Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg

Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg
Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg ritratta da Gerard van Honthorst
Langravia consorte d'Assia-Kassel
In carica15 marzo 1632 –
21 settembre 1637
PredecessoreGiuliana di Nassau-Dillenburg
SuccessoreEdvige Sofia di Brandeburgo
Reggente dell'Assia-Kassel
In carica1637 -
1650
NascitaHanau, 29 gennaio 1602
MorteKassel, 8 agosto 1651 (49 anni)
Casa realeHanau-Münzenberg
PadreFilippo Luigi II di Hanau-Münzenberg
MadreCaterina Belgica di Nassau
Consorte diGuglielmo V d'Assia-Kassel
FigliEmilia
Carlotta
Guglielmo
Elisabetta
Amalia Elisabetta ritratta come giovane sposa, opera di Christian Gottlieb Geyser

Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg (Hanau, 29 gennaio 1602Kassel, 8 agosto 1651) fu contessa d'Hanau-Münzenberg e, dopo la morte del marito, il langravio Guglielmo V, resse l'Assia-Kassel dal 1637 al 1650.

Giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Era figlia del conte Filippo Luigi II di Hanau-Münzenberg e di sua moglie Caterina Belgica, figlia di Guglielmo d'Orange-Nassau, che aveva guidato la Repubblica delle Sette Province Unite nella lotta per l'indipendenza contro gli Asburgo nel Cinquecento. In virtù dei numerosi fratelli e sorelle della madre, Amalia Elisabetta era collegata a numerose importanti dinastie europee. Tra esse, vi era il ramo palatino dei Wittelsbach, di fede riformata, presso la cui corte di Heidelberg, ella crebbe per un certo tempo insieme alla zia, Luisa Giuliana (1576-1644), moglie dell'elettore Federico IV. Dopo la prematura scomparsa del padre nel 1612, Amalia Elisabetta tornò ad Hanau. Più tardi ella fece anche un soggiorno più lungo presso i parenti nei Paesi Bassi.

Nel 1617 Albrecht Jan Smiřicky von Smiřice (noto anche come Albert o Johann, 17 dicembre 1594-18 novembre 1618) giunse alla corte di Hanau per chiedere la mano di Amalia Elisabetta. Dal momento che non erano state avviate precedenti trattative in tal senso, e non vi erano certezze alla corte di Hanau riguardo al rango ed il grado dei titoli nobiliari boemi, si fu dapprima incerti sulla risposta da dare. Tuttavia Johann Albrecht Smiřicky era il principale statista della Boemia, di fede riformata, e uno dei più ricchi proprietari terrieri del paese, cosicché alla fine si decise d'accettare la sua proposta.

Nel 1618 il marito fu uno dei sei nobili boemi, che nella cosiddetta seconda defenestrazione gettò il governatore imperiale di Praga fuori dalla finestra, con un gesto che è considerato l'inizio della guerra dei trent'anni. A seguito di ciò, egli fu inoltre candidato alla corona boema, ma morì prima di poter accedervi, cosicché essa andò ad uno dei cugini di Amalia Elisabetta, il cosiddetto "Re d'inverno" Federico V del Palatinato. Tra Amalia Elisabetta e gli eredi di Albrecht Jan Smiřicky von Smiřice si aprì un'accesa discussione relativa all'eredità, cui pose infine termine il sequestro dei beni del nobile boemo, operato dagli Asburgo nel 1621, quale pena della condanna a lui inflitta in via postuma.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1619 Amalia Elisabetta sposò in seconde nozze il futuro Guglielmo V d'Assia-Kassel. Suo marito divenne langravio d'Assia-Kassel nel 1627, dopo l'abdicazione forzata del padre Maurizio.

