Diocesi di Frigento
Frigento Sede vescovile titolare Dioecesis Frequentina Chiesa latina | |
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Chiesa di Santa Maria Assunta, ex cattedrale della diocesi | |
Vescovo titolare | Dominik Schwaderlapp |
Istituita | 1970 |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Diocesi soppressa di Frigento | |
Suffraganea di | Benevento |
Eretta | XI secolo |
Soppressa | 27 giugno 1818 |
territorio incorporato nella diocesi di Avellino | |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
La diocesi di Frigento (in latino Dioecesis Frequentina) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Al momento della soppressione, la diocesi comprendeva i territori degli odierni comuni di Fontanarosa, Frigento, Gesualdo, Grottaminarda, Luogosano, Mirabella Eclano, Paternopoli, Rocca San Felice, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Sturno, Taurasi e Villamaina in provincia di Avellino.[1]
Sede vescovile era la città di Frigento, dove fungeva da cattedrale la chiesa di Santa Maria Assunta e San Marciano.
Nel 1795 la diocesi comprendeva 14 parrocchie.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione, la diocesi di Frigento sarebbe stata eretta nel V secolo e suo primo vescovo sarebbe stato san Marciano, consacrato da papa Leone I; molti storici e studiosi hanno tuttavia espresso scetticismo sull'attendibilità del racconto della Vita Marciani episcopi, pubblicata per la prima volta da Ferdinando Ughelli nel 1662.[3] La storica Amalia Galdi ritiene che la vita «nei termini attuali è da mettere in relazione con la promozione del culto per Marciano negli anni in cui Frigento veniva elevata a diocesi, contestualmente al suo accresciuto ruolo politico conseguente alla conquista normanna, giacché è probabile che una diocesi di recente istituzione, priva di un suo santorale proprio, recuperi e sostenga la memoria del suo santo più prestigioso, efficace a nobilitare le origini e il passato della neonata fondazione».[4] Gennaro Luongo condivide la tesi della Galdi: Marciano di certo era già venerato a Frigento prima dell'XI secolo, e «non è improbabile che sia stato uno di quei viri Dei che popolarono il suolo italico nei secoli V e VI: la tradizione agiografica successiva ne ha fatto un vescovo fondatore di diocesi».[5]
Sebbene la diocesi sia completamente sconosciuta alle fonti antiche e non sia attestata prima dell'XI secolo, le recenti scoperte archeologiche fanno risalire al V secolo la presenza cristiana a Frigento; la sua chiesa matrice infatti, databile al VII-VIII secolo, ha evidenziato elementi databili all'epoca paleocristiana.[6]
La diocesi frigentina venne eretta nell'XI secolo in concomitanza con l'affermarsi del potere normanno nell'Irpinia, e sostituì l'antica diocesi di Eclano, nota nel Medioevo come Quintodecimo. Di questa precedente diocesi, le ultime informazioni risalgono alla bolla di papa Stefano IX del 1058, con la quale il pontefice confermava all'arcivescovo Udalrico di Benevento le sue suffraganee, tra cui quella di Quintodecimo.[7] Tre anni dopo, nel concilio provinciale celebrato a Benevento nel mese di giugno 1061, erano presenti tutti i vescovi suffraganei beneventani: manca il vescovo di Quintodecimo, mentre appare per la prima volta quello di Frigento.[8] «Anche se nelle fonti manca un nesso esplicito fra l'interruzione della serie vescovile a Quintodecimo e il suo inizio a Frigento, non sembra casuale lo spostamento della diocesi, avvenuto tra il 1058 e il 1061; non vi è dubbio, infatti, che l'importanza assunta da Frigento nel contesto della nuova dislocazione del potere normanno sia stato il motivo che comportò l'istituzione in questo centro della sede vescovile.»[9]
Oltre all'anonimo vescovo documentato nel 1061, sono noti altri vescovi per l'XI e il XII secolo: Engellino sottoscrisse nel 1080 in qualità di testimone ad un atto di donazione a favore del monastero della Santissima Trinità di Venosa; Giovanni I prese parte nel 1114 alla cerimonia di donazione delle chiese di Sant'Ermolao e di San Pantaleone di Mirabella all'abbazia di Cava; altri diplomi dell'abbazia di Cava documentano l'esistenza nel 1142 e nel 1145 di un secondo vescovo di nome Giovanni, forse il medesimo del 1114; segue il vescovo Giacinto, che partecipò al concilio lateranense del 1179 e che probabilmente si deve identificare con l'anonimo vescovo frigentino che fu presente alla consacrazione della nuova chiesa di Montevergine nel 1182.
