Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013
Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013 | ||||
---|---|---|---|---|
Stato | Italia | |||
Data | 18-20 aprile 2013 | |||
Legislatura | XVII legislatura | |||
Eletto | ||||
Partito | ||||
Voti | 738[1] 73,2% | |||
Scrutinio | VI | |||
Presidente uscente | ||||
Giorgio Napolitano | ||||
L'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013 si svolse tra il 18 e il 20 aprile.
Il presidente uscente è Giorgio Napolitano, che viene rieletto al VI scrutinio.
Contesto[modifica | modifica wikitesto]
In vista della scadenza del mandato di Giorgio Napolitano, tra alcune forze politiche (PD, PdL, Lega Nord, Scelta Civica e UdC) nasce l'ipotesi di una sua rielezione, anche per mantenere un punto fisso nella politica italiana molto apprezzato dai cittadini e all'estero in un periodo politico turbolento. Ma lo stesso Napolitano, a più riprese, ribadisce la non disponibilità al rinnovo del mandato, sia per ragioni anagrafiche, sia perché ritiene che un secondo settennato mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana dello Stato italiano, secondo quanto affermato a suo tempo anche dal suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi.[2]
Il Movimento 5 Stelle conduce delle votazioni online tra i propri iscritti, battezzate quirinarie[3], per individuare un candidato da proporre in sede di votazione. La persona scelta è la giornalista Milena Gabanelli,[4] ma dopo la rinuncia di quest'ultima e del secondo più votato, Gino Strada, i parlamentari del M5S convergono sul nome del terzo classificato, il giurista Stefano Rodotà,[5] che viene proposto dai grillini come candidato comune con il PD.[6]
Il 17 aprile, nel corso di un'assemblea molto contestata, i parlamentari e i delegati regionali del PD decidono a maggioranza di votare l'ex presidente del Senato Franco Marini,[7] sul quale era stato raggiunto un accordo trasversale con PdL e SC per la prima votazione con quorum più alto. Il nome di Marini era stato proposto dal segretario PD Pier Luigi Bersani al presidente del PdL Silvio Berlusconi in una rosa che comprendeva anche l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato e il giudice costituzionale Sergio Mattarella. La scelta di Marini determina il dissenso esplicito dei grandi elettori vicini a Matteo Renzi, molti dei quali alla prima e alla seconda votazione decidono di votare l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino,[6] e di altri che scelgono di sostenere la candidatura di Rodotà. La designazione di Marini viene duramente contestata anche da parte dei grandi elettori di SEL, tanto da indurli ad abbandonare l'assemblea del PD, alla quale partecipavano in virtù dell'alleanza elettorale nella coalizione Italia. Bene Comune, per ufficializzare poi la convergenza sul nome di Rodotà.[8]
La Lega Nord, che aveva inizialmente lanciato la candidatura di Manuela Dal Lago,[9] decide in seguito di votare Franco Marini,[10] insieme anche a PdL, Fratelli d'Italia[11], UdC e parte di Scelta Civica[12].
La prima votazione non attribuisce alla candidatura di Marini i risultati sperati, anche se i voti ottenuti (521) sarebbero stati sufficienti a garantirne l'elezione dal quarto scrutinio e superano di gran lunga quelli poi ottenuti da Prodi. I voti ottenuti da Marini sono anche più di quelli ottenuti in passato da tre presidenti eletti (Einaudi, Segni e Leone) e di poco inferiori a quelli ottenuti nel 2006 da Napolitano. Nonostante ciò, la candidatura di Marini viene ritirata. Alla seconda tornata il PD, il PdL e la Lega Nord indicano di votare scheda bianca,[13][14] scelta che nel PD non viene condivisa né dall'ala renziana né dall'ala più a sinistra. Fratelli d'Italia, invece, sceglie di votare il colonnello Sergio De Caprio detto Capitano Ultimo.[15] Alla terza votazione anche Scelta Civica indica di votare scheda bianca.
