Prima battaglia di Chemillé

Prima battaglia di Chemillé
parte delle guerre di Vandea
"Strada per Chemillé", incisione di Thomas Drake, 1850.
Data26 - 13 marzo 1793
LuogoChemillé
EsitoVittoria vandeana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
64 uomini
3 cannoni
1.000-4.000 uomini
1 cannone
Perdite
10 morti
3 cannoni persi
?
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La prima battaglia di Chemillé è stata una battaglia della prima guerra di Vandea combattuta il 13 marzo 1793 a Chemillé.

Dopo la vittoria a Jallais, gli insorti di Pin-en-Mauges e La Poitevinière guidati da Jacques Cathelineau e Jean Perdriau decisero di attaccare Chemillé, situata 7 km a est. Molti contadini si unirono agli insorti che poterono così aumentare il proprio numero, arrivando a contare tra i 1.000 e 4.000 uomini armati di bastoni, falci e alcuni di fucili da caccia.[1]

I repubblicani che divendevano Chemillé erano meno di un centinaio, più precisamente 64 guardie nazionali comandate dal capitano Poirier, con 3 colubrine.[1][2]

I vandeani arrivarono davanti a Chemillé cantando il Vexilla Regis facendosi precedere da sei repubblicani legati a due a due come scudi umani, tra cui il prete costituzionale Gasneau e il giudice di pace Lemonnier. I repubblicani, invece, si schierarono ad ovest del villaggio, posizionati dietro il piccolo fiume Hyrôme.[1]

Prima della battaglia i vandeani proposeri ai repubblicani di arrendersi e consegnare le armi, ma in risposta quest'ultimi aprirono con le loro colubrine e gli insorti risposero con i cannoni catturati a Jallais. I vandeani quindi andarono alla carica tentando di circondare i repubblicani: un gruppo guidato da Cathelineau e Perdriau riuscì a catturare i pezzi di artiglieria repubblicana e li rivolse contro i repubblicani, durante lo scontro Cathelineau rimase ferito alla testa. Circa 200-300 insorti di La Tourlandry e La Salle-de-Vihiers, tra cui l'abbé Barbotin entrarono nella città di Chemillé da est prendendo i repubblicani alle spalle.[1]

Dopo un'ora di combattimenti, Chemillé fu catturata dai vandeani e i repubblicani rimasti furono fatti prigionieri o fuggirono.[1][2]

  1. ^ a b c d e Gabory, 2009
  2. ^ a b Tabeur, 2008
  • Émile Gabory, Les Guerres de Vendée, Robert Laffont, 1912-1931, p. 1476.
  • Jacques Hussenet, «Détruisez la Vendée!» Regards croisés sur les victimes et destructions de la guerre de Vendée, La Roche-sur-Yon, Centre vendéen de recherches historiques, 2007, p. 634.
  • Jean Julien Michel Savary, Guerres des Vendéens et des Chouans contre la République, t. I, 1824.
  • Jean Tabeur, Paris contre la province: les guerres de l'ouest, 1792-1796, Economica, 2008, p. 286.