Il 9 maggio 1466, in forza della bolla Ex supernae maiestatis di papa Paolo II, il vescovo di Frigento Giovanni Battista di Ventura fu nominato anche vescovo di Avellino e le due sedi furono unite aeque principaliter. L'unione si rese indispensabile per la povertà delle rendite vescovili e la scarsità di abitanti della diocesi di Frigento. I pontefici tuttavia in due occasioni, nel 1510 e nel 1520, accettarono le dimissioni dei vescovi dalla sede di Avellino per mantenere unicamente quella di Frigento. A partire dal 1529, con il vescovo Silvio Messaglia, l'unione divenne definitiva fino all'Ottocento
Dalla relazione redatta dal vescovo Sebastiano de Rosa per la visita ad limina del 1795 si ricava che la diocesi di Frigento comprendeva dodici centri abitati per un totale di 14 parrocchie; la cattedrale, restaurata nel 1747, aveva 10 canonici, di cui 3 dignità, l'arcidiacono, l'arciprete curato e il primicerio.[2]
In osservanza del concordato tra la Santa Sede e il regno di Napoli, la diocesi di Frigento fu soppressa il 27 giugno 1818 con la bolla De utiliori di papa Pio VII e il suo territorio annesso a quello della diocesi di Avellino. Con le modifiche territoriali effettuate nel 1998, la maggior parte del territorio dell'antica diocesi è stato accorpato a quello dell'arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia.
Dal 1970 Frigento è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 24 febbraio 2012 il vescovo titolare è Dominik Schwaderlapp, vescovo ausiliare di Colonia.
Cronotassi
[modifica | modifica wikitesto]Vescovi
[modifica | modifica wikitesto]- Anonimo † (menzionato nel 1061)[10]
- Engellino † (menzionato nel 1080)[11]
- Giovanni I † (menzionato nel 1114)[12]
- Anonimo † (menzionato nel 1119)[13]
- Giovanni II † (prima del 1142 - dopo il 1145)
- Giacinto † (documentato dal 1170 al 1179)[14]
- Anonimo † (documentato dal 1180 al 1182)[14]
- Agapito † (documentato dal 1189 al 1197)[14]
- Martino † (XII secolo)[15]
- Anonimo † (menzionato nel 1215)[14]
- Giovanni III † (documentato dal 1234 al 1239) (vescovo eletto)[16]
- Giovanni IV † (1239 - 1252 deceduto)[17]
- Giovanni V † (dopo l'8 settembre 1252 - prima di novembre 1254 deceduto)[18]
- Jacopo di Acquaputrida † (3 novembre 1254 - 4 febbraio 1256 esiliato)[18]
- B. † (documentato nel 1256 e nel 1257)[14]
- I. † (menzionato nel 1261)[14]
- Gentile † (prima del 1295 - circa 1306 deceduto)[14]
- Ruggero d'Arminio Monforte † (18 aprile 1307 - prima di agosto 1319 deceduto)
- Sede vacante (circa 1319-1334)
- Nicola † (circa 1334 - ?)
- Pietro † (24 gennaio 1343 - ?)
- Cristiano † (1348 - 1348 deceduto)
- Eustazio Nicola di Riccia, O.E.S.A. † (10 dicembre 1348 - 1369 deceduto)
- Jacopo † (16 gennaio 1370 - ?)
- Nicola di Sorrento † (menzionato nel 1374 ?)
- Marciano o Martino † (circa 1398 - 1405 deceduto)
- Giovanni Caracciolo † (27 aprile 1405 - 1424 deceduto)
- Gaspare de Rossi, O.S.B. † (16 agosto 1424 - 1455 deceduto)
- Giovanni Battista di Ventura † (12 settembre 1455 - 9 maggio 1466 nominato vescovo di Avellino e Frigento)
- Sede unita aeque principaliter ad Avellino (1466-1510)
- Gabriele Setario † (11 gennaio 1510 - 1510 deceduto)
- Sede unita aeque principaliter ad Avellino (1510-1520)
- Arcangelo Madrignano † (28 marzo 1520 - 1529 deceduto)
- Sede unita aeque principaliter ad Avellino (1529-1818)
Vescovi titolari
[modifica | modifica wikitesto]- Angelo Fausto Vallainc † (4 luglio 1970 - 7 ottobre 1975 nominato vescovo di Alba)
- Enrico Assi † (7 dicembre 1975 - 26 maggio 1983 nominato vescovo di Cremona)
- Joseph Candolfi † (1º giugno 1983 - 7 agosto 2011 deceduto)
- Dominik Schwaderlapp, dal 24 febbraio 2012
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Zigarelli, Storia della cattedra di Avellino e de' suoi pastori, pp. 363-436. Ebanista, Dati preliminari sul territorio di Frigento fra Tarda Antichità e Alto Medioevo, p. 123, nota 154. Nel 1995 e nel 1998, in seguito a variazioni territoriali fra le diocesi dell'Irpinia, il comune di Grottaminarda passò alla diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, mentre i comuni di Frigento, Gesualdo, Rocca San Felice, Sturno e Villamaina furono ceduti all'arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia (AAS 90, 1998, pp. 58-60 e 239-240).
- ^ a b Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
- ^ Luongo, San Marciano di Frigento, p. 67.
- ^ Galdi, Santi, Territori, poteri e uomini nella Campania medievale (secc. XI-XII), Salerno, 2004, p. 152.