Dalla quarta votazione è richiesta la sola maggioranza assoluta dei componenti dell'assemblea. PD e SEL lanciano pertanto la candidatura di Romano Prodi, osteggiata da tutto il centrodestra[16] che decide di non partecipare alla votazione. La candidatura non viene condivisa neanche dal Movimento 5 Stelle, che continua a votare Rodotà, e dai montiani, che propongono invece la candidatura del Ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri.[17] Prodi raggiunge alla quarta votazione solo 395 voti, evidenziando così la presenza di almeno 101 franchi tiratori all'interno dell'alleanza di centrosinistra[18]; peraltro, se anche i 101 voti fossero andati a Prodi, i 496 consensi non sarebbero stati sufficienti a determinarne l'elezione, visto che il quorum era fissato a 504 voti. Prendendo atto della disfatta, la sera del 19 aprile Prodi ritira la propria disponibilità[19], mentre Rosy Bindi si dimette da presidente del PD e Pier Luigi Bersani annuncia le dimissioni dall'incarico di segretario.[20] Alla quinta votazione, PD e Scelta Civica annunciano di votare scheda bianca mentre Il Popolo della Libertà e la Lega Nord decidono ancora di non prendervi parte; il Movimento 5 Stelle conferma la candidatura di Rodotà, su cui tornano a confluire i voti di SEL.
Nella mattinata del 20 aprile Monti, Bersani, Berlusconi e alcuni delegati regionali (tra cui i leghisti Maroni, Cota e Zaia) incontrano separatamente il presidente della Repubblica Napolitano per analizzare l'incerta situazione creatasi e trovare una soluzione intermedia a tal proposito.[21] Nei rispettivi incontri da parte dei vari interlocutori viene espressa la convinzione che «nella grave situazione venutasi a determinare col succedersi delle votazioni per l'elezione del nuovo capo dello Stato, sia altamente necessario e urgente che il Parlamento in seduta comune possa dar luogo a una manifestazione di unità e coesione nazionale attraverso la rielezione dello stesso Napolitano».[22] Viene pertanto richiesta, da un ampio schieramento parlamentare, la disponibilità di Napolitano a essere rieletto alla presidenza della Repubblica[23]. Il presidente uscente decide di accettare la ricandidatura[24] e viene pertanto eletto al sesto scrutinio ricevendo consensi da parte di tutta l'assemblea con le eccezioni di Movimento 5 Stelle e SEL, che mantengono la candidatura di Rodotà, e di Fratelli d'Italia, che conferma la propria preferenza a De Caprio. Napolitano, con 738 voti, diventa così il primo presidente della Repubblica ad essere eletto per un secondo mandato.[25]
L'assemblea elettrice[modifica | modifica wikitesto]
Convocazione dell'assemblea[modifica | modifica wikitesto]
Nei primi giorni di aprile il presidente Napolitano invita la presidente della Camera Laura Boldrini ad iniziare i lavori per la preparazione dell'elezione del suo successore, secondo anche quanto emerge da un comunicato del Quirinale:
«La seduta comune del Parlamento, integrato dai delegati regionali, per l'elezione del nuovo capo dello Stato, potrà aver luogo già a partire da giovedì 18 aprile. Il presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, nella sua qualità di presidente del Parlamento, nel comunicare che provvederà lunedì 15 aprile a diramare le convocazioni previste dal secondo comma dell'art. 85 della Costituzione, ha precisato che "su invito" del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e "sentito" il presidente del Senato, Pietro Grasso, la seduta potrà aver luogo appunto già a partire da giovedì 18 aprile, "confidando che gli adempimenti relativi alla designazione da parte delle Regioni dei propri delegati si svolgano con la massima tempestività.»
Per i delegati Friuli Venezia Giulia il cui Consiglio regionale è in corso di rinnovo, come avvenuto in altre analoghe occasioni, il Consiglio uscente provvede alle opportune designazioni.
Composizione dell'assemblea[modifica | modifica wikitesto]
Oltre ai 630 deputati, i 315 senatori eletti e i 4 senatori a vita, partecipano all'elezione del presidente della Repubblica anche 58 rappresentanti delle regioni.
