Real Madrid Club de Fútbol
Real Madrid CF Calcio | |
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Campione di Spagna in carica | |
Detentore della Supercoppa di Spagna | |
Los Blancos (I Bianchi), Los Merengues (Le Meringhe) | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Bianco |
Inno | Hala Madrid y nada más Manuel Jabois |
Dati societari | |
Città | Madrid |
Nazione | Spagna |
Confederazione | UEFA |
Federazione | RFEF |
Campionato | Primera División |
Fondazione | 1902 |
Presidente | Florentino Pérez |
Allenatore | Carlo Ancelotti |
Stadio | Santiago Bernabéu (81 044 posti) |
Sito web | www.realmadrid.com |
Palmarès | |
Titoli di Spagna | 36 |
Trofei nazionali | 20 Coppe del Re 1 Coppe della Liga 13 Supercoppe di Spagna 1 Coppa Eva Duarte |
Trofei internazionali | 14 Coppe dei Campioni/Champions League 2 Coppe UEFA/Europa League 5 Supercoppe UEFA 3 Coppe Intercontinentali 5 Coppe del mondo per club 2 Coppe Latine 1 Coppa Iberoamericana |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Real Madrid Club de Fútbol, conosciuto semplicemente come Real Madrid, è una società calcistica spagnola con sede nella città di Madrid. Milita in Primera División, massima serie del campionato spagnolo di calcio.
Fondato nel 1902 con la denominazione ufficiale di Madrid Club de Fútbol, si vide assegnare il titolo di Real nel 1920 dal re Alfonso XIII di Spagna, insieme alla nota corona a decorarne lo stemma. Militante in Primera División dalla prima edizione del torneo (stagione 1928-1929), può vantare uno dei palmarès più prestigiosi al mondo.
A livello internazionale è la prima squadra al mondo, prima in Europa e prima in Spagna per numero di titoli confederali ed interconfenderali ufficiali vinti: 30. Nella bacheca del club complessivamente figurano: 14 Coppe dei Campioni/UEFA Champions League (record), 2 Coppe UEFA, 5 Supercoppe UEFA (record condiviso con Barcellona e Milan), 3 Coppe Intercontinentali (record), 5 Coppe del mondo per club FIFA (record), 2 Coppe Latine (record condiviso con Barcellona e Milan) e una Coppa Iberoamericana (record), per un totale di 32 trofei internazionali maggiori. Detiene il primato di affermazioni totali (14) e consecutive (5, dall'edizione inaugurale 1955-1956 a quella 1959-1960) in Coppa dei Campioni/UEFA Champions League.
A livello nazionale è la seconda squadra in Spagna per numero di titoli ufficiali vinti: 71. Nella bacheca del club figurano: 36 campionati (record), 20 Coppe di Spagna, una Coppa della Liga, 13 Supercoppe di Spagna e una Coppa Eva Duarte. Complessivamente il club si è aggiudicato 101 trofei ufficiali, di cui 71 nazionali e 30 internazionali, che la rendono la squadra più vincente in Spagna davanti al Barcellona (94) e una delle più blasonate al mondo.
Nel 2000 il Real Madrid fu eletto dalla FIFA il miglior club del XX secolo,[1] mentre nel 2004 ha ricevuto dalla stessa federazione internazionale il FIFA Centennial Order of Merit. Il club è membro fondatore dell'ECA, associazione nata dallo scioglimento del G-14 allo scopo di tutelare gli interessi dei club e dei calciatori.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il club viene fondato il 6 marzo 1902 come Madrid Football Club; figure importanti in questo senso sono Julián Palacios e Juan Padrós,[2] che sono anche i primi due presidenti del sodalizio. Il primo trofeo, la Coppa del Re, viene vinto nel 1905; seguono altre tre affermazioni consecutive in questa competizione.