- ^ Luongo, San Marciano di Frigento, p. 78.
- ^ Luongo, San Marciano di Frigento, p. 78, nota 61. Marcello Rotili, Forme della cristianizzazione a Benevento e nella Longobardia minore, in « La cristianizzazione in Italia tra tardoantico ed alto medioevo. Atti del IX Congresso nazionale di archeologia cristiana, Agrigento 20-25 novembre 2004 », a cura di Rosa Maria Bonacasa Carra ed Emma Vitale, vol. I, Palermo, 2007, p. 996.
- ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 58, nº 24.
- ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 59, nº 25.
- ^ Ebanista, Dati preliminari sul territorio di Frigento fra Tarda Antichità e Alto Medioevo, pp. 122-123.
- ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 84, nº 7.
- ^ Vescovo testimoniato da Ughelli a partire da un documento che, secondo quanto riferisce Klewitz, non sembra più essere rintracciabile. Hans-Walter Klewitz, Zur geschichte der bistumsorganization Campaniens und Apuliensim 10. und 11. Jahrhundert, in Quellen und Forschungen aus italienischen archiven und bibliotheken, XXIV (1932-33), p. 48.
- ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 84, nº 7. Klewitz ipotizza che questo vescovo sia il medesimo documentato da Ughelli tra il 1142 e il 1145.
- ^ Questo anonimo vescovo avrebbe preso parte, secondo quanto riporta Pompeo Sarnelli, alla traslazione delle reliquie di diversi santi scoperte a Benevento nel 1119. Memorie cronologiche de' vescovi ed arcivescovi della S. Chiesa di Benevento, Napoli 1691, p. 91.
- ^ a b c d e f g Kamp, Kirche und Monarchie…, pp. 258–263.
- ^ Menzionato da Ughelli, di questo vescovo non si conosce nulla se non che «ante annum 1200 Frequentinam regebat Ecclesiam» (Ughelli, Italia sacra, VIII, col. 295).
- ^ Giovanni, figlio di Giacomo, giudice di Frigento, fu nominato dal capitolo, ma la sua elezione venne cassata da papa Gregorio IX: dapprima il 10 giugno 1234 incaricò il canonico Ruggero, in qualità di delegato apostolico, a procedere ad una nuova elezione; in seguito, il 21 maggio 1239 avocò a sé la nomina del nuovo vescovo. Ughelli, Italia sacra, VIII, col. 295. Eubel, Hierarchia catholica, I, p. 254, nota 1. Come riferisce Kamp, la sede di Frigento risultava vacante nel mese di marzo 1239.
- ^ Kamp documenta l'esistenza di due vescovi anonimi nel 1239 e nel 1252, e il vescovo Giovanni IV ancora nel 1252.
- ^ a b Eubel, Hierarchia catholica, II, p. XXIV.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Ferdinando Ughelli, Italia sacra, vol. VIII, seconda edizione, Venezia, 1721, coll. 284–296
- Giuseppe Zigarelli, Storia della cattedra di Avellino e de' suoi pastori..., vol. II, Napoli, 1856, pp. 329–362
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, 1864, vol. XIX, pp. 175–178
- (LA) Paul Fridolin Kehr, Italia Pontificia, vol. IX, Berolini, 1962, pp. 134–136
- (DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 258–263
- Carlo Ebanista, Lo scavo di S. Maria Assunta a Frigento. Un contributo alla storia della cristianizzazione di un centro romano, in « Tardo Antico e Alto Medioevo: filologia, storia, archeologia, arte », a cura di Marcello Rotili, Napoli 2009, pp. 103–158
- Carlo Ebanista, Dati preliminari sul territorio di Frigento fra Tarda Antichità e Alto Medioevo, in « La Campania fra Tarda Antichità e Alto Medioevo. Ricerche di archeologia del territorio. Atti della giornata di studio, Cimitile 10 giugno 2008 », a cura di Carlo Ebanista e Marcello Rotili, Tavolario Editore 2009, pp. 103–127
- Gennaro Luongo, San Marciano di Frigento, in « Giuliano d'Eclano e l'Hirpinia Christiana: il convegno internazionale, Mirabella Eclano, 23-25 settembre 2010 », a cura di Sabino Accomando e Rocco Ronzani, Avellino, 2012, pp. 63–94
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Graz, 1957, p. 854
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 254–255; vol. 2, pp. XXIV e 94
- (LA) Bolla Ex supernae maiestatis, in Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. XIX, Venezia, 1864, pp. 172–174
- (LA) Bolla De utiliori, in Bullarii romani continuatio, Tomo XV, Romae, 1853, pp. 56–61
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) La sede titolare nel sito di www.catholic-hierarchy.org
- (EN) La sede titolare nel sito di www.gcatholic.org
- Cronotassi sul sito della diocesi di Avellino
- La diocesi di Avellino su Beweb - Beni ecclesiastici in web (con informazioni sulla diocesi di Frigento)