Delegati regionali[modifica | modifica wikitesto]
- Abruzzo
- Gianni Chiodi (PdL), Presidente della giunta regionale
- Nazario Pagano (PdL), Presidente del Consiglio regionale
- Camillo D'Alessandro (PD), consigliere regionale
- Basilicata
- Vito De Filippo (PD), Presidente della giunta regionale
- Vincenzo Santochirico (PD), Presidente del Consiglio regionale
- Paolo Castelluccio (PdL), consigliere regionale
- Calabria
- Giuseppe Scopelliti (PdL), Presidente della giunta regionale
- Gianpaolo Chiappetta (PdL), consigliere regionale
- Sandro Principe (PD), consigliere regionale
- Campania
- Stefano Caldoro (PdL), Presidente della giunta regionale
- Paolo Romano (PdL), Presidente del Consiglio regionale
- Peppe Russo (PD), consigliere regionale
- Emilia-Romagna
- Vasco Errani (PD), Presidente della giunta regionale
- Palma Costi (PD), Presidente del Consiglio regionale
- Enrico Aimi (PdL), Vicepresidente del Consiglio regionale
- Friuli-Venezia Giulia
- Maurizio Franz (LN), Presidente del Consiglio regionale
- Luca Ciriani (PdL), Vicepresidente della Giunta regionale
- Franco Bussa (PD), consigliere regionale
- Lazio
- Nicola Zingaretti (PD), Presidente della giunta regionale
- Daniele Leodori (PD), Presidente del Consiglio regionale
- Mario Abbruzzese (PdL), consigliere regionale
- Liguria
- Claudio Burlando (PD), Presidente della giunta regionale
- Rosario Monteleone (UdC), Presidente del Consiglio regionale
- Luigi Morgillo (PdL), Vicepresidente del Consiglio regionale
- Lombardia
- Roberto Maroni (LN), Presidente della giunta regionale
- Raffaele Cattaneo (PdL), Presidente del Consiglio regionale
- Umberto Ambrosoli (PD), consigliere regionale
- Marche
- Gian Mario Spacca (PD), Presidente della giunta regionale
- Vittoriano Solazzi (PD), Presidente del Consiglio regionale
- Giacomo Bugaro (PdL), Vicepresidente del Consiglio regionale
- Molise
- Salvatore Ciocca (PdCI), consigliere regionale
- Francesco Totaro (PD), consigliere regionale
- Angiolina Fusco Perrella (PdL), consigliere regionale
- Piemonte
- Roberto Cota (LN), Presidente della giunta regionale
- Luca Pedrale (PdL), consigliere regionale
- Gianni Wilmer Ronzani (PD), consigliere regionale
- Puglia
- Onofrio Introna (SEL), Presidente del Consiglio regionale
- Antonio Maniglio (PD), Vicepresidente del Consiglio regionale
- Nino Marmo (PdL), Vicepresidente del Consiglio regionale
- Sardegna
- Ugo Cappellacci (PdL), Presidente della giunta regionale
- Claudia Lombardo (PdL), Presidente del Consiglio regionale
- Giampaolo Diana (PD), consigliere regionale
- Sicilia
- Rosario Crocetta (IM), Presidente della giunta regionale
- Giovanni Ardizzone (UdC), Presidente dell'Assemblea Regionale
- Francesco Cascio (PdL), consigliere regionale
- Toscana
- Enrico Rossi (PD), Presidente della giunta regionale
- Alberto Monaci (PD), Presidente del Consiglio regionale
- Roberto Benedetti (PdL), Vicepresidente del Consiglio regionale
- Trentino-Alto Adige
- Alberto Pacher (PD), Presidente della giunta regionale
- Rosa Zelger Thaler (SVP), Presidente del Consiglio regionale
- Pino Morandini (PdL), consigliere regionale
- Umbria
- Catiuscia Marini (PD), Presidente della giunta regionale
- Eros Brega (PD), Presidente del Consiglio regionale
- Massimo Mantovani (PdL), consigliere regionale
- Valle d'Aosta
- Augusto Rollandin (UV), Presidente della giunta regionale
- Veneto
- Luca Zaia (LN), Presidente della giunta regionale
- Clodovaldo Ruffato (PdL), Presidente del Consiglio regionale
- Franco Bonfante (PD), Vicepresidente del Consiglio regionale
Elezione[modifica | modifica wikitesto]
Preferenze per Giorgio Napolitano[modifica | modifica wikitesto]
Scrutinio | Voti | Percentuale |
---|---|---|
I | 10 | 1% |
II | 4 | 0,4% |
III | 12 | 1,2% |
IV | 2 | 0,2% |
V | 20 | 2% |
VI | 738 | 73,2% |
18 aprile 2013[modifica | modifica wikitesto]
I scrutinio[modifica | modifica wikitesto]
Per la nomina è richiesta una maggioranza dei due terzi dei 1007 membri dell'Assemblea.
Dati votazione | Nome | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presenti | 999 | Franco Marini | 521 | ||
Votanti | 999 | Stefano Rodotà | 240 | ||
Astenuti | 0 | Sergio Chiamparino | 41 | ||
Maggioranza | 672 | Romano Prodi | 14 | ||
Emma Bonino | 13 | ||||
Massimo D'Alema | 12 | ||||
Giorgio Napolitano | 10 | ||||
Anna Finocchiaro | 7 | ||||
Anna Maria Cancellieri | 2 | ||||
Mario Monti | 2 | ||||
Voti dispersi | 18 | ||||
Schede bianche | 104 | ||||
Schede nulle | 15 |
Poiché nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto, si procede ad un secondo scrutinio.