In Spagna, però, non esiste ancora un campionato nazionale: il Madrid partecipa quindi al torneo regionale, dove otterrà nel tempo diciotto vittorie in totale.[3] La squadra ottiene nel 1917 il quinto successo in Coppa del Re, ma già dal 1912 aveva iniziato a giocare nel campo de O'Donnell; nel 1920 il re Alfonso XIII di Spagna gli conferisce perciò il titolo di "Real".[4]
Il club si trasferisce nel 1924 nel più ampio Stadio di Chamartín, e finalmente nel 1928 inizia il campionato nazionale. Il primo titolo arriva al termine dell'edizione 1931-1932 sotto la guida di Lippo Hertzka, ed è seguito dal secondo l'anno successivo. In questo periodo ci sono in rosa tra gli altri il portiere Ricardo Zamora, Jacinto Quincoces e Ciriaco Errasti.[5]
Arriva un nuovo successo, il settimo, in Coppa nel 1936 (diventata "de la República" a causa alla proclamazione della Seconda Repubblica Spagnola nel 1931), ma subito dopo in Spagna scoppia la guerra civile. Il Real Madrid non si trova in buone condizioni, come del resto tutto il Paese, tuttavia in questo periodo militano nel club buoni giocatori come José Bañón, José Llopis Corona e Pruden Sánchez.[6] Nel 1943 viene eletto a presidente l'ex giocatore Santiago Bernabéu che decide, tra le altre cose, la costruzione di un nuovo stadio. L'impianto, situato sempre a Chamartín, viene inaugurato 14 dicembre 1947 e sarà ribattezzato stadio Santiago Bernabéu il 4 gennaio 1955. I Blancos vincono altre due coppe (ora chiamate "del Generalísimo" in onore del Caudillo Francisco Franco) nel 1946 e nel 1947, ma ottengono poco dopo il peggior piazzamento di sempre in campionato, l'undicesimo posto del 1947-1948, due soli punti sopra la zona retrocessione.
Il Real torna a vincere il titolo nell'edizione 1953-1954, quando è già in rosa Alfredo Di Stéfano (Pallone d'oro 1957 e 1959), e ottiene il quarto successo l'anno successivo quando c'è anche Héctor Rial. Il club partecipa così alla Coppa Latina, prestigiosa competizione internazionale allora riservata ai campioni nazionali di Spagna, Italia, Francia e Portogallo, aggiundicandosi il primo trofeo europeo dopo aver battuto per 2-0 i francesi dello Stade Reims. A questo punto gli spagnoli, guidati da José Villalonga, partecipano anche alla prima edizione della Coppa dei Campioni ed arrivano a disputare la finale di Parigi. Qui sconfiggono per 4-3 nuovamente lo Stade Reims di Raymond Kopa, che viene ingaggiato e che vincerà il Pallone d'oro 1958. Da qui alla fine del decennio arrivano anche Ferenc Puskás e José Santamaría e i Blancos vincono altre quattro volte il trofeo continentale, battendo in finale rispettivamente la Fiorentina (2-0) (nello stesso anno il club conquista anche la sua seconda Coppa Latina, dopo aver sconfitto i portoghesi del Benfica), il Milan (3-2 d.t.s.), ancora lo Stade Reims (2-0) ed infine l'Eintracht Francoforte (7-3); seduti in panchina ci sono Luis Carniglia e Miguel Muñoz, con quest'ultimo che resterà in carica per quattordici anni di fila. Il decennio successivo si apre con la nascita della Coppa Intercontinentale e il club vince subito la prima edizione del 1960 battendo nel doppio confronto il Peñarol. Trova però poco dopo una squadra capace di eliminarlo dalla massima manifestazione continentale, il Barcellona, che ha la meglio negli ottavi della Coppa dei Campioni 1960-1961.
Lentamente alcuni degli artefici dei recenti successi lasciano, venendo però sostituiti da una nuova generazione di campioni, passata alla storia come Yé-yé: il più rappresentativo di tutti è Francisco Gento, già stella del Real Madrid cinque volte vincitore della Coppa dei Campioni, mentre altri sono José Araquistáin, Pachín, Pedro de Felipe, Manuel Sanchís Martínez, Pirri, Ignacio Zoco, Francisco Serena, Amancio Amaro, Ramón Grosso e Manuel Velázquez.[7] Il Real gioca tre finali di Coppa dei Campioni: perde le prime due, contro il Benfica nel 1961-1962 e contro l'Inter nel 1963-1964, ma si aggiudica il sesto trofeo nel 1965-1966 grazie ad una vittoria per 2-1 sul Partizan. Nella successiva Coppa Intercontinentale di fronte c'è ancora il Peñarol, ma stavolta gli uruguaiani si prendono la rivincita. In questo decennio per i blancos si contano otto titoli spagnoli e sei nel successivo, quando militano nel club giocatori come Juanito e Uli Stielike.[8] Si registra una nuova finale europea, nella Coppa delle Coppe 1970-1971, che viene però conquistata dal Chelsea. Gli anni Ottanta si aprono col ventesimo titolo del 1980 e con la quattordicesima Coppa (ritornata da poco a chiamarsi "del Re" dopo la fine del Franchismo), inoltre i Blancos raggiungono nuovamente l'ultimo atto nelle competizioni europee, nella Coppa dei Campioni 1980-1981 e nella Coppa delle Coppe 1982-1983; sono però sconfitti da Liverpool e Aberdeen.
