senza combattere.

I vandeani si diressero verso la vicina Angers, ma furono fermati dal tenente colonnello Bourgeois che li affrontò con 600 uomini, per lo più dell'8º battaglione di Parigi, detto "Lombardo". I repubblicani, inferiori di numero, furono respinti verso un affluente della Loira, il fiume Louet, che dovettero attraversare a nuoto. Per sfuggire all'attacco vandeano, diversi soldati repubblicani e la moglie del tenente colonnello Bourgeois, con in braccio il suo figlioletto, preferirono gettarsi dalle scogliere dell'Erigné, piuttosto che essere catturati.

I vandeani riuscirono così ad occupare la città di Les Ponts-de-Cé e il suo castello. Il Comandante Bourgeois intanto, benché ferito, si sforzò di riorganizzare il proprio battaglione sull'altra sponda del fiume e provò a lanciare un contrattacco, senza tuttavia ottenere alcun risultato.

Infine, il 28 luglio, il generale Michel-Louis Talot giunse in rinforzo con la guardia nazionale di Angers e altri uomini distaccati nel Sarthe e lanciò un contrattacco. I vandeani però, stanchi per i due giorni di combattimenti e ignorando gli ordini di Bonchamps, decisero di ritirarsi, non dando seguito alla loro vittoria.

  • Émile Gabory, Les Guerres de Vendée, Robert Laffont, 2009, p. 193.