Tra i voti dispersi: Margherita Hack, Veronica Lario, Santo Versace, Pietro Grasso, Claudio Magris, Gustavo Zagrebelsky, Milena Gabanelli, Paolo Bolognesi, Claudio Sabelli Fioretti, Umberto Ranieri, Mario Segni, Franco Cardini, Augusto Antonio Barbera, Pier Luigi Bersani, Marcello Pera. Un voto per Valeria Marini, Mara Carfagna e Giulio Napolitano, non eleggibili per non aver ancora compiuto il 50º anno di età e i cui voti vengono pertanto annoverati fra le schede nulle, nelle quali vengono anche inclusi due voti per Franco Marino, uno per Francesco Marini e uno per Raffaello Mascetti[38][39].
II scrutinio[modifica | modifica wikitesto]
Per la nomina è richiesta una maggioranza dei due terzi dei 1007 membri dell'Assemblea.
Dati votazione | Nome | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presenti | 948 | Stefano Rodotà | 230 | ||
Votanti | 948 | Sergio Chiamparino | 90 | ||
Astenuti | 0 | Massimo D'Alema | 38 | ||
Maggioranza | 672 | Franco Marini | 15 | ||
Alessandra Mussolini | 15 | ||||
Romano Prodi | 13 | ||||
Emma Bonino | 10 | ||||
Sergio De Caprio | 9 | ||||
Cosimo Sibilia | 7 | ||||
Rosy Bindi | 6 | ||||
Paola Severino | 5 | ||||
Silvio Berlusconi | 4 | ||||
Pier Luigi Bersani | 4 | ||||
Anna Finocchiaro | 4 | ||||
Giorgio Napolitano | 4 | ||||
Ricardo Antonio Merlo | 3 | ||||
Pierluigi Castagnetti | 2 | ||||
Michele Cucuzza | 2 | ||||
Arnaldo Forlani | 2 | ||||
Pietro Grasso | 2 | ||||
Grazia Maniscalco | 2 | ||||
Antonio Palmieri | 2 | ||||
Claudio Sabelli Fioretti | 2 | ||||
Daniela Santanchè | 2 | ||||
Santo Versace | 2 | ||||
Voti dispersi | 41 | ||||
Schede bianche | 418 | ||||
Schede nulle | 14 |
Poiché nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto, si procede ad un terzo scrutinio.
Tra i voti dispersi: Gianfranco Fini, Fiorello, Sophia Loren, Giovanni Trapattoni, Gianni Rivera, Giuliano Amato, Antonio Martino, Ciriaco De Mita, Pietro Ingrao, Sabino Cassese, Renato Brunetta, Paola Pelino, Giulio Andreotti, Paolo Mieli, Mario Segni, Michele Serra.
19 aprile 2013[modifica | modifica wikitesto]
III scrutinio[modifica | modifica wikitesto]
Per la nomina è richiesta una maggioranza dei due terzi dei 1007 membri dell'Assemblea.
Dati votazione | Nome | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presenti | 948 | Stefano Rodotà | 250 | ||
Votanti | 948 | Massimo D'Alema | 34 | ||
Astenuti | 0 | Romano Prodi | 22 | ||
Maggioranza | 672 | Giorgio Napolitano | 12 | ||
Anna Maria Cancellieri | 9 | ||||
Claudio Sabelli Fioretti | 8 | ||||
Sergio De Caprio | 7 | ||||
Franco Marini | 6 | ||||
Alessandra Mussolini | 5 | ||||
Antonio Palmieri | 5 | ||||
Emma Bonino | 4 | ||||
Sergio Chiamparino | 4 | ||||
Ricardo Antonio Merlo | 4 | ||||
Ilaria Borletti Buitoni | 3 | ||||
Gianroberto Casaleggio | 3 | ||||
Fabrizio Cicchitto | 3 | ||||
Gherardo Colombo | 2 | ||||
Ermanno Leo | 2 | ||||
Pierluigi Castagnetti | 2 | ||||
Roberto Di Giovan Paolo | 2 | ||||
Antonio Martino | 2 | ||||
Nicolò Pollari | 2 | ||||
Voti dispersi | 44 | ||||
Schede bianche | 465 | ||||
Schede nulle | 47 |
Poiché nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto, si procede ad un quarto scrutinio.