Un altro cambio generazionale è, tuttavia, alle porte: si parla ora della quinta del Buitre. L'epiteto, traducibile in italiano come "leva dell'Avvoltoio",[9] deriva dal soprannome dato al membro più carismatico della squadra, Emilio Butragueño; gli altri quattro componenti sono Miguel Pardeza, Manuel Sanchís, Míchel e Martín Vazquéz, e a questi va aggiunto il messicano Hugo Sánchez.[10] I risultati non tardano ad arrivare: il Real Madrid si aggiudica due edizioni della Coppa UEFA, quella del 1985 e la successiva, battendo prima il Colonia, poi il Videoton. Questo decennio si chiude con cinque titoli nazionali di fila, tra il 1986 e il 1990, mentre nel successivo, quando tra i protagonisti ci sono Roberto Carlos, Raúl, Davor Šuker e Predrag Mijatović,[11] ne vengono vinti altri due.
Con questi giocatori gli spagnoli tornano presto al successo nella UEFA Champions League, con Jupp Heynckes alla guida tecnica, nel 1997-1998 (vittoria sulla Juventus), e pure nel 1999-2000, quando al timone c'è Vicente del Bosque (ad essere battuto in finale è il Valencia nel derby spagnolo). Viene messa in bacheca un'altra Coppa Intercontinentale: ad essere battuto nel 1998 è il Vasco da Gama, mentre va male due anni dopo contro il Boca Juniors.
Nel 2000 viene eletto presidente Florentino Pérez, che inaugura la politica dei Galácticos ("galattici"), una campagna di rafforzamento improntata all'acquisto delle maggiori stelle del calcio mondiale: nel 2000 il fuoriclasse portoghese Luís Figo viene strappato al Barcellona, nel 2001 arriva Zinédine Zidane, un anno dopo Ronaldo[12][13] e la squadra, sempre guidata da del Bosque, vince la UEFA Champions League 2001-2002 (dopo aver battuto il Bayer Leverkusen), la Coppa Intercontinentale 2002, la Supercoppa UEFA 2002 e due campionati spagnoli, l'ultimo dei quali nel 2002-2003.
Nel 2003 viene ingaggiato David Beckham e nel 2004 Michael Owen. Malgrado la politica dei Galácticos, la squadra, dopo il controverso esonero di del Bosque, sollevato dall'incarico meno di ventiquattr'ore dopo la vittoria della Liga al termine della stagione 2002-2003, vive in seguito alcuni anni di insuccessi. Si avvicendano sulla panchina madrilena vari tecnici, che non riescono a ottenere i risultati sperati. Le vittorie, ad eccezione della Supercoppa di Spagna 2003, latitano e nel 2006 Pérez lascia la presidenza a Ramón Calderón, sotto la cui gestione il Real Madrid si aggiudica nuovamente il campionato nel 2006-2007, con la guida tecnica del rientrante Fabio Capello, e nel 2007-2008, con quella di Bernd Schuster. Nel 2009 Pérez torna in sella e porta con sé un copioso investimento, strappando il fuoriclasse Cristiano Ronaldo al Manchester Utd. È l'alba di una nuova era di successi, che inizia sotto la gestione di José Mourinho nel 2010-2011, con la vittoria della Coppa del Re; il tecnico portoghese si aggiudica poi la Liga nel 2011-2012 alla quota record di 100 punti.
Una nuova stagione di vittorie europee è alle porte. Sospinto da Cristiano Ronaldo (Pallone d'oro 2013, 2014, 2016, 2017) e Luka Modrić (Pallone d'oro 2018),[12] nel 2013-2014 il Real Madrid di Carlo Ancelotti vince la decima UEFA Champions League battendo in finale i concittadini dell'Atlético Madrid, e, per la prima volta, la Coppa del mondo per club FIFA. Nel 2016 è l'ex stella Zinédine Zidane a sedersi in panchina: sotto la guida del francese la squadra si aggiudica la UEFA Champions League per tre volte consecutive (2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018, rispettivamente contro Atlético Madrid, Juventus e Liverpool), una striscia record nell'era Champions, oltre a due Supercoppe UEFA, tre Coppe del mondo per club FIFA e, in ambito nazionale, il campionato 2016-2017 e due Supercoppe di Spagna. Le sopraggiunte partenze di Zidane e Cristiano Ronaldo chiudono nell'estate 2018 questo ciclo madridista, tra i più vittoriosi nella storia del calcio europeo d'inizio XXI secolo.
Zidane riassume poi la guida tecnica del club agli inizi del 2019 e la mantiene per un biennio, vincendo il campionato 2019-2020, mentre nel 2021-2022 il rientrante Carlo Ancelotti guida le merengues alla vittoria del campionato e della UEFA Champions League, ancora contro il Liverpool. I successi di Ancelotti proseguono nella stagione seguente, con le vittorie in Supercoppa UEFA, nella Coppa del mondo per club FIFA e nella Coppa del Re.
Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]
Cronistoria del Real Madrid Club de Fútbol | ||||
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Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]
Colori[modifica | modifica wikitesto]
Tradizionalmente la divisa casalinga del Real Madrid è completamente bianca. Il completo bianco fu rimpiazzato nel 1925 da una divisa spezzata, con i calzoni neri, sul modello della compagine londinese del Corinthian.[17][18] Nei primi anni 1940, alla maglia furono aggiunti dei bottoni e lo stemma fu spostato sul lato sinistro del petto, all’altezza del cuore, posizione dove si trova tuttora.
Il 23 novembre 1947, in un derby con l'Atlético Madrid, il Real Madrid divenne la prima squadra spagnola a indossare maglie numerate.[19] Nel 1965 la squadra giocò un'amichevole contro il River Plate indossando una maglia verde.[20]
Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]
Stemma[modifica | modifica wikitesto]
Il primo simbolo del Real Madrid aveva un design semplice, che consisteva in un intreccio decorativo delle lettere "MCF", acronimo di Madrid Club de Fútbol, in tonalità blu scuro.
La prima modifica dello stemma fu apportata nel 1908, quando le lettere adottarono una forma più stilizzata e furono inserite in un cerchio.[21] Un ulteriore cambiamento fu apportato nel 1920, sotto la presidenza di Pedro Parages.[22] Quell'anno, il 29 giugno re Alfonso XIII di Spagna concesse al club il titolo di "Real"; ciò consentì alla società di aggiungere al disegno originale la corona reale.[21]
Con la dissoluzione della monarchia nel 1931, ogni simbolo reale fu eliminato. Dal nome fu tolta la denominazione "Real"; nello stemma la corona fu eliminata mentre nel cerchio contenente le lettere fu aggiunta una banda trasversale violetta, a rappresentare la Castiglia. Nel 1941, due anni dopo la conclusione della Guerra civile spagnola, fu ripristinata la corona reale, mantenendo anche la banda trasversale. Inoltre, tutto lo stemma divenne completamente colorato. Il club tornò a chiamarsi "Real Madrid Club de Fútbol".[21]
La modifica più recente allo stemma del club fu apportata nel 2001, per renderlo più attuale e moderno; degno di nota, il cambiamento del colore della banda violacea in onore della Castiglia che diventa blu navy.
Inno[modifica | modifica wikitesto]
L'inno del Real Madrid si intitola Hala Madrid y nada más[23] ed è stato composto nel 2014 dal musicista e produttore RedOne, su testo del giornalista Manuel Jabois, per celebrare la vittoria della decima Coppa dei Campioni. In seguito è stato registrato anche dal famoso tenore, tifoso madridista, Plácido Domingo. È invece del 1952 l'inno storico che ancora risuona al Bernabeu: dal titolo Hala Madrid, fu inciso dal cantante José de Aguilar.
Strutture[modifica | modifica wikitesto]
Stadio[modifica | modifica wikitesto]
Il Real Madrid disputa le partite interne nello stadio Santiago Bernabéu, che ha una capacità di 81 044 spettatori (il 16º al mondo per capienza) e un campo da gioco di 105 per 68 metri.[24] All'interno sono oggi presenti il museo ufficiale del Real Madrid, oltre a numerosi ristoranti. Lo stadio è raggiungibile anche con la linea 10 della metropolitana di Madrid, scendendo nell'omonima fermata.
Nella storia, però, ha avuto vari terreni di gioco: dal 1902 al 1912 ha giocato nella plaza de toros Goya di Madrid,[25] per passare poi, fino al 1923, nel campo de O'Donnell.[25] Nel solo anno successivo il club gioca nel campo de Ciudad Lineal,[25] prima di trasferirsi allo stadio di Chamartín, utilizzato fino al 1945.[25]
È a questo punto che il neoeletto presidente Santiago Bernabéu decide di costruire un nuovo impianto, sempre a Chamartín, i cui lavori iniziano il 27 ottobre 1944 su progetto dell'architetto José María Castell. Originariamente chiamato nuovo stadio Chamartín e capace inizialmente di 75 000 posti,[26] è stato inaugurato 14 dicembre 1947. In seguito la sua capienza è stata incrementata fino a 125 000 nel 1954,[26] successivamente ridotti, mentre il 4 gennaio 1955 viene ribattezzato con l'attuale nome.