Nel corso della guerra dei trent'anni, Guglielmo aderì al fronte protestante. Dopo la vittoria riportata delle forze imperiali e spagnole nel 1634 su quelle svedesi nella battaglia di Nördlingen, perse il suo più potente alleato. Tuttavia, il langravio fu uno dei tre principi che rifiutarono la pace di Praga del 1635, decidendo invece d'allearsi con la Francia e di conseguenza il 13 giugno 1636 la città di Hanau dovette subire un assedio da parte delle truppe imperiali. Sconfitto dagli imperiali, dovette abbandonare i suoi possedimenti e rifugiarsi in Frisia con la moglie, abbandonando a Kassel le loro tre giovani figlie Emilia, Carlotta ed Elisabetta: solo tre anni dopo la langravia poté nuovamente rivederle.

Guglielmo V morì in esilio a Leer, all'età di soli 36 anni. Nel suo testamento nominò la moglie reggente in nome del loro figlio ancora bambino, Guglielmo VII. A favore della sua vedova, egli lasciava un buon esercito, che aveva portato in salvo nell'esilio frisone, e che si sarebbe dimostrato un buono strumento di potere.

Amelia Elisabetta, Reggente d'Assia-Kassel

Reggenza[modifica | modifica wikitesto]

A Guglielmo V successe il figlio di otto anni, come langravio Guglielmo VI. Amalia Elisabetta tenne le redini del governo sin al raggiungimento della maggiore età del figlio, nel 1650, dimostrando di essere una reggente abile ed energica. Nonostante la disastrosa situazione in cui la dinastia s'era ritrovata dopo la sconfitta del 1637, ella riuscì non solo a conservare il langraviato al figlio, ma anche a consolidare il suo potere. Fece prestare all'esercito del marito, che l'aveva seguito in Frisia, un giuramento di fedeltà al nuovo langravio, e riuscì a far riconoscere il suo potere anche a Kassel, nonostante che il langravio Giorgio II d'Assia-Darmstadt (1626-1661) avesse tentato di farsi attribuire la reggenza.

Guerra dei trent'anni[modifica | modifica wikitesto]

Come reggente, Amalia Elisabetta proseguì nella politica d'alleanza con la Francia avviata da suo marito, servendosi dell'esercito che Guglielmo V era riuscito a porre in salvo in Frisia. Pur avendo concluso una tregua con l'imperatore, nel 1639 e nel 1640, non esitò ad infrangerla alleandosi con il cardinale Richelieu e con il duca Bernardo di Sassonia-Weimar. Grazie a questa rete d'alleanze, l'Assia-Kassel riacquistò un ruolo di primo piano tra gli stati tedeschi protestanti.

Affrontò inoltre anche la questione dell'Assia Superiore, che costituiva un motivo di frizione con l'Assia-Darmstadt. Dopo aver dichiarato invalido il trattato firmato nel 1627, sfavorevole per l'Assia-Kassel, fece invadere la provincia dalle sue truppe, iniziando la cosiddetta "guerra d'Assia", in cui l'esercito del langravio Giorgio II risultò essere inferiore in battaglia.

Pace di Westfalia[modifica | modifica wikitesto]

I successi ottenuti nella guerra d'Assia furono confermati dai trattati della pace di Westfalia del 1648. L'Assia-Kassel ottenne parte dell'Alta Assia, compresa la città di Marburgo. Supportato da Svezia e Francia, il langraviato ricevette - unico territorio tedesco - per il suo esercito di circa 20.000 uomini un'indennità di guerra di mezzo milione di talleri. Infine l'Assia-Kassel ottenne l'abbazia di Hersfeld e parti della contea di Schaumburg.

Si è a lungo ritenuto che Amalia Elisabetta avesse svolto un ruolo preponderante nei negoziati di pace, promuovendo l'eguaglianza giuridica dei calvinisti, oltre che dei cattolici e dei luterani.[senza fonte] Recenti studi hanno però dimostrato che ella si concentrò in realtà nella difesa degli interessi dell'Assia-Kassel.[senza fonte]

Contea di Hanau[modifica | modifica wikitesto]

Amalia Elisabetta riuscì a farsi rimborsare le spese sostenute per liberare la città di Hanau dall'assedio subito nel 1636. Poiché la contea non era in grado di pagare, la reggente ottenne la costituzione, a favore del Langraviato, di un'ipoteca sulla contea di Schwarzenfels e sui vigneti di Naumburg.