Tra i voti dispersi: Drupi, Fiorello, Francesco Guccini, Miuccia Prada, Sandro Veronesi, Fabrizio Rondolino, Mario Draghi, Giancarlo Antognoni, Antonio Cabrini, Claudio Martelli, Maurizio Lupi, Rosy Bindi, Vannino Chiti, Vincenzo D'Anna, Marcello Pera, Walter Veltroni, Paola Binetti, Silvio Sircana, Ciriaco De Mita, Pietro Ingrao, Santo Versace, Giacomo Caliendo, Paola Severino, Paolo Mieli. Un voto per Angelino Alfano, non eleggibile per non aver ancora compiuto il 50º anno di età e il cui voto viene pertanto annoverato fra le schede nulle.[39]
IV scrutinio[modifica | modifica wikitesto]
Per la nomina è richiesta una maggioranza assoluta dei 1007 membri dell'Assemblea.
Dati votazione | Nome | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presenti | 732 | Romano Prodi | 395 | ||
Votanti | 732 | Stefano Rodotà | 213 | ||
Astenuti | 0 | Anna Maria Cancellieri | 78 | ||
Maggioranza | 504 | Massimo D'Alema | 15 | ||
Franco Marini | 3 | ||||
Giorgio Napolitano | 2 | ||||
Voti dispersi | 7 | ||||
Schede bianche | 15 | ||||
Schede nulle | 4 |
Poiché nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto, si procede ad un quinto scrutinio.
Voti dispersi: Vittorio Prodi, Giuseppe Fioroni, Emma Bonino, Maurizio Migliavacca, Giulio Andreotti, Walter Veltroni, Ricardo Antonio Merlo. Un voto espresso anche per Massimo Prodi, annoverato fra le schede nulle.[39]
20 aprile 2013[modifica | modifica wikitesto]
V scrutinio[modifica | modifica wikitesto]
Per la nomina è richiesta una maggioranza assoluta dei 1007 membri dell'Assemblea.
Dati votazione | Nome | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presenti | 741 | Stefano Rodotà | 210 | ||
Votanti | 741 | Giorgio Napolitano | 20 | ||
Astenuti | 0 | Rosario Monteleone | 15 | ||
Maggioranza | 504 | Emma Bonino | 9 | ||
Claudio Zin | 4 | ||||
Anna Maria Cancellieri | 3 | ||||
Massimo D'Alema | 2 | ||||
Franco Marini | 2 | ||||
Voti dispersi | 14 | ||||
Schede bianche | 445 | ||||
Schede nulle | 17 |
Poiché nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto, si procede ad un sesto scrutinio.
Tra i voti dispersi: Francesco De Gregori, Pietro Grasso, Giorgetto Giugiaro, Gustav Thöni, Marcello Dell'Utri, Giuseppe De Rita, Luciano Ravasio, Pierluigi Castagnetti, Claudio Magris, Santo Versace, Gianni Pittella, Virgilio Cornetti.[39]
VI scrutinio[modifica | modifica wikitesto]
Per la nomina è richiesta una maggioranza assoluta dei 1007 membri dell'Assemblea.
Dati votazione | Nome | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presenti | 997 | Giorgio Napolitano | 738 | ||
Votanti | 997 | Stefano Rodotà | 217 | ||
Astenuti | 0 | Sergio De Caprio | 8 | ||
Maggioranza | 504 | Massimo D'Alema | 4 | ||
Romano Prodi | 2 | ||||
Voti dispersi | 6 | ||||
Schede bianche | 10 | ||||
Schede nulle | 12 |
Risulta eletto: Giorgio Napolitano (2º mandato).
Tra i voti dispersi: Francesco Guccini, Michele Pisacane, Silvio Berlusconi e Renato Schifani.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Voti ottenuti nell'ultima votazione
- ^ Dal Colle no a un secondo settennato, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 21 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2013).
- ^ Da Quirinale, residenza del presidente della Repubblica, con l'aggiunta della desinenza -ario sul modello di primarie
- ^ Quirinarie, vince Gabanelli. Ma il Movimento 5 Stelle punta su Rodotà per mettere in crisi il Pd
- ^ Quirinale, Gabanelli rifiuta. Il candidato del M5S è Rodotà Archiviato il 27 maggio 2013 in Internet Archive.