Centro di allenamento[modifica | modifica wikitesto]
Il centro sportivo del club è la Ciudad Real Madrid. Costruita durante la prima presidenza di Florentino Pérez e inaugurata il 30 settembre 2005,[27] sorge nella parte nord-est di Madrid, nei pressi del parco Valdebebas e dell'Aeroporto di Madrid-Barajas. Occupa un'area di 1200000 m² e contiene dieci campi da gioco in erba,[27] oltre ad uno stadio intitolato ad Alfredo Di Stéfano che è il terreno di gioco della seconda squadra del club, il Real Madrid Castilla,[28] e che ha ospitato anche la prima squadra tra la fine della stagione 2019-2020 e l'inizio della 2020-2021 (durante i lavori di ristrutturazione del Santiago Bernabéu).[29] In questo centro si allena anche la squadra di pallacanestro e sono ospitate pure le residenze per i giovani appartenenti alla cantera del club,[30] oltre alla sede di Real Madrid TV.
In precedenza il club si allenava nella Ciudad Deportiva del Real Madrid. Costruita su iniziativa del presidente Santiago Bernabéu, era invece situata nella zona nord di Madrid; l'inaugurazione era avvenuta il 18 maggio 1963.[31]
Società[modifica | modifica wikitesto]
È stato durante la prima presidenza di Florentino Pérez (2000-2006) che il Real Madrid ha iniziato la sua ambizione di diventare il club di calcio professionistico più ricco del mondo.[32] Nel 2001, il club ha ceduto parte dei suoi terreni di allenamento alla città di Madrid e ha venduto il resto a quattro società: Repsol YPF, Mutua Automovilística de Madrid, Sacyr Vallehermoso e OHL. La vendita ha eliminato i debiti del club, aprendo la strada per l'acquisto dei giocatori più costosi al mondo, come Zinedine Zidane, Luís Figo, Ronaldo e David Beckham. La città aveva precedentemente cambiato la destinazione d'uso dei terreni di allenamento per lo sviluppo, aumentandone così il valore, e poi ne aveva acquisito il sito.[33] La Commissione europea ha avviato un'indagine per determinare se la città abbia pagato troppo per la proprietà, considerandola una forma di sovvenzione statale.[34]
La vendita del terreno di allenamento per edifici per uffici ha eliminato i debiti del Real Madrid pari a 270 milioni di euro e ha permesso al club di intraprendere una straordinaria ondata di spese che ha portato giocatori di grande nome al club. Inoltre, il profitto dalla vendita è stato utilizzato per un modernissimo complesso di allenamento alla periferia della città.[35] Sebbene la politica di Pérez abbia portato a un aumento del successo finanziario sfruttando l'alto potenziale di marketing del club in tutto il mondo, soprattutto in Asia, è stata sempre più criticata per essere troppo focalizzata sul marketing del marchio Real Madrid e non abbastanza sulle prestazioni della squadra.[36] Il Real Madrid, con il nuovo allenatore Carlos Queiroz, ha iniziato lentamente il campionato domestico dopo una difficile vittoria contro il Real Betis.[36]
Nel settembre 2007, il Real Madrid è stato considerato il marchio calcistico più prezioso in Europa da BBDO. Nel 2008 è stato classificato come il secondo club più prezioso nel calcio mondiale, con un valore di 951 milioni di euro (640 milioni di sterline / 1.285 miliardi di dollari),[37] superato solo dal Manchester United, valutato 1,333 miliardi di euro (900 milioni di sterline).[38] Nel 2010, il Real Madrid aveva il fatturato più alto nel calcio a livello mondiale.[39] Nel settembre 2009, la dirigenza del Real Madrid ha annunciato piani per aprire un parco a tema dedicato al club entro il 2013.[40]
Uno studio presso l'Università di Harvard ha concluso che il Real Madrid "è uno dei 20 marchi più importanti e l'unico in cui i suoi dirigenti, i giocatori, sono ben noti. Abbiamo alcune cifre spettacolari riguardo al supporto mondiale del club. Si stima che ci siano nel mondo circa 287 milioni di persone che seguono il Real Madrid."[41] Nel 2010, Forbes ha valutato il valore del Real Madrid intorno a 992 milioni di euro (1,323 miliardi di dollari), classificandolo al secondo posto solo dietro il Manchester United, basandosi su cifre della stagione 2008-09.[42][43] Secondo Deloitte, il Real Madrid ha registrato un fatturato di 401 milioni di euro nello stesso periodo, posizionandosi al primo posto.[44]