Nel 1642 la linea di Hanau-Münzenberg s'estinse, ed Amalia Elisabetta sostenne la successione della linea di Hanau-Lichtenberg. In ricompensa di questa condotta, i nuovi reggenti dell'Hanau sottoscrissero con l'Assia-Kassel un patto di successione impegnandosi, in caso d'estinzione della dinastia dei Lichtenberg, a cedere al langraviato la contea di Hanau-Münzenberg, cosa che effettivamente si verificò nel 1736.

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Gli sforzi della guerra e gli oneri che si era sobbarcata finirono per minare la sua salute, che crollò nel 1648 e il 20 settembre 1650 la langravia affidò al figlio le redini del governo.

I suoi ultimi anni furono offuscati dal matrimonio infelice della figlia Carlotta con l'elettore palatino Carlo I Luigi. Tornata completamente esausta da una visita fatta ad Heidelberg da sua figlia, Amalia Elisabetta morì solo quattro settimane più tardi, l'8 agosto 1651. Venne sepolta il 30 settembre 1651 nella chiesa di San Martino a Kassel.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Figli[modifica | modifica wikitesto]

Amalia Elisabetta diede a Guglielmo V i seguenti figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Philipp III von Hanau-Münzenberg 16. Philipp II von Hanau-Münzenberg  
 
17. Juliana zu Stolberg (= 13)  
4. Philipp Ludwig I von Hanau-Münzenberg  
9. Helena von Pfalz-Simmern 18. Johann II von Pfalz-Simmern  
 
19. Beatrix von Baden  
2. Philipp Ludwig II von Hanau-Münzenberg  
10. Philipp IV von Waldeck 20. Heinrich VIII von Waldeck  
 
21. Anastasia von Runkel  
5. Magdalene von Waldeck  
11. Jutta von Isenburg-Grenzau 22. Salentin VII von Isenburg-Grenzau  
 
23. Elisabeth von Hunolstein-Neumagen  
1. Amalie Elisabeth von Hanau-Münzenberg  
12. Willem I van Nassau-Dillenburg 24. Johan V van Nassau-Siegen  
 
25. Elisabeth von Hessen-Marburg  
6. Willem I van Oranje  
13. Juliana zu Stolberg 26. Botho VIII zu Stolberg  
 
27. Anna von Eppstein-Königstein  
3. Catharina Belgica van Nassau  
14. Louis III de Montpensier 28. Louis de Bourbon-Vendôme  
 