- ^ a b Quirinale: Grillo "Pd voti Rodota'"; Renzi "proviamo con Chiamparino" Archiviato il 20 aprile 2013 in Internet Archive.
- ^ Il Pd sceglie Marini. Ma si spacca in mille pezzi Archiviato il 21 aprile 2013 in Internet Archive.
- ^ Migliore (Sel): Rodotà è la nostra prima scelta Archiviato il 6 ottobre 2013 in Internet Archive.
- ^ Quirinale, Lega non vota Franco Marini: “Voteremo Manuela Dal Lago”
- ^ Marini spacca pure la Lega Maroni: "Lo votiamo al primo turno"
- ^ Meloni converge su Marini, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
- ^ Nesi e Romano fra coloro che non votano Marini, su lastampa.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2013).
- ^ Bersani: "Nuova fase". Domani assemblea Pd. Ipotesi primarie per il candidato. Renzi a Roma
- ^ Quirinale, seconda fumata nera: 418 schede bianche Archiviato il 21 febbraio 2014 in Internet Archive.
- ^ Quirinale, Meloni: Fratelli d'Italia vota ‘Capitano Ultimo’ De Caprio
- ^ Pdl contro Prodi, su ilfattoquotidiano.it.
- ^ Monti lancia Cancellieri, su corrieredibologna.corriere.it.
- ^ Prodi "bruciato", seconda disfatta per Bersani
- ^ Presidente Repubblica, Prodi fermo a 395 voti, si ritira. I gruppi cercano nuovi nomi
- ^ Pd in pezzi, Bersani si dimette
- ^ Presidente della Repubblica, elezione in diretta. Napolitano verso il bis, in Il Fatto Quotidiano, 20 aprile 2013.
- ^ Nota in merito ad alcuni incontri avuti dal Presidente Napolitano, in Presidenza della Repubblica Italiana, 20 aprile 2013.
- ^ Elezioni Presidente della Repubblica. Quinta fumata nera, pressing per Napolitano bis, in La Repubblica, 20 aprile 2013.
- ^ Napolitano accetta la ricandidatura. Quinta fumata nera, in Il Sole 24 ORE, 20 aprile 2013.
- ^ Laura Cuppini, Alessia Rastelli, Napolitano, bis storico: è presidente, Corriere della Sera, 19 aprile 2013. URL consultato il 19 aprile 2013.
- ^ Su invito del Presidente la seduta del Parlamento per la elezione del nuovo Capo dello Stato potrà aver luogo a partire dal 18 aprile, su webcache.googleusercontent.com (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2013).
- ^ All'interno della componente "Sinistra Ecologia e Libertà" del Gruppo misto
- ^ All'interno della componente "Minoranze Linguistiche" del Gruppo misto
- ^ a b c d e All'interno del gruppo parlamentare "Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI"
- ^ All'interno del Gruppo misto e non iscritti ad alcuna componente
- ^ All'interno del gruppo parlamentare "Partito Democratico"
- ^ All'interno del Gruppo misto e non iscritto ad alcuna componente; Elezione Pisicchio a Misto scelta equilibrata, su francobruno.ilcannocchiale.it. URL consultato il 12 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2014).
- ^ All'interno del gruppo parlamentare "Sinistra Ecologia Libertà"
- ^ a b All'interno del gruppo parlamentare "Grandi Autonomie e Libertà"
- ^ a b All'interno del gruppo parlamentare "Lega Nord e Autonomie"
- ^ a b c d All'interno del gruppo parlamentare "Scelta Civica per l'Italia"
- ^ Renato Guerino Turano (eletto in America Settentrionale e Centrale per Partito Democratico, iscritto al Gruppo misto); Emilia Grazia De Biasi (eletta in Lombardia per Partito Democratico, iscritta al Gruppo misto); i senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi (iscritto al Gruppo misto), Emilio Colombo e Giulio Andreotti (iscritti al gruppo parlamentare "Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI").
- ^ Marco Letizia, Dal Conte Mascetti a Valeria Marini,nel segreto dell'urna regnano ironia e burla, in Corriere della Sera, 18 aprile 2013. URL consultato il 18 aprile 2013.
- ^ a b c d Dati ufficiali della Camera dei Deputati Archiviato il 28 gennaio 2015 in Internet Archive.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Napolitano rieletto Presidente: l'applauso di Montecitorio al raggiungimento del quorum, su rai.tv (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2013).
- La lettura dell'esito del sesto scrutinio e il momento della proclamazione ufficiale, su rai.tv (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2013).