Insieme a Barcellona, Athletic Bilbao e Osasuna, il Real Madrid è organizzato come un'associazione registrata. Ciò significa che il club è di proprietà dei suoi sostenitori che eleggono il presidente. Il presidente non può investire i propri soldi,[45] e il club può spendere solo ciò che guadagna, principalmente attraverso sponsorizzazioni, partnership commerciali, vendita di merchandise, diritti televisivi, premi e vendita dei biglietti. A differenza di una società per azioni, non è possibile acquistare azioni del club, ma solo una tessera di socio.[46] I membri del Real Madrid, chiamati socios, formano un'assemblea di delegati che è l'organo di governo più elevato del club.[47] Nel 2010, il club aveva 60.000 socios.[48] Alla fine della stagione 2009-10, il consiglio di amministrazione del club ha dichiarato che il Real Madrid aveva un debito netto di 244,6 milioni di euro, 82,1 milioni di euro in meno rispetto all'anno fiscale precedente. Il Real Madrid ha annunciato di avere un debito netto di 170 milioni di euro dopo la stagione 2010-11. Dal 2007 al 2011, il club ha realizzato un utile netto di 190 milioni di euro.[49][50]
Durante la stagione 2009-10, il Real Madrid ha guadagnato 150 milioni di euro attraverso la vendita dei biglietti, il più alto tra tutti i club di calcio di prima divisione.[49] Il Real Madrid ha il maggior numero di vendite di maglie per stagione, circa 1,5 milioni.[49] Per la stagione 2010-11, il monte salari del Madrid ammontava a 169 milioni di euro, il secondo più alto in Europa dietro al Barcellona;[51] inoltre, il rapporto tra il monte salari e il fatturato era il migliore in Europa al 43 percento, davanti a Manchester Utd e Arsenal rispettivamente al 46 percento e 50 percento. Nel 2013, Forbes ha elencato il club come la squadra sportiva più preziosa al mondo, con un valore di 3,3 miliardi di dollari.[52] Nel 2018, il valore del Real Madrid è stato stimato a 3,47 miliardi di euro (4,1 miliardi di dollari), e nella stagione 2016-17 è stato il secondo club di calcio con il più alto guadagno al mondo, con un fatturato annuale di 674,6 milioni di euro.[53] Nel novembre 2018, lo stipendio medio del primo team del Madrid era di £8,1 milioni (10,6 milioni di dollari) all'anno, rendendolo la seconda squadra sportiva più pagata al mondo dopo il Barcellona.[54][55] Nel 2022, Forbes ha elencato il Real Madrid come il club di calcio più prezioso al mondo, con un valore di 5,1 miliardi di dollari.
Organigramma societario[modifica | modifica wikitesto]
- Presidente: Florentino Pérez
- Vicepresidente: Fernando Fernández Tapia
- Vicepresidente: Eduardo Fernández de Blas
- Segretario: Enrique Sánchez González
- Direttore generale: José Angel Sanchez
- Direttore di controllo e auditing interno: Carlos Martínez de Albornoz
- Capo di Gabinetto della presidenza: Manuel Redondo
- Direttore economico: Julio Esquerdeiro
- Direttore commerciale: Begoña Sanz
- Direttore risorse: Enrique Balboa
- Direttore operazioni e servizi: Fernando Tormo
- Direttore dell'area comunicazione: Antonio Galeano
- Direttore delle relazioni istituzionali: Emilio Butragueño
- Direttore sportivo della sezione cestistica: Juan Carlos Sánchez-Lázaro
- Direttore della commissione di consulenza legale: Javier López Farre
- Risorse umane: José María García
- Direttore Fondazione "Real Madrid": Julio González
- Direttore dell'area sociale: José Luis Sánchez
- Capo del protocollo: Raúl Serrano
Sponsor[modifica | modifica wikitesto]
Sponsor ufficiale
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Impegno nel sociale[modifica | modifica wikitesto]
Il club ha attiva una fondazione, il cui obiettivo è quello di mettere a servizio della società i valori sociali e culturali dello sport, sia in Spagna che nel mondo.[57]
Settore giovanile[modifica | modifica wikitesto]
Il club possiede una florida cantera, colloquialmente nota come La Fábrica,[58] che nel tempo ha prodotto calciatori che hanno fatto spesso la fortuna del club. Sono passati da qui tra gli altri i componenti della Quinta del Buitre (Emilio Butragueño, Miguel Pardeza, Manuel Sanchís Hontiyuelo, Míchel e Martín Vázquez), ma anche Gregorio Benito, Chendo, Iker Casillas, Álvaro Arbeloa, Raúl, Guti, Juan Manuel Mata, Kiko Casilla, Borja Valero, Rubén de la Red, Daniel Carvajal, Rodrigo Moreno Machado, José María Callejón, Juan Francisco Torres, Álvaro Morata, Jesé e Lucas Vázquez.
Alla stagione 2018-2019 la seconda squadra del club è il Real Madrid Castilla, che milita in Segunda División B, la terza divisione del calcio spagnolo; fino al 2015 era attivo anche il Real Madrid Club de Fútbol C, in pratica la terza squadra. Il Castilla ha probabilmente toccato il punto di maggior notorietà internazionale partecipando alla Coppa delle Coppe 1980-1981, venendo però subito eliminato dal West Ham Utd. Tra i suoi allori c'è anche il raggiungimento della finale della Coppa del Re 1979-1980, persa 6-1 contro la prima squadra, e la vittoria della Segunda División 1983-1984.
Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]
Per quanto riguarda gli allenatori, quello con il periodo consecutivo più lungo è Miguel Muñoz, restato in carica dal 17 aprile 1960 al 13 gennaio 1974, per un totale di 5019 giorni, mentre tra i presidenti è certamente da ricordare l'ex giocatore Santiago Bernabéu, rimasto in carica dal 1943 alla sua morte, avvenuta nel 1978.
Di seguito è riportata la lista degli allenatori[59] e dei presidenti che si sono succeduti alla guida del Real Madrid in oltre un secolo di storia.
- 1929-1930 José Quirante
- 1930-1932 Lippo Hertzka
- 1932-1934 Robert Firth
- 1934-1936 Francisco Bru
- 1939-1941 Francisco Bru
- 1942-1945 Ramón Encinas
- 1945-1946 Jacinto Quincoces
- 1946-1947 Baltasar Albéniz
- 1947-1948 Jacinto Quincoces (1 lug.-25 gen.)
- Michael Keeping (27 gen.- 30 giu.)
- 1948-1950 Michael Keeping
- 1950-1951 Michael Keeping (1 lug.-01 nov.)
- Baltasar Albéniz (4 nov.-12 mar.)
- Héctor Scarone (18 mar.-30 giu.)
- 1951-1952 Héctor Scarone
- 1952-1953 Juan Antonio Ipiña
- 1953-1954 Enrique Fernández (1 lug.-5 dic.)
- José Villalonga (10 dic.-30 giu.)
- 1954-1957 José Villalonga
- 1957-1958 Luis Carniglia
- 1958-1959 Luis Carniglia (1 lug.-19 feb.)
- Miguel Muñoz (21 feb.-13 apr.)
- Luis Carniglia (14 apr.-30 giu.)
- 1959-1960 Manuel Fleitas Solich (1 lug.-10 apr.)
- Miguel Muñoz (17 apr.-30 giu.)
- 1960-1973 Miguel Muñoz
- 1973-1974 Miguel Muñoz (1 lug.-12 gen.)
- Jussen Michael Atienza (13 gen.-15 gen.)
- Luis Molowny (15 gen.-1 mar.)
- 1974-1977 Miljan Miljanić
- 1977-1978 Miljan Miljanić (1 lug.-5 set.)
- Luis Molowny (7 set.-30 giu.)
- 1978-1979 Luis Molowny
- 1979-1981 Vujadin Boškov
- 1981-1982 Vujadin Boškov (1 lug.-28 mar.)
- Luis Molowny (29 mar.-30 giu.)
- 1982-1984 Alfredo Di Stéfano
- 1984-1985 Amancio Amaro (1 nov.-11 apr.)
- Luis Molowny (16 apr.-30 giu.)
- 1985-1986 Luis Molowny
- 1986-1989 Leo Beenhakker
- 1989-1990 John Toshack
- 1990-1991 John Toshack (1 lug.-23 nov.)
- Alfredo Di Stéfano (24 nov.-11 mar.)
- Radomir Antić (21 mar.-30 giu.)
- 1991-1992 Radomir Antić (21 mar.-27 gen.)
- Leo Beenhakker (1 feb.-30 giu.)
- 1992-1993 Benito Floro
- 1993-1994 Benito Floro (1 lug.-07 mar.)
- Vicente del Bosque (8 mar.-)
- 1994-1995 Jorge Valdano
- 1995-1996 Jorge Valdano (1 lug.-22 gen.)
- Vicente del Bosque (23 gen.-24 gen.)
- Arsenio Iglesias (25 gen.-30 giu.)
- 1996-1997 Fabio Capello
- 1997-1998 Jupp Heynckes
- 1998-1999 José Antonio Camacho (1 lug.-22 lug.)
- Guus Hiddink (1 lug.-24 feb.)
- John Toshack (24 feb.-30 giu.)
- 1999-2000 John Toshack (1 lug.- 17 nov.)
- Vicente del Bosque (17 nov.-30 giu.)
- 2000-2003 Vicente del Bosque
- 2003-2004 Carlos Queiroz (1 lug.-24 mag.)
- 2004-2005 José Antonio Camacho (1 lug.-19 set.)
- Mariano García Remón (20 set.-30 dic.)
- Vanderlei Luxemburgo (30 dic.-30 giu.)
- 2005-2006 Vanderlei Luxemburgo (1 lug.-4 dic.)