29. Louise de Bourbon-Montpensier  
7. Charlotte de Bourbon-Montpensier  
15. Jacqueline de Longwy 30. Jean IV de Longwy  
 
31. Jeanne d'Angoulême  
 

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ilse Bechert: Die Außenpolitik der Landgräfin Amalia Elisabeth von Hessen-Kassel – Oktober 1637 bis März 1642. Unveröffentlichte Dissertation, Marburg 1946 (Manuskript im Hessischen Staatsarchiv Marburg: VIIIB Ilse Bechert).
  • Karl Bernhardi: Amalie Elisabeth. In: Allgemeine Deutsche Biographie (ADB). Band 1, Duncker & Humblot, Leipzig 1875, S. 383–385.
  • Erwin Bettenhäuser (Hrsg.): Familienbriefe der Landgräfin Amalie Elisabeth von Hessen-Kassel und ihrer Kinder (= Veröffentlichungen der Historischen Kommission für Hessen 56). Elwert, Marburg 1994, ISBN 3-7708-1040-6.
  • Erwin Bettenhäuser: Die Landgrafschaft Hessen-Kassel auf dem Westfälischen Friedenskongress 1644–1648. Wiku-Verlag, Wiesbaden 1983, ISBN 3-923552-00-9 (Zugleich: Mainz, Univ., Diss., 1982).
  • Otto Brandt: Amalia Elisabeth, Landgräfin zu Hessen, geborene Gräfin zu Hanau. In: Hessenland. 10, 1896, ZDB-ID 501070-6, S. 170, 186, 202, 215, 228, 243, 256.
  • Simone Buckreus: Die Körper einer Regentin. Amalia Elisabeth von Hessen-Kassel (1602–1651) (= Paderborner Historische Forschungen 16). SH-Verlag, Köln 2008, ISBN 978-3-89498-194-5 (Zugleich: Paderborn, Univ., Diss., 2006).
  • Reinhard Dietrich: Die Landesverfassung in dem Hanauischen. Die Stellung der Herren und Grafen in Hanau-Münzenberg aufgrund der archivalischen Quellen (= Hanauer Geschichtsblätter 34). Selbstverlag des Hanauer Geschichtsvereins, Hanau 1996, ISBN 3-9801933-6-5.
  • Karl Wilhelm Justi: Amalie Elisabeth, Landgräfin von Hessen-Kassel. Versuch einer Darstellung ihres Lebens und Charakters. Heyer, Gießen 1812 (Digitalisat).
  • Margaret Lemberg: Im Strudel der böhmischen Ständekatastrophe. Das unvollendete Verlöbnis des Albrecht Johann Smiřický mit Amalie Elisabeth von Hanau und der Kampf um das Erbe. In: Bohemia. Zeitschrift für Geschichte und Kultur der böhmischen Länder. 35, 1994, ISSN 0523-8587, S. 1–44.
  • Pauline Puppel: Die Regentin. Vormundschaftliche Herrschaft in Hessen 1500–1700 (= Geschichte und Geschlechter 43). Campus-Verlag, Frankfurt am Main u. a. 2004, ISBN 3-593-37480-3 (Zugleich: Kassel, Univ., Diss., 2003).
  • Pauline Puppel: Die „Retterin Hessens“ oder „Schwester der Gorgo“? Landgräfin Amelie Elisabeth und die Hessische Ritterschaft. In: Hessisches Jahrbuch für Landesgeschichte 57, 2007, ISSN 0073-2001, S. 99–125.
  • Pauline Puppel: Amelie Elisabeth – Eine Hanauerin als Landgräfin von Hessen-Kassel, in: Der Dreißigjährige Krieg in Hanau und Umgebung, hg. vom Hanauer Geschichtsverein 1877 e.V. anlässlich der 375. Wiederkehr des Entsatzes der Stadt, Hanau 2011, S.151-196.
  • Reinhard Suchier: Genealogie des Hanauer Grafenhauses. In: Reinhard Suchier (Hrsg.): Festschrift des Hanauer Geschichtsvereins zu seiner fünfzigjährigen Jubelfeier am 27. August 1894. Heydt, Hanau 1894, S. 7–23.
  • Heide Wunder: „dan man wiess wohl wass ein hessischer Kopf ist“. Frauen in der Friedenspolitik In: Klaus Garber u.a. (Hrsg.): Erfahrung und Deutung von Krieg und Frieden. Religion – Geschlechter – Natur und Kultur (= Der Frieden 1). Fink, München 2001, ISBN 3-7705-3539-1, S. 495–506.
  • Ernst J. Zimmermann: Hanau, Stadt und Land. Kulturgeschichte und Chronik einer fränkisch-wetterauischen Stadt und ehemaligen Grafschaft. Mit besonderer Berücksichtigung der älteren Zeit. Vermehrte Ausgabe. Selbstverlag, Hanau 1919 (Unveränderter Nachdruck. Peters, Hanau 1978, ISBN 3-87627-243-2).

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