Terrarossa
Terrarossa frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Massa-Carrara |
Comune | Licciana Nardi |
Territorio | |
Coordinate | 44°14′05″N 9°57′38″E |
Altitudine | 75 m s.l.m. |
Abitanti | 1 594 (2009) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 54016 |
Prefisso | 0187 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | terrarossini |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
Terrarossa è una frazione del comune di Licciana Nardi in provincia di Massa-Carrara. Situata nella regione storica della Lunigiana è attraversato dall'antico cammino della via Francigena.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Terrarossa si trova nella media Lunigiana, sulla sponda sinistra del fiume Magra, presso la confluenza con i torrenti Civiglia e Taverone. È situato ad 8 km a sud-ovest di Licciana Nardi e 2,5 km a nord di Aulla.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il 13 maggio del 1202, a Terrarossa si celebrò un concordato con il cui atto si decisero le vertenze insorte fra il vescovo di Luni Gualtiero II e i Marchesi Malaspina da una parte e i De Nobili di Vezzano dall'altra e dove prestarono il proprio consenso anche i consoli, i nobili e il popolo di Fosdinovo.[1]
Terrarossa fu feudo dei Malaspina di Villafranca a partire dal 1347. Nel 1599 il feudatario locale, Fabrizio Malaspina aveva stipulato un'accomandigia con il Granducato di Toscana e nel 1618 fu acquistato definitivamente dal granduca Cosimo II de' Medici. Dieci anni dopo, il suo successore, Ferdinando II de' Medici, lo infeudò a Manfredi Malaspina di Filattiera. Nel 1787, con la morte di Manfredi Malaspina, nipote del primo feudatario, il feudo tornò al granduca.
Con il decreto del 9 giugno 1808, Terrarossa, insieme a tutta la Lunigiana granducale che comprendeva anche le Comunità di Pontremoli, Calice, Bagnone, Albiano, Groppoli, Filattiera e Fivizzano, venne annessa all'Impero francese.[2]
Tra il marzo 1814 e il gennaio 1815 fu sottoposta a diverse autorità provvisorie: il tenente colonnello dello stato maggiore Joseph von Werklein che, nel giugno 1814, fu nominato plenipotenziario dei feudi imperiali di Lunigiana dal governo austriaco; il Consiglio amministrativo della città di Sarzana e suo circondario, incaricato dallo Stato di Genova di amministrare i territori delle comuni di Sarzana, Santo Stefano, Ortonovo, Castelnuovo, Fosdinovo, Aulla, Licciana, Terrarossa, Bolano, Albiano, Lerici, Ameglia e Trebiano; in ultimo il Governo provvisorio dei feudi imperiali di Lunigiana con sede ad Aulla, istituito il 13 giugno 1814 su iniziativa del plenipotenziario Werklein, e presieduto dal marchese di Mulazzo Luigi Malaspina.[3]
Appartenne al Granducato di Toscana fino al 1847, anno in cui entrò in vigore il trattato di Firenze; pertanto Terrarossa entrò a far parte del Ducato di Modena e Reggio. Con l'Unità d'Italia divenne un comune autonomo, ma nel 1869 venne soppresso ed aggregato al vicino comune di Licciana Nardi. Il comune si estendeva per circa 20 km², comprendeva il capoluogo e le frazioni di Fornoli, Merizzo e Riccò, confinava con i comuni di Licciana Nardi, Aulla, Podenzana, Tresana, Villafranca in Lunigiana e Bagnone ed aveva 1.031 abitanti quando fu soppresso.
Gli studiosi storici hanno ancora dubbi sul nome di Terrarossa nel antichità, la versione più accreditatà ad oggi è quello che Terrarossa sia antica Rubra citazione dell'Anonimo Ravennate, altri studiosi identificano Attuale Terrarossa come Borgo Novo, o Borgo Nuovo.
Terrarossa diede, nel 1827, i natali ad Igino Cocchi, studioso e ricercatore, e, nel 1915, a Dino Viola, noto imprenditore diventato presidente della Roma scudettata nel 1983.
Igino Cocchi (1827-1913), laureato a Pisa, insegnò geologia all'Istituto Superiore di Firenze e diresse la sezione di Geologia del Museo universitario; fu tra i fondatori della Società Geologica Italiana e del CAI. Associò a questi studi scientifici l'interesse per la Finlandia e la sua cultura, traducendo in italiano il poema epico Kalevala. Una targa lo ricorda in Via Nazionale davanti al numero 41 con questa iscrizione:
«DA QUESTA CASA
DEI SUOI MAGGIORI
IGINO COCCHI
SALÌ IN ALTA FAMA
COME GEOLOGO
COME PALEONTOLOGO
MENTRE DELLA FINLANDIA
COME POETA
CON LUME DI GLORIA
DISVELAVA GLI EROICI MITI
DEL KÀLEVALA
MIRABILMENTE!»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Castello di Terrarossa, fu costruito nel XVI secolo per volontà del marchese Fabrizio Malaspina, presenta una pianta quadrata con quattro baluardi angolari terminanti a terrazza[4].
- Chiesa di San Giovanni Battista
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Terrarossa è attraversata dalla strada statale 62 della Cisa che congiunge la Liguria orientale e la Lunigiana alla Pianura Padana.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Il paese di Terrarossa ha una propria squadra di calcio denominata A.S.D. Atletico Terrarossa fondata ufficialmente nel 1956, anche se la nascita come Polisportiva Ciclistica e Calcistica Terrarossa risale agli anni 1930. Dino Viola ha militato come giocatore negli anni 30 nell'allora Polisportiva Terrarossa. I colori sono il bianco-azzurro in onore a Fausto Coppi ed il simbolo è un pallone bianco e blu.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Massimo Dadà, Guida di Fosdinovo, La Spezia, Giacché, 2010, p. 36.
- ^ Paola Cervia, L'archivio storico comunale di Fosdinovo - Inventario della sezione preunitaria (1615 - 1870), p. 8.
- ^ Paola Cervia, L'archivio storico comunale di Fosdinovo - Inventario della sezione preunitaria (1615 - 1870), p. 9.
- ^ Terre di Lunigiana - Il castello di Terrarossa
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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