- Juan Ramón López Caro (4 dic.-30 giu.)
- 2006-2007 Fabio Capello
- 2007-2008 Bernd Schuster
- 2008-2009 Bernd Schuster (1 lug.-9 dic.)
- Juande Ramos (10 dic.-30 giu.)
- 2009-2010 Manuel Pellegrini
- 2010-2013 José Mourinho
- 2013-2015 Carlo Ancelotti
- 2015-2016 Rafael Benítez (3 giu.-4 gen.)
- Zinédine Zidane (4 gen.-30 giu.)
- 2016-2018 Zinédine Zidane
- 2018-2019 Julen Lopetegui (12 giu.-29 ott.)
- Santiago Solari (29 ott.-11 mar.)
- Zinédine Zidane (11 mar.-30 giu.)
- 2019-2021 Zinédine Zidane
- 2021- Carlo Ancelotti
- 1900-1902 Julián Palacios
- 1902-1904 Juan Padrós
- 1904-1908 Carlos Padrós
- 1908-1916 Adolfo Meléndez
- 1916-1926 Pedro Parages
- 1926-1930 Luis de Urquijo
- 1930-1935 Luis Usera
- 1935-1936 Rafael Sánchez Guerra
- 1936-1940 Adolfo Meléndez
- 1940-1943 Antonio Santos Peralba
- 1943-1978 Santiago Bernabéu
- 1978-1985 Luis de Carlos
- 1985-1995 Ramón Mendoza
- 1995-2000 Lorenzo Sanz
- 2000-2006 Florentino Pérez
- 2006-2009 Ramón Calderón
- 2009- Florentino Pérez
Calciatori[modifica | modifica wikitesto]
Nella storia ultracentenaria del club hanno vestito la maglia del Real Madrid oltre milleduecento calciatori, alcuni dei quali hanno scritto alcune delle pagine più fulgide della storia del calcio. Tra i giocatori stranieri che hanno militato nel Real Madrid, oltre duecento, la nazionalità più rappresentata è quella argentina. Il primo straniero a indossare la casacca blanca fu Arthur Johnson, nella prima partita ufficiale della squadra.
L'ex capitano di lungo corso delle merengues, Raúl González Blanco, è il primatista di presenze (741) con il Real Madrid, nonché il secondo miglior marcatore della nazionale spagnola con 44 gol, alle spalle di David Villa (59).[60][61] Il portoghese Cristiano Ronaldo detiene, con 450 gol in 438 presenze, il primato di reti segnate con il Real Madrid. Il difensore Sergio Ramos, che ha vestito la camiseta blanca dal 2005 al 2021, è primo nella classifica dei giocatori con più presenze nella storia della nazionale spagnola. Miguel Porlán Chendo e Manolo Sanchís sono, invece, gli unici calciatori del Real Madrid ad aver compiuto l'intera carriera professionistica nei ranghi del club.[62] Con oltre 600 partite giocate con il Real Madrid, il francese Karim Benzema è lo straniero più presente nella storia del club.[63]
Vincitori di titoli[modifica | modifica wikitesto]
- Campioni del mondo
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Real Madrid:
- Günter Netzer (Germania Ovest 1974)
- Jorge Valdano (Messico 1986)
- Christian Karembeu (Francia 1998)
- Roberto Carlos (Corea del Sud-Giappone 2002)
- Raúl Albiol (Sudafrica 2010)
- Xabi Alonso (Sudafrica 2010)
- Álvaro Arbeloa (Sudafrica 2010)
- Iker Casillas (Sudafrica 2010)
- Sergio Ramos (Sudafrica 2010)
- Sami Khedira (Brasile 2014)
- Raphaël Varane (Russia 2018)
- Campioni d'Europa
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato europeo di calcio durante il periodo di militanza nel Real Madrid:
- Amancio Amaro (Spagna 1964)
- Félix Ruiz (Spagna 1964)
- José Vicente Train (Spagna 1964)
- Ignacio Zoco (Spagna 1964)
- Uli Stielike (Italia 1980)
- Nicolas Anelka (Belgio-Paesi Bassi 2000)
- Christian Karembeu (Belgio-Paesi Bassi 2000)
- Iker Casillas (Austria-Svizzera 2008 e Polonia-Ucraina 2012)
- Sergio Ramos (Austria-Svizzera 2008 e Polonia-Ucraina 2012)
- Raúl Albiol (Polonia-Ucraina 2012)
- Xabi Alonso (Polonia-Ucraina 2012)
- Álvaro Arbeloa (Polonia-Ucraina 2012)
- Pepe (Francia 2016)
- Cristiano Ronaldo (Francia 2016)
- Campioni del Sud America
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto la Copa América durante il periodo di militanza nel Real